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Come l'olfatto influisce sulla memoria e sulle emozioni

Come l’olfatto influisce sulla memoria e sulle emozioni

La nostra specializzazione olfattiva. E 10 odori che potrebbero partecipare alla diagnosi precoce dell’Alzheimer

Una fragranza floreale che ci mette malinconia, una pizza che ci fa ricordare una serata passata in riva al mare con gli amici, l’odore della colla che ci riporta indietro ai giorni di scuola. Gli odori hanno un forte impatto sulle nostre memorie, di solito perché sono associati a un determinato evento e alle emozioni che abbiamo sperimentato durante quell’occasione. A volte un odore è in grado di richiamare immediatamente memorie, facendoci ricordare con precisione dove eravamo e cosa stavamo facendo anche a distanza di molti anni. Le ragioni di questa forte associazione tra odori, memoria e emozioni vanno cercate nella nostra anatomia e nei meccanismi fisiologici di riconoscimento degli odori stessi. Sul ponte tra odori e memoria, l’olfatto è coinvolto addirittura in nuove frontiere per la diagnosi precoce della Malattia di Alzheimer.

Dove risiedono gli odori e le emozioni

Gli odori non sono altro che sostanze chimiche presenti nell’aria, e sono captate dai chemocettori presenti sui neuroni olfattivi, che rivestono la superficie della cavità nasale. Ogni neurone olfattivo possiede centinaia di recettori, ciascuno in grado di recepire una determinata molecola. Qui inizia la prima elaborazione della combinazione di molecole presenti. Dal punto di vista chimico, non c’è distinzione tra odori e sapori: quando una molecola entra in contatto con i recettori appropriati (che sia perché la odoriamo o perché la assaggiamo) questa ci offre informazioni sulla sua composizione chimica. Questa è la ragione per cui percepiamo i sapori diversamente se ci tappiamo il naso.

Mille milioni di odori

L’olfatto dei mammiferi è particolarmente sviluppato: i nostri recettori chimici olfattivi riescono a distinguere mille milioni di odori, secondo una recente ricerca della Zuckerman Institute della Columbia, pubblicata su Nature. La grande specializzazione del nostro cervello sarebbe dovuta al ruolo dell’RNA, che sarebbe la molecola determinante per il meccanismo di selezione genica del nostro sistema olfattivo. Il primo autore dell’articolo Ariel Pourmorady ha commentato:

Sembra che l’RNA prodotto dalla cellula durante l’espressione genica alteri anche l’architettura del genoma in modi che rafforzano l’espressione di un gene del recettore olfattivo, inibendo al contempo tutti gli altri.

Olfatto e memoria

Gli odori e sapori sono fortemente legati tra loro anche a livello mnemonico. I neuroni olfattivi si diramano verso l’alto attraverso la lamina cribrosa, una struttura finemente traforata che separa la cavità nasale dalla scatola cranica. Da qui raggiungono i bulbi olfattivi, due piccole strutture globulari posizionate al di sotto dei lobi frontali dell’encefalo. Gli odori così riconosciuti vengono poi inviati al sistema nervoso centrale per essere ulteriormente elaborati, e la strada passa direttamente dal sistema limbico. Questo insieme di strutture che risiedono nelle parti più profonde del cervello (ippocampo, amigdala, talamo, ipotalamo e corteccia cingolata) è strettamente associato alla formazione delle memorie e al controllo e riconoscimento delle emozioni. È come se olfatto, memoria ed emozione condividessero le stesse zone di elaborazione, offrendo, a differenza degli altri sensi, una via preferenziale per raggiungere la corteccia cerebrale.

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Memoria associativa e olfatto

Questa sorta di effetto collaterale della nostra neuroanatomia porta a un forte collegamento tra olfatto e memoria associativa. Uno studio dell’Università di Tilburg nei Paesi Bassi, per esempio, ha mostrato come gli odori siano più efficaci rispetto alle immagini nell’evocare memorie emotivamente cariche. I ricercatori hanno chiesto ai partecipanti di annusare alcune essenze e se queste evocassero in loro un qualche tipo di memoria. In seguito, hanno chiesto se queste memorie fossero vaghe o precise, e se fossero emotivamente coinvolgenti o più neutre. I partecipanti ricordavano meglio ed erano più coinvolti quando le memorie erano scatenate da un odore, rispetto a quelle causate usando solo immagini o parole.

