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Salute mentale

Abbandono

Perché la parola ‘abbandono’ è così carica di significato?

L’abbandono è una delle esperienze umane più intense e complesse, capace di attivare emozioni profonde e durature. In senso generale, il termine indica l’atto di lasciare qualcuno o qualcosa senza più curarsene. Può essere volontario o involontario, improvviso o graduale, ma ciò che accomuna tutte le forme di abbandono è la rottura di un legame: affettivo, sociale, educativo, lavorativo o simbolico. Non si tratta solo di un fatto materiale — come l’abbandono di una casa — ma soprattutto di un evento emotivo e relazionale, che coinvolge aspettative, memorie e identità.

Da un punto di vista psicologico, l’abbandono può produrre ferite profonde, soprattutto se vissuto in età infantile. Le neuroscienze hanno mostrato come l’assenza di figure di riferimento stabili nei primi anni di vita possa alterare i circuiti cerebrali legati all’attaccamento e alla regolazione emotiva. Ma anche in età adulta, l’abbandono — per esempio dopo una separazione coniugale o la perdita del lavoro — può generare vissuti di ansia, rifiuto, vergogna e lutto. La potenza del termine risiede nel suo valore simbolico: essere abbandonati significa essere messi da parte, ignorati, dimenticati. Per questo motivo, l’abbandono è una delle paure più radicate nell’essere umano, capace di influenzare comportamenti, relazioni e decisioni, anche molto tempo dopo l’evento originario.

Quali sono le principali forme di abbandono e come si manifestano?

L’abbandono si presenta in molteplici forme, ognuna con caratteristiche e conseguenze specifiche. Ogni forma di abbandono va riconosciuta nei suoi segni e manifestazioni, perché solo così è possibile intervenire con strumenti adeguati e personalizzati.

  • Abbandono affettivo. Si tratta della forma più riconoscibile, spesso legata alla fine di una relazione sentimentale, all’assenza di un genitore o all’interruzione di un’amicizia importante. Provoca senso di vuoto, perdita di fiducia e difficoltà a costruire nuovi legami.
  • Abbandono infantile. Avviene quando un bambino è lasciato senza cure adeguate o privato di figure di attaccamento stabili. Può essere fisico (genitori assenti) o emotivo (genitori presenti ma distaccati) e comporta gravi conseguenze sullo sviluppo cognitivo ed emotivo.
  • Abbandono scolastico. Si riferisce alla decisione — volontaria o indotta — di interrompere il percorso educativo. Spesso è il risultato di un disagio più ampio, che può includere povertà, marginalità sociale, bullismo o mancanza di supporto familiare.
  • Abbandono lavorativo. Può consistere sia nella scelta di lasciare il lavoro, sia nell’essere licenziati o messi da parte senza spiegazioni. Oltre all’impatto economico, questa esperienza può intaccare profondamente l’autostima e l’identità personale.

In che modo l’abbandono influenza la mente e il comportamento?

Le conseguenze psicologiche dell’abbandono possono variare notevolmente da persona a persona, ma esistono alcuni effetti comuni che la ricerca scientifica ha identificato con chiarezza. Questi effetti riguardano sia la sfera emotiva che quella comportamentale: non sono irreversibili, ma richiedono un percorso di consapevolezza, supporto psicologico e rielaborazione del trauma.

  • Ansia da separazione: chi ha vissuto esperienze di abbandono può sviluppare un’intensa paura di essere lasciato di nuovo. Questo può manifestarsi in relazioni affettive instabili, ipercontrollo, gelosia e dipendenza emotiva.
  • Comportamenti evitanti: in alternativa, alcune persone sviluppano strategie di protezione che le portano a evitare ogni coinvolgimento emotivo, per timore di rivivere il dolore dell’abbandono. Ne derivano relazioni superficiali, distacco affettivo e difficoltà a fidarsi.
  • Bassa autostima: l’abbandono mina il senso di valore personale. Chi è stato abbandonato tende a interiorizzare l’idea di non meritare amore, attenzione o successo, sviluppando pensieri negativi su di sé e sugli altri.
  • Reazioni depressive o aggressive: la frustrazione e la solitudine possono sfociare in disturbi dell’umore, apatia, isolamento oppure, al contrario, in comportamenti oppositivi, impulsivi o autodistruttivi.

Come si affronta l’esperienza dell’abbandono dal punto di vista terapeutico?

