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Corpo e salute

Anoressia

Cos’è l’anoressia e perché è così pericolosa?

L’anoressia nervosa è un disturbo del comportamento alimentare caratterizzato da una restrizione alimentare estrema, un’intensa paura di ingrassare e una percezione distorta del proprio corpo. Non si tratta solo di una perdita di peso volontaria, ma di una malattia complessa che coinvolge aspetti biologici, psicologici e sociali.

L’anoressia non è semplicemente un problema estetico, bensì una condizione potenzialmente letale. Secondo le stime, è tra le patologie psichiatriche con il più alto tasso di mortalità, dovuto a complicazioni mediche e al rischio di suicidio. Colpisce prevalentemente le adolescenti e le giovani donne, ma può manifestarsi anche negli uomini e in fasce d’età diverse.

Il corpo, privato di nutrienti essenziali, va incontro a danni progressivi: il cuore rallenta, le ossa si indeboliscono, il sistema immunitario si indebolisce. Le cause dell’anoressia sono molteplici e complesse: fattori genetici, esperienze traumatiche, pressioni sociali e disturbi psicologici pregressi possono contribuire all’insorgenza della malattia. Comprendere l’anoressia significa andare oltre il sintomo apparente e riconoscerne la pericolosità intrinseca.

Quali sono i segnali d’allarme da non sottovalutare?

L’anoressia si sviluppa in modo subdolo e progressivo, rendendo difficile il riconoscimento precoce. Tuttavia, ci sono alcuni segnali d’allarme che possono aiutare a individuare il disturbo. Sul piano fisico, una perdita di peso marcata e ingiustificata è spesso il primo campanello d’allarme. Altri sintomi includono pallore, estrema magrezza, perdita di capelli, mani e piedi freddi, stanchezza cronica e amenorrea (assenza di mestruazioni).

Sul piano comportamentale, le persone anoressiche mostrano un’ossessione per il cibo e il peso corporeo, evitando pasti o nascondendo il cibo. Spesso sviluppano rituali alimentari rigidi, come tagliare il cibo in pezzi minuscoli o masticare lentamente. Anche il comportamento sociale cambia: evitano cene con amici o familiari, si isolano e diventano irritabili o ansiose quando si parla di cibo.

L’aspetto psicologico è altrettanto significativo: un senso di inadeguatezza e un bisogno di controllo estremo caratterizzano spesso la personalità di chi soffre di anoressia. Riconoscere questi segnali può fare la differenza tra un intervento tempestivo e il peggioramento della malattia.

Quali sono le principali conseguenze sull’organismo?

L’anoressia ha effetti devastanti sul corpo, molti dei quali possono diventare irreversibili. Tra le principali conseguenze troviamo:

  • Danni al sistema cardiovascolare: la frequenza cardiaca rallenta (bradicardia), la pressione sanguigna si abbassa e aumenta il rischio di aritmie, che possono risultare fatali.
  • Alterazioni metaboliche: il corpo entra in uno stato di allarme, rallentando il metabolismo e compromettendo la regolazione della temperatura corporea.
  • Problemi ossei: la carenza di calcio e vitamina D porta a osteoporosi precoce, con un elevato rischio di fratture.
  • Danni neurologici: il cervello, privato di energia, subisce una riduzione del volume, con conseguenze su memoria, concentrazione e umore.
  • Compromissione del sistema immunitario: la capacità di difesa contro infezioni e malattie diminuisce drasticamente.
  • Squilibri ormonali: gli ormoni tiroidei e quelli sessuali vengono alterati, causando infertilità e alterazioni del ciclo mestruale.

L’anoressia non è solo una malattia mentale, ma un attacco sistemico a tutto l’organismo. Più a lungo dura, più le conseguenze diventano difficili da invertire.

Cosa spinge una persona a sviluppare l’anoressia?

Le cause dell’anoressia sono multifattoriali e complesse. Tra le principali troviamo:

  • Fattori genetici: alcune persone hanno una predisposizione biologica ai disturbi alimentari.
  • Aspetti psicologici: bassa autostima, perfezionismo e bisogno di controllo sono tratti comuni nelle persone anoressiche.
  • Influenza dei media e della società: l’ideale di magrezza promosso dai media e dai social network spinge molte persone a sviluppare una relazione distorta con il cibo.
  • Esperienze traumatiche: abusi, bullismo e pressioni familiari possono scatenare il disturbo.
  • Dinamiche familiari: ambienti ipercritici o eccessivamente protettivi possono favorire lo sviluppo dell’anoressia.

Nessuna causa, presa singolarmente, è sufficiente a spiegare l’insorgenza della malattia. È sempre l’interazione tra diversi fattori a determinarne lo sviluppo.

Quali sono le strategie di cura più efficaci?

Il trattamento dell’anoressia è complesso e richiede un approccio multidisciplinare. Tra le strategie più efficaci troviamo:

  • Psicoterapia: la terapia cognitivo-comportamentale aiuta a modificare i pensieri disfunzionali legati al cibo e all’immagine corporea.
  • Supporto nutrizionale: dietisti e nutrizionisti lavorano per reintrodurre un’alimentazione equilibrata e contrastare la malnutrizione.
  • Farmacoterapia: in alcuni casi, farmaci antidepressivi o ansiolitici possono aiutare a trattare sintomi correlati come ansia e depressione.
  • Ricovero ospedaliero: nei casi più gravi, quando il peso corporeo è pericolosamente basso o ci sono rischi per la vita, è necessario il ricovero.
  • Coinvolgimento della famiglia: la terapia familiare è essenziale per aiutare il paziente a ricostruire relazioni sane e un ambiente di supporto.
  • Gruppi di supporto: condividere esperienze con altre persone che lottano contro la stessa malattia può essere di grande aiuto.

Affrontare l’anoressia richiede tempo e determinazione, ma con il giusto supporto è possibile intraprendere un percorso di guarigione.

Come prevenire l’anoressia e promuovere un rapporto sano con il cibo?

La prevenzione dell’anoressia passa attraverso educazione, consapevolezza e cambiamenti culturali. È fondamentale:

  • Promuovere un’immagine corporea positiva: insegnare a bambini e adolescenti ad apprezzare il proprio corpo indipendentemente dai canoni estetici imposti dalla società.
  • Educare su una corretta alimentazione: fornire informazioni equilibrate sui benefici di una dieta sana senza demonizzare alcun alimento.
  • Contrastare i messaggi tossici dei media: sensibilizzare sui danni dei modelli di bellezza irrealistici.
  • Insegnare la gestione dello stress e delle emozioni: tecniche di mindfulness e supporto psicologico possono aiutare a sviluppare una maggiore resilienza.
  • Sostenere chi mostra segnali di disagio: intervenire precocemente può prevenire l’evoluzione del disturbo.

L’anoressia non è solo un problema individuale, ma una sfida sociale che richiede un impegno collettivo per essere affrontata e sconfitta.

 


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Bibliografia
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  • https://www.healthdirect.gov.au/anorexia-nervosa Consultato a febbraio 2025
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