La Fondazione Patrizio Paoletti, in collaborazione con l’Università degli Studi di Padova, presenta in un incontro scientifico i risultati di impatto del progetto Prefigurare il Futuro realizzato presso la Casa di reclusione di Padova nel 2021. L’evento è in programma mercoledì 15 dicembre 2021 dalle 10:30 alle 13:30 presso il Dipartimento FISPPA dell’Università di Padova, Sezione di Sociologia a Palazzo De Claricini, in via Cesarotti 10/12.
Mediatrice dell’incontro è Francesca Vianello, Delegata della Rettrice per il Progetto Università in carcere e Professore associato di Sociologia del diritto, della devianza e del mutamento sociale dell’Università di Padova. Sono intervenuti Antonio Bincoletto, Garante delle persone private o limitate nella libertà personale del Comune di Padova; Claudio Mazzeo, Direttore della Casa di Reclusione Due Palazzi di Padova; Patrizio Paoletti Presidente della Fondazione Patrizio Paoletti; Tania Di Giuseppe, psicologa della Fondazione Patrizio Paoletti e responsabile del progetto Prefigurare il Futuro; Alessandro Maculan, ricercatore dell’Università di Padova; e Giulia Perasso, psicologa e ricercatrice della Fondazione Patrizio Paoletti.
Il progetto “Prefigurare il Futuro: metodi e tecniche per potenziare speranza e