Skip to main content

RUBRICA I TALENTI DEL CERVELLO: 5 buone abitudini per la sua salute

La qualità del nostro benessere psicofisico e della salute mentale dipende in gran parte da quanto ci prendiamo cura di noi stessi e, specialmente, del nostro cervello. Questo organo straordinario nella nostra scatola cranica vive delle connessioni con tutto il nostro essere. Oggi sappiamo di avere “un altro cervello” nel cuore, ed ancora un altro nelle nostre viscere. Siamo un sistema complesso dotato di straordinarie potenzialità, che possono essere sviluppate solo attraverso un valido percorso di apprendimento.

Ecco allora 5 attività basilari per la buona salute del nostro cervello.

1. Pratica la meditazione
Sono ormai innumerevoli gli studi scientifici che attestato i benefici della meditazione per il cervello: migliora la connettività tra le aree cerebrali, attiva processi di riorganizzazione neuronale, potenzia l’interocezione, ed altri ancora. Non occorre necessariamente dedicare molto tempo a pratiche complesse, può bastare un minuto di silenzio in cui dedicarsi a se stessi. Se lo desideri, per iniziare, qui puoi trovare una breve pratica meditativa guidata da Patrizio Paoletti:

2. Sfida il tuo cervello
È stato dimostrato come giochi mentali possono aiutare il cervello a mantenersi attivo e plastico: parole crociate, sudoku, come anche diversi video games possono costituire una semplice palestra mentale.

3. Mettiti in moto
Negli ultimi anni, grazie alla ricerca neuroscientifica, abbiamo imparato moltissimo sulla relazione tra movimento e cervello. Attivare il corpo è una necessità per attivare le funzioni cerebrali coinvolte nel movimento: equilibrio, misurazione, attenzione vigile. Non è necessario un grande sforo muscolare, è importante scegliere le giuste attività. Per approfondire, leggi la ricerca del RINED su cognizione e movimento.

4. Una buona storia
Gli esseri umani sono fatti di narrazione, i nostri cervelli producono costantemente storie in modo consapevole o automatico. Diventare proattivi nel narrare e rinarrare a noi stessi e agli altri gli eventi significa sviluppare auto-consapevolezza, come anche aiutare il cervello a migliorare la gestione delle memorie contrastando l’invecchiamento cerebrale. Inoltre, narrare potenzia l’empatia e le abilità sociali.

5. Fai piccoli cambiamenti
Il miglior nutrimento per il cervello può essere descritto in una parola ed è novità. Chiaramente, le novità saranno più utili quanto più intenzionali ed in linea con i nostri propositi, ma è fondamentale che ci siano sempre. Fare piccoli cambiamenti, variare la strada che si percorre per andare a lavoro o l’orario di un pasto stimola nuove connessioni e contrasta la fissità delle connessioni abituali.

 

 

Bibliografia

 

  • Gallagher, S. (2000). Philosophical conceptions of the self: implications for cognitive science. Trends in cognitive sciences, 4(1), 14-21.
  • James, W. (1890/1950). The Principles of Psychology, Vol. 1. New York, NY: Dover.
  • Paoletti, P., & Ben-Soussan, T. D. (2020). Reflections on inner and outer silence and consciousness without contents according to the sphere model of consciousness. Frontiers in Psychology, 11, 1807
  • Paoletti, P., & Soussan, T. D. B. (2019). The Sphere Model of Consciousness: From Geometrical to Neuro-Psycho-Educational Perspectives. Logica Universalis, 13(3), 395-415.
  • Paoletti, P., Ben-Soussan, Emotional Intelligence, Identification, and Self-Awareness According to the Sphere Model of Consciousness. The Science of Emotional Intelligence, S. G. Taukeni (Ed.), Doi: 10.5772/intechopen.98209
  • Paoletti, P., Leshem, R., Pellegrino, M., & Ben-Soussan, T. D. (2022). Tackling the Electro-Topography of the Selves Through the Sphere Model of Consciousness. Frontiers in Psychology, 1534. Raffone, A., and Srinivasan, N. (2009). An adaptive workspace hypothesis about the neural correlates of consciousness: insights from neuroscience and meditation Prog. Brain Res. 176, 161–180. doi: 10.1016/S0079-6123(09)17620-3.
  • Srinivasan, N. (2007). Cognitive neuroscience of creativity: EEG based approaches. Methods, 42(1), 109-116.
  • Varela, F. J. (1996). Neurophenomenology: a methodological remedy for the hard J. Conscious. Stud. 3, 330–349.
  • Wittmann, M. (2009). The inner experience of time. Philosophical Transactions of the Royal Society B: Biological Sciences, 364(1525), 1955-1967.

Sii parte del cambiamento. Condividere responsabilmente contenuti è un gesto che significa sostenibilità

Potrebbe interessarti

    Iscriviti alla newsletter

    NEWSLETTER GEN

    Modulo per l'iscrizione alla newsletter FPP

    Nome(Obbligatorio)
    Email(Obbligatorio)
    Privacy Policy(Obbligatorio)
    Questo campo serve per la convalida e dovrebbe essere lasciato inalterato.