Come è stato evidenziato da esami di risonanza magnetica, l’attivazione dell’amigdala e ippocampo è maggiore quando i ricordi sono scatenati da odori rispetto a qualsiasi altro tipo di stimolo. Un altro studio dell’Università di Stoccolma effettuato su anziani ha mostrato come gli odori fossero in grado di scatenare memorie più remote rispetto alle immagini: mentre nel secondo caso le memorie risalivano fino all’adolescenza e post adolescenza, nel primo caso arrivavano addirittura al periodo dell’infanzia. Non sorprende, quindi, che un determinato odore sia a volte capace di “sbloccare” un ricordo in apparenza dimenticato da anni.

Terapia degli odori

La forte connessione tra memoria, emozione e olfatto ha anche delle potenzialità terapeutiche. La memoria ha un ruolo importantissimo nella regolazione delle emozioni e nel nostro benessere psicofisico, e attivare le memorie giuste tramite gli odori ha degli effetti benefici. Moltissimi studi hanno mostrato come l’utilizzo di determinati odori sia in grado di migliorare l’umore e ridurre lo stress. Non stiamo parlando di semplici candele profumate: anche se l’utilità di fragranze piacevoli ma generiche è comprovata, i risultati migliori vengono proprio da quegli odori in grado di scatenare memorie specifiche, che sono associate anche a una riduzione dei marcatori dell’infiammazione e a un rallentamento del ritmo di respirazione.

A volte una memoria olfattiva può essere negativa: per esempio, l’odore di bruciato può riportarci a rivivere un evento traumatico come un incendio. Alcuni esperimenti di terapia olfattiva su persone affette da stress-post traumatico cercano proprio di usare questi trigger per affrontare e superare il trauma: costruendo un’associazione tra l’odore e un ambiente sicuro, si cerca di “sovrascrivere” la memoria negativa con una positiva. Altre terapie utilizzano degli “odori salvagente” che stimolano tranquillità in caso di attacchi di panico.

L’olfatto è così importante per il nostro benessere psicofisico che è difficile farne a meno. Chi soffre di anosmia (la perdita totale del senso dell’olfatto, provocata da infiammazioni delle vie respiratorie e un raro effetto collaterale del COVID) ha infatti una maggiore probabilità di soffrire di depressione o disturbi della regolazione delle emozioni. Per queste persone esiste la cosiddetta Smell Retention Therapy, con la quale allenano il loro sistema olfattivo a riconoscere e conservare di nuovo gli odori e associarli nuovamente a emozioni e memorie.

L’olfatto nella diagnosi precoce dell’Alzheimer

L’iposmia (diminuzione dell’olfatto) potrebbe essere anche un campanello d’allarme delle malattie neurodegenerative, come la Malattia di Parkinson e l’Alzheimer. Uno studio scientifico guidato da Davangere Devanand, professore di psichiatria e neurologia alla Columbia University di New York, ha dimostrato che la riduzione dell’olfatto potrebbe essere un sintomo molto precoce dell’Alzheimer. Si manifesterebbe con la difficoltà a distinguere determinati odori, tra cui 10 in particolare: quello di fragola, fumo, sapone, mentolo, chiodi di garofano, ananas, gas naturale, lillà, limone e cuoio. I test dell’olfatto potrebbero aiutare in una diagnosi precoce della malattia, con la possibilità decisiva di poter intervenire in tempo, con terapie per il rallentamento della sua progressione.

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Bibliografia
  • de Bruijn MJ, Bender M, (2018), Olfactory cues are more effective than visual cues in experimentally triggering autobiographical memories, Memory, Vol 26 pg 547–58. doi: 10.1080/09658211.2017.1381744
  • Herz RS et al, (2004) Neuroimaging evidence for the emotional potency of odor-evoked memory. Neuropsychologia, Vol 42, pg 371–8 doi: 10.1016/j.neuropsychologia.2003.08.009
  • Herz RS, (2016), The Role of Odor-Evoked Memory in Psychological and Physiological Health, Brain Sciences, Vol 06 (3), 22. doi: 10.3390/brainsci6030022
Sitografia
  • https://www.corriere.it/salute/neuroscienze/23_dicembre_29/naso-distingue-mille-miliardi-odori-03fb30fa-a009-11ee-b1cc-35e5cecb801b.shtml
  • https://zuckermaninstitute.columbia.edu/trillion-scents-one-nose
  • https://www.stefanodigirolamo.it/limportanza-dellolfatto/
  • https://www.centroalzheimer.org/olfatto-e-demenza-non-distinguere-gli-odori-puo-essere-un-campanello-dallarme/
  • https://www.nbcnews.com/id/wbna6707580
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