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L’arte come strumento per l’inclusione e l’accessibilità

ArteMIA e AIDA per un’arte inclusiva

L’arte può essere un efficace strumento terapeutico a favore dell’inclusività, seppure tale approccio non sia ancora sufficientemente valorizzato e diffuso. Il potenziale dell’arte dovrebbe essere considerato anche in funzione degli spazi dove questa viene conservata e tramandata, ossia i luoghi della cultura: ambienti dove svolgere attività con il fine della promozione del benessere degli individui e in generale della società tutta.

Cultura come welfare e benessere

Nel mondo contemporaneo, i beni culturali non devono essere solo una testimonianza del passato, ma una risorsa attiva per costruire una società inclusiva ed equa. Ripensare la relazione con il patrimonio significa partire da una visione di inclusione, abbattendo le barriere e garantendo che la cultura sia un diritto accessibile e universale. Per affrontare le sfide dell’inclusione sociale e del welfare culturale, le istituzioni devono reinventare, non solo il loro ruolo, ma anche le modalità con cui interagiscono con il pubblico. Vediamo insieme due progetti di arte inclusiva, come strumento per una salute globale di tutta la comunità: ArteMIA e AIDA.

Le guide accessibili di ArteMIA

Il progetto ArteMIA rappresenta una buona pratica di questo processo di innovazione, offrendo un modello che risponde in modo concreto e creativo a queste esigenze. ArteMIA è ideato e promosso dal CRHACK LAB FOLIGNO 4D, con l’obiettivo di creare Guide Accessibili con e per persone con disabilità cognitive, coinvolgendo gli utenti di cooperative locali. Questi sono gli ideatori e i creatori della Guida, che viene realizzata seguendo le regole dell’approccio “Easy to Read” e applicando la Metodologia ideata dal progetto Erasmus+ ACCEASY, Easy to Read, Easy to Access.

Le attività di ArteMIA si dividono in:

  1. Visite nei luoghi della cultura. Viene organizzata una visita in ogni luogo individuato, secondo le esigenze sia dei partecipanti sia del luogo ospitante. Durante la visita gli utenti vengono accompagnati dallo staff del CRHACK LAB alla scoperta del patrimonio culturale, dando importanza anche a dettagli e curiosità da poter rielaborare e inserire nell’Itinerario. Durante le visite, i partecipanti scattano le foto con i propri smartphone o con delle fotocamere digitali, che verranno poi inserite nella Guida.
  1. Laboratori di rielaborazione delle informazioni. Dopo le visite, i partecipanti ai laboratori rielaborano le informazioni acquisite durante le stesse. Insieme allo staff del CRHACK LAB e ai loro educatori, vengono selezionati i testi e le foto.
  1. Realizzazione Itinerario Easy to Read e trasposizione dei contenuti in linguaggio Easy to Read. Questa azione è quella che porta alla realizzazione vera e propria della Guida Itinerario. I partecipanti al progetto, supportati dagli educatori, già formati sulla Metodologia ACCEASY, trasformano i contenuti in Easy to Read, in modo da renderli semplici e accessibili a tutti. Dopo aver selezionato, rielaborato i testi e scelto le foto (attività 2), si passa al loro adattamento in Easy to Read e all’editing del materiale fotografico.
  1. Organizzazione evento finale. Viene organizzato un evento di presentazione del progetto e della Guida all’interno del luogo del patrimonio protagonista della Guida ArteMIA. L’evento è destinato a tutta la cittadinanza. I partecipanti al progetto accompagnano il pubblico in una visita guidata seguendo le informazioni e l’itinerario della Guida ArteMIA.

ArteMIA rappresenta una pratica innovativa in grado di rispondere alle sfide dell’inclusione. Il progetto è un esempio concreto di come il patrimonio culturale possa diventare uno strumento per l’integrazione, creando un ambiente in cui tutte le voci siano valorizzate e ascoltate. Con ArteMIA, il patrimonio non è più una collezione statica, ma un’entità vivente che si evolve con il contributo di chi lo vive.

