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Essere papà oggi: la storia di Marco

Mi presento: sono Marco, ho 54 anni, sono sposato con Barbara da 23 anni e… 15 anni fa siamo diventati genitori di Emanuele. Di professione sono psicologo e psicomotricista e mi occupo principalmente dell’età evolutiva.

Essere papà in questo momento storico è una sfida avvincente. Fatico a trovare un riferimento nella tradizione del mio passato o del passato in generale: i modelli di papà e di maschile che abbiamo ereditato spesso oscillavano tra l’autoritarismo e l’assenteismo. Questo spesso ha determinato una relazione padre-figlio poco affettuosa e poco sintonizzata. Da quando è nato Emanuele per me è iniziata la ricerca continua di quella “giusta vicinanza” o “giusta distanza” che permette di bilanciare l’affettività e la cura con la responsabilità educativa e la fermezza educativa. In questo continuo “tendere verso” questo equilibrio, sento fondamentale il confronto periodico sia con gli altri genitori, sia con persone che si dedicano con professionalità, scientificità e passione alla pedagogia e alla psicologia dell’età evolutiva.

L’incontro con la Pedagogia per il Terzo Millennio (PTM) è stato straordinario in quanto mi ha permesso di confrontarmi con un metodo pedagogico che fa dell’ascolto e dell’osservazione i capisaldi di qualsiasi intervento educativo in un orizzonte ampio, volto allo sviluppo armonico dei potenziali. Considerare i diversi piani dell’essere umano (istintivo-motorio, emotivo, cognitivo e spirituale) in modo completo e integrato è ciò che cerco per me e per mio figlio. È questo a cui sempre di più mi ispiro nel quotidiano, a volte con successo, a volte con… “campi di miglioramento” quotidiani.

La creazione di un programma formativo online attraverso i webinar è stata una splendida scoperta e un aiuto importante. Serata dopo serata mi sono sentito accompagnato da un team di esperti con una capacità comunicativa straordinaria che ha permesso di “bucare lo schermo” dell’online e raggiungermi con intensità e con calore. In ogni incontro ho sentito un sapiente bilanciamento tra condivisione di “dati” scientifici tratti da ricerche psicopedagogiche e neuroscientifiche attuali e proposte pedagogiche ad ampio spettro di visione, sensibili alle differenze specifiche e alla necessità di posizioni intermedie tra gli estremismi dogmatici in cui si rischia spesso di finire (tra la rigidità e il permissivismo).

All’interno delle sfide adolescenziali ho trovato utili, per il mio rapporto con Emanuele, le proposte volte a migliorare la capacità di noi genitori di ascoltare anche il “non detto”, di accogliere con fiducia la sperimentazione trasgressiva implicita nell’età, mantenendo comunque sempre un “ponte” comunicativo fatto di disponibilità di tempo e di dialogo rispettoso, quella che in PTM si chiama “osservazione senza giudizio” e “mediazione educativa”. Ho tradotto tutto ciò nella mia quotidianità in “piccole buone abitudini”: i viaggi in auto in cui ci alterniamo nella scelta di musiche “condivise” (cioè ascoltate senza cuffie!) e in commenti relativi; i momenti a tavola dove estraiamo a caso le carte “bla bla bla” in cui sono scritte domande provocatorie che ci consentono di confrontarci “alla pari” su vari temi senza la presunzione di avere io la verità in tasca.

Nell’idea, offerta in un webinar, di poter offrire a mio figlio altri modelli di maschile e di padri, ho trovato interessante coinvolgerlo sempre più spesso in cene con amici e conoscenti di varie età e posizioni sociali e lavorative. Alla fine della cena ci soffermiamo a dialogare sulla percezione che Emanuele ne ha avuto e spesso questo porta ad intrecciare la sua sensibilità con la mia e, ad entrambi, di scorgere altri orizzonti oltre ai nostri usuali.

Nell’adolescenza di Emanuele, ancor di più che nelle età precedenti, sento, inoltre, la necessità di prendermi cura di me per poter “esserci” accanto a lui, sempre più libero da aspettative e pregiudizi. Per questo le pratiche di meditazione che in alcuni webinar sono state suggerite sono state per me eccezionali. Praticare un minuto di silenzio più volte è stato fondamentale: nella quotidianità questo minuto è quello che interpongo tra le mie aspettative e l’inizio di interazione con Emanuele. Questo mi permette di evitare di “subire” in modo a mia volta reattivo il fastidio di fronte ad una sua risposta negativa. Questo “minuto” di respiro lento e consapevole mi rende più accogliente, più libero dai miei attaccamenti e, molto spesso, mi porta a trovare un Emanuele sorprendentemente più disponibile al mio “esserci” accanto a lui, libero da giudizio e aspettative.

È un allenamento continuo e, come per ogni allenamento, è fondamentale avere un team con cui allenarsi e qualche bravo coach accanto. I webinar di Fondazione per me sono questo.

Mi auguro che anche per molti altri papà possa essere quello stimolo e quella guida orientante che aiuta ad accogliere le due sfide che noi papà abbiamo di fronte: trovare un “nuovo modo di essere papà” e trovare un modo di manifestare il maschile che non degeneri in maschilismo ma sappia donare la specificità della propria energia maschile nella relazione educativa.

L’impegno di Fondazione Patrizio Paoletti – I webinar per genitori, educatori e insegnanti

Elena Perolfi, responsabile dei progetti pedagogici, didattici e formativi della Fondazione Patrizio Paoletti ci racconta il percorso di incontri educativi e formativi messo a disposizione per ogni famiglia.

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