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L’intelligenza artificiale può rivoluzionare lo sport

La fiamma olimpica accende i riflettori sull’AI, vince il cuore e la squadra

Dalle prime Olimpiadi moderne di Atene del 1896 a quelle di Parigi 2024 sono passati esattamente 128 anni. Nel mezzo ci sono state due guerre mondiali, rivoluzioni industriali, importanti movimenti sociali, ma soprattutto un progresso tecnologico che ha reso le Olimpiadi un evento di portata mondiale che ogni quattro anni viene atteso da sportivi e non di tutto il mondo. Con l’accensione della fiamma olimpica sulle riva della Senna è stata inaugurata ufficialmente l’era dell’intelligenza artificiale (AI) nello sport. La prestigiosa rivista scientifica “Nature” ha esplorato tre modi secondo cui l’AI ha cambiato il modo in cui atleti e spettatori vivono i Giochi Olimpici.

La prestazione e l’allenamento degli atleti

Già ai primi Giochi Olimpici moderni di Parigi, nel 1900, si cominciò a studiare scientificamente il movimento degli atleti. Grazie a un’inventiva macchina fotografica, lo scienziato Étienne-Jules Marey catturava ogni istante del gesto atletico, svelando i segreti della performance. Oggi, l’intelligenza artificiale ha portato questa analisi a un livello completamente nuovo. Esistono sistemi che tracciano con precisione ogni movimento del corpo, fornendo agli allenatori informazioni dettagliate che prima erano inimmaginabili.

Questa rivoluzione tecnologica, non solo permette di ottimizzare l’allenamento, ma potrebbe anche portare alla scoperta di nuove tecniche e a prestazioni mai viste prima, come dimostra la storia di Dick Fosbury: l’atleta che negli anni Sessanta ha rivoluzionato il salto in alto, ricorrendo per primo al salto dorsale, anziché all’allora usato salto con le due gambe.

L’AI, grazie alla sua facilità di raccolta dati, può portare anche alla scoperta di nuovi baby talenti, con il limite però che non è in grado di tenere in considerazione parametri non misurabili e racchiudibili in un dato numerico, come il talento, la perseveranza e la voglia di raggiungere un obiettivo dell’atleta.

L’arbitraggio e i dati in tempo reale

Dove non arriva l’occhio umano, può arrivare l’occhio di falco dell’AI. A volte la palla va così veloce che l’arbitro nell’immediato non sa se la palla sia dentro o fuori dal campo, per esempio nella pallavolo. Oppure non sa se ha oltrepassato la linea della porta, come succede nel calcio. In questi casi l’intelligenza artificiale sarà un’ottima alleata e assistente dell’arbitro. Attraverso immagini e video sarà possibile per l’arbitro validare una decisione e per i tifosi vedere con i loro occhi, in tempo reale, il motivo di tale decisione.

 


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Il miglioramento dell’esperienza dello spettatore

Se da una parte l’AI è utile all’atleta per migliorare le sue performance, dall’altra parte, sulle tribune o davanti alle televisioni, ci sono telespettatori desiderosi di sapere tutto sulle statistiche di quell’atleta.

L’AI lavora anche per loro, raccogliendo tutti i dati, come la velocità che l’atleta raggiunge, quanto in alto salta, la lunghezza del passo, ma anche fotogrammi, immagini e molto altro, rendendo usufruibile nell’immediato statistiche e commenti, in modo da restituire al telespettatore momenti salienti personalizzati e un’esperienza unica.

Il lavoro di squadra ti fa vincere

Riadattando una frase del famoso cestista americano, Michael Jordan, possiamo affermare che l’intelligenza artificiale ti può far vincere una partita o i cento metri, ma sono l’intelligenza emotiva, l’empatia e il lavoro di squadra che ti fanno vincere il campionato o la maratona

Fondazione Patrizio Paoletti, grazie alle sue numerose attività, è impegnata in prima linea per diffondere l’importanza del movimento e dello sport, sia da un punto di vista fisico sia da una prospettiva psicosociale. Il Quadrato Motor Training (QMT) è una tecnica di training motorio individuale, ideata da Patrizio Paoletti per migliorare le funzioni cognitive, relative alla coordinazione, all’attenzione e alla creatività. Il movimento è prezioso anche per coltivare una sana rete sociale e per sostenere la comunità: lo scorso 17 marzo, Fondazione Patrizio Paoletti ha partecipato alla staffetta solidale non competitiva Run 4 Rome The Marathon 2024, un’occasione per mettere in pratica un’attività sportiva e benefica, consapevole e utile al nostro benessere emotivo e sociale.

Nell’ottica inclusiva e interdisciplinare di correre insieme per la salute globale, la sfida sarà inserire l’intelligenza artificiale nella squadra, senza sostituirla all’intelligenza umana. Perché, sì, è vero che l’AI sta rivoluzionando lo sport, ma nulla può prendere il posto del battito emozionato del cuore di uomo o di una donna, il giorno in cui, con in sottofondo le note dell’inno, porta al collo la medaglia d’oro olimpionica.

 


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