La psicoterapia gioca un ruolo fondamentale nel trattamento delle ferite da abbandono. Esistono approcci diversi che, a seconda delle esigenze del soggetto, possono aiutare a ricostruire fiducia e autonomia emotiva. Di seguito alcuni strumenti terapeutici efficaci:

  • Terapia cognitivo-comportamentale (CBT): aiuta la persona a identificare e modificare i pensieri disfunzionali legati all’abbandono, come il senso di colpa, l’autosvalutazione o la paura del rifiuto.
  • Terapia psicodinamica: esplora le radici profonde del vissuto di abbandono, spesso legate all’infanzia e alle prime relazioni affettive. L’obiettivo è portare alla luce i meccanismi inconsci che influenzano il presente.
  • Terapia focalizzata sull’attaccamento: lavora sullo stile di attaccamento del paziente, aiutandolo a sviluppare relazioni più sicure e stabili nel tempo.
  • Gruppi di sostegno e auto-aiuto: condividere la propria esperienza con altri che hanno vissuto situazioni simili può offrire un forte senso di appartenenza e normalizzare il dolore.

Il percorso terapeutico richiede tempo, ma può diventare un’occasione di crescita, offrendo nuove risorse per affrontare il mondo con maggiore serenità e consapevolezza.

L’abbandono è sempre negativo o può diventare anche un’opportunità?

Sebbene l’abbandono sia generalmente vissuto come una perdita dolorosa, in alcune circostanze può trasformarsi in una spinta al cambiamento, alla liberazione o alla rinascita. Questa prospettiva non ne nega la sofferenza, ma invita a riconoscerne le potenzialità trasformative.

  • Fine di relazioni tossiche: essere abbandonati da chi esercitava controllo, manipolazione o violenza può rappresentare l’inizio di un percorso di autodeterminazione e guarigione.
  • Autonomia e crescita personale: in alcune fasi della vita, come il passaggio dall’adolescenza all’età adulta, l’abbandono di certi legami (familiari o scolastici) è parte di un processo fisiologico di emancipazione.
  • Creatività e resilienza: molte opere d’arte, progetti sociali o scelte di vita radicali sono nate proprio da una profonda ferita d’abbandono, che ha spinto l’individuo a cercare un senso nuovo alla propria esistenza.
  • Riflessione esistenziale: vivere l’abbandono può anche indurre una rilettura del proprio passato, un confronto con le proprie fragilità, e l’inizio di un cammino spirituale o filosofico.

Trasformare l’abbandono in opportunità non significa glorificarlo, ma riconoscerne la possibilità di generare nuovi orizzonti.

Perché temiamo tanto l’abbandono e cosa dice di noi questa paura?

La paura dell’abbandono è una delle emozioni più universali e trasversali, presente in ogni cultura e fase della vita. Essa nasce da un bisogno fondamentale: quello di essere riconosciuti, accuditi, connessi agli altri. Gli esseri umani, infatti, sono creature relazionali per natura e la solitudine forzata è spesso percepita come una minaccia alla sopravvivenza.

Dal punto di vista evolutivo, la paura dell’abbandono ha avuto una funzione adattiva: nel mondo primitivo, essere esclusi dal gruppo poteva significare la morte. Anche oggi, questa paura si manifesta in forma meno estrema, ma non meno intensa: basta pensare alla sofferenza generata da un “visualizzato ma non risposto” in una chat, o all’angoscia per una telefonata ignorata. Questa paura può diventare un indice prezioso per conoscere meglio noi stessi. Ci rivela i nostri bisogni affettivi, i nostri limiti e le ferite ancora aperte. Ma può anche guidarci a costruire relazioni più sane, basate su reciprocità e rispetto, dove il legame non sia dipendenza, ma scelta consapevole.

Comprendere l’abbandono, dunque, non è solo un atto terapeutico, ma anche filosofico: ci invita a interrogarci sul valore dei legami, sul senso dell’altro e sulla nostra capacità di restare presenti a noi stessi anche quando gli altri se ne vanno.

 

Bibliografia
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Sitografia
  • https://www.unobravo.com/post/sindrome-abbandono Consultato a luglio 2025

  • https://www.studiocolamonico.it/paura-dellabbandono/ Consultato a luglio 2025

  • https://www.medicalnewstoday.com/articles/abandonment-issues#summary Consultato a luglio 2025

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