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Salute mentale

Disturbo bipolare

In cosa consiste il disturbo bipolare?

Il disturbo bipolare è un disturbo psichiatrico complesso che si manifesta con oscillazioni estreme dell’umore, dell’energia e del comportamento. Non si tratta semplicemente di essere “lunatici” o “instabili”: chi ne soffre può attraversare periodi di euforia intensa (fase maniacale o ipomaniacale) alternati a fasi di profonda depressione, in modo ciclico e spesso imprevedibile. Questa condizione interessa circa l’1-2% della popolazione mondiale, ma il numero potrebbe essere più alto, considerando i molti casi non diagnosticati.

Negli ultimi anni se ne parla di più, anche grazie a una maggiore consapevolezza e al contributo di figure pubbliche che hanno condiviso la propria esperienza con la malattia. Tuttavia, nonostante questa maggiore visibilità, restano molti pregiudizi e incomprensioni. Comprendere il disturbo bipolare non significa solo conoscere i sintomi, ma anche riconoscere l’impatto che ha sulla vita quotidiana, sulle relazioni e sul lavoro delle persone che ne soffrono. È una condizione seria ma gestibile, soprattutto se diagnosticata precocemente e trattata in modo adeguato con l’aiuto di professionisti della salute mentale.

Quali sono le principali forme del disturbo bipolare?

Il disturbo bipolare non si presenta in un’unica forma: ne esistono diverse tipologie, ognuna con caratteristiche specifiche che influenzano in modo diverso la vita delle persone. Le classificazioni più comuni sono:

  • Disturbo bipolare di tipo I: è la forma più grave, caratterizzata da almeno un episodio maniacale pieno, spesso seguito o preceduto da episodi depressivi maggiori. La mania può portare a comportamenti impulsivi, euforia incontrollabile, insonnia prolungata e, nei casi più acuti, anche deliri o allucinazioni. È la forma che spesso richiede ospedalizzazione.
  • Disturbo bipolare di tipo II: include almeno un episodio ipomaniacale (più lieve della mania) e uno o più episodi depressivi maggiori. Chi ne soffre può apparire “funzionale” durante l’ipomania, ma le fasi depressive sono spesso molto invalidanti. È anche la forma più frequentemente sottodiagnosticata.
  • Ciclotimia: è una forma attenuata e più cronica del disturbo, in cui si alternano sintomi ipomaniacali e depressivi lievi, senza mai raggiungere la gravità degli episodi pieni. Può durare anni e spesso viene scambiata per un semplice “carattere instabile”.
  • Disturbi bipolari non altrimenti specificati (NAS): comprendono forme atipiche o parziali del disturbo, che non rientrano pienamente nei criteri delle altre categorie ma presentano comunque oscillazioni significative dell’umore.

Queste forme, pur diverse tra loro, condividono una matrice comune: l’instabilità emotiva ciclica. Comprenderle è il primo passo verso una diagnosi corretta e un trattamento mirato.

Come si manifestano i sintomi e come riconoscerli?

Il disturbo bipolare si esprime attraverso un’ampia gamma di sintomi che cambiano in base alla fase (mania, ipomania o depressione). Riconoscerli non è sempre facile, ma ci sono segnali chiari da tenere sotto osservazione:

Durante la fase maniacale:

  • Umore euforico o irritabile, con un senso di grandiosità e invincibilità.
  • Aumento dell’attività fisica e mentale, accompagnato da ridotto bisogno di sonno.
  • Comportamenti impulsivi o a rischio (spese eccessive, sessualità disinibita, decisioni avventate).
  • Pensiero accelerato e difficoltà a concentrarsi, con discorsi rapidi e disorganizzati.

Durante la fase ipomaniacale:

  • Gli stessi sintomi della mania, ma in forma attenuata e senza gravi compromissioni della vita sociale o lavorativa. La fase ipomaniacale spesso è vissuta positivamente dalla persona, che si sente particolarmente creativa, produttiva o “sul pezzo”.

Durante la fase depressiva:

  • Tristezza profonda, perdita di interesse per qualsiasi attività e stanchezza cronica.
  • Disturbi del sonno (insonnia o ipersonnia), alterazioni dell’appetito e senso di colpa eccessivo.
  • Difficoltà a pensare, decidere o persino alzarsi dal letto.
  • In casi gravi, ideazione suicidaria o tentativi di suicidio.

Il passaggio da una fase all’altra può avvenire in modo lento o improvviso, e alcune persone sperimentano anche episodi misti, in cui compaiono simultaneamente sintomi maniacali e depressivi.