AIDA: arte inclusiva per i pazienti con Alzheimer

AIDA Alzheimer patients Interaction through Digital and Arts, coordinato da Fondazione Patrizio Paoletti, è un progetto ideato per fornire ai pazienti con Alzheimer nuove modalità di interazione con l’ambiente e il patrimonio culturale, attraverso l’integrazione di metodologie innovative in ambito clinico, museale, artistico, digitale e tecnologico.

Le sue attività sono suddivise in tre diverse fasi, combinando strumenti digitali e artistici:

  • Esplorazione dell’arte: visite guidate in musei e luoghi di rilevanza storico-naturalistica, con manipolazione di opere d’arte e discussioni collettive con facilitatori e assistenti.
  • Creazione artistica: coinvolgimento in prima persona nella creazione, digitale o analogica, di arte in diverse forme, dalla pittura alla fotografia, con l’assistenza di facilitatori qualificati.
  • Creazione di una galleria personale: una piccola sessione in cui ai partecipanti e assistenti viene mostrato un museo virtuale del progetto. In alcuni casi, una collezione di opere delle fasi precedenti è disposta nello stesso ambiente virtuale come un “museo personale”, in cui i partecipanti espongono privatamente, assistiti dai loro assistenti e facilitatori, opere d’arte particolarmente apprezzate o realizzate da loro.

ArteMIA e AIDA dimostrano come le istituzioni culturali e museali possano collaborare per diventare promotrici attive di importanti cambiamenti sociali. L’inclusione, infatti, non è solo una questione di rappresentanza ma un mezzo per creare una società più coesa, in cui ogni individuo possa riconoscersi e partecipare attivamente, anche attraverso il patrimonio artistico e culturale.

 

Giorgia Marchionni - European Grants International Academy | LinkedIn

Giorgia Marchionni è Coordinatrice e Project Manager del CRHACK LAB. Dopo la laurea triennale in Beni e Attività Culturali (Università degli Studi di Perugia), ha conseguito la laurea magistrale in Management dei Beni culturali (Università degli Studi di Macerata) e il diploma presso la Scuola di Specializzazione in Beni Storico Artistici (Università degli Studi di Macerata).

Lavora a progetti nazionali ed internazionali nell’ambito del Patrimonio Culturale, accessibilità e inclusione, come ACCEASY-Easy to Read, Easy to Access, che che mira ad aprire il patrimonio culturale alle persone con disabilità intellettiva e di usare il patrimonio culturale come strumento per promuovere l’inclusione sociale, AIDA-Alzheimer patients Interaction through digital and Art, che mira a creare una metodologia per aiutare le persone con Alzheimer e i loro caregiver, utilizzando l’arte e il digitale, ArteMIA-L’Arte come Mezzo per l’Inclusione e l’Accessibilità, che ha l’obiettivo di creare una guida museale realizzata da persone con disabilità cognitive. Inoltre è attivamente coinvolta in attività incentrate sulla promozione del Patrimonio Culturale.

 


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Bibliografia
  • Auteri, M. (2012). Vado al museo per sentirmi bene, esperienze di museoterapia, Fondazione Puglisi Cosentino per l’Arte, Catania, 2012, pp. 1-2: http://www.fondazionepuglisicosentino.it/Public/fck/file/Museoterapia%20pdf.pdf
  • Delle fave, A., Sartori, R. D. G. (2013). La psicologia positiva e la scienza del benessere, in Grossi, E., Ravagnan, A.M., (2013). Cultura e salute. La partecipazione culturale come strumento per un nuovo welfare, Milano, Springer-Verlag Italia, pag. 126.
  • Fancourt, D., & Finn, S. (2019). What is the evidence on the role of the arts in improving health and well-being? A scoping review. World Health Organization. Regional Office for Europe.
  • Konlaan, B. B., Bygren, L. O., & Johansson, S. E. (2000). Visiting the cinema, concerts, museums or art exhibitions as determinant of survival: a Swedish fourteen-year cohort follow-up. Scandinavian journal of public health28(3), 174–178.
Immagini
  • Foto di Giorgia Marchionni

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