Quali sono le cause del disturbo bipolare? È solo una questione genetica?

Il disturbo bipolare ha una base multifattoriale, ovvero è causato da una combinazione di fattori genetici, biologici e ambientali. Nessuna causa singola è sufficiente a scatenarlo, ma l’interazione tra più elementi può innescarne l’esordio. I principali fattori sono:

  • Fattori genetici. Esiste una forte componente ereditaria. Chi ha un familiare di primo grado con disturbo bipolare ha un rischio aumentato di svilupparlo. Tuttavia, non esiste un singolo “gene del bipolarismo”, ma un insieme di varianti genetiche che aumentano la vulnerabilità.
  • Alterazioni neurobiologiche. Studi di neuroimaging hanno evidenziato differenze nel funzionamento di alcune aree cerebrali coinvolte nella regolazione dell’umore, come l’amigdala e la corteccia prefrontale. Anche i neurotrasmettitori come la dopamina e la serotonina giocano un ruolo cruciale.
  • Eventi stressanti. Lutti, traumi, abuso di sostanze o cambiamenti di vita significativi (come una gravidanza o un licenziamento) possono scatenare il primo episodio in soggetti predisposti.
  • Disregolazione del ritmo sonno-veglia I disturbi del sonno sono sia un sintomo che un potenziale fattore scatenante, e la ricerca recente sottolinea l’importanza del ritmo circadiano nella stabilità dell’umore.
  • Recenti studi hanno anche esplorato il legame tra disturbo bipolare e infiammazione cronica a bassa intensità, aprendo nuove prospettive per trattamenti futuri che vadano oltre i classici stabilizzatori dell’umore.

Come si cura il disturbo bipolare oggi?

Il trattamento del disturbo bipolare richiede un approccio integrato, che tenga conto sia degli aspetti biologici che di quelli psicologici e sociali. Gli interventi più efficaci includono:

  • Farmaci stabilizzatori dell’umore: come il litio (ancora oggi lo standard di riferimento), il valproato e la lamotrigina. Aiutano a prevenire le ricadute e a ridurre l’intensità degli episodi.
  • Antipsicotici atipici: utilizzati nelle fasi acute, soprattutto maniacali, per contenere i sintomi più gravi. Alcuni di essi, come la quetiapina, sono approvati anche per la depressione bipolare.
  • Psicoterapia: la terapia cognitivo-comportamentale, la psicoeducazione e la terapia interpersonale e sociale sono strumenti fondamentali per aiutare il paziente a riconoscere i segnali precoci, gestire lo stress e migliorare l’aderenza al trattamento.
  • Interventi sullo stile di vita: regolarità nel sonno, esercizio fisico moderato, riduzione di alcol e sostanze stimolanti e un’alimentazione equilibrata contribuiscono alla stabilità dell’umore.
  • Supporto familiare: il coinvolgimento dei familiari è cruciale per creare un ambiente favorevole e per intervenire tempestivamente in caso di crisi.

Nuove ricerche stanno esplorando l’uso della neuromodulazione (come la stimolazione magnetica transcranica) e terapie digitali per migliorare la gestione quotidiana del disturbo. Anche il monitoraggio tramite app dedicate sta diventando un valido supporto.

Si può vivere bene con il disturbo bipolare?

Sì, si può vivere bene. Anche se il disturbo bipolare è una condizione cronica, molte persone riescono a condurre una vita piena e soddisfacente con il giusto supporto. La chiave è la gestione a lungo termine, che prevede:

  • una diagnosi tempestiva e accurata;
  • un trattamento farmacologico personalizzato;
  • un percorso psicoterapeutico continuativo;
  • un contesto sociale empatico e comprensivo.

Personaggi famosi come Stephen Fry, Mariah Carey e Carrie Fisher hanno raccontato pubblicamente la loro esperienza con il disturbo bipolare, dimostrando che non è un ostacolo insormontabile. Naturalmente, ci sono alti e bassi, ma imparare a conoscere il proprio ciclo emotivo, accettare il disturbo senza vergogna e prendersi cura della propria salute mentale fanno la differenza. Anche il lavoro, le relazioni e la genitorialità possono essere pienamente compatibili con la diagnosi, se affrontati con consapevolezza. La speranza, oggi più che mai, è fondata su dati concreti: grazie alla ricerca scientifica e all’evoluzione delle terapie, convivere con il disturbo bipolare non significa rinunciare alla qualità della vita.

Bibliografia
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  • https://apc.it/disturbi/adulto/disturbo-bipolare-disturbi-psicologici/disturbo-bipolare-cose-cause-sintomi/ Consultato a maggio 2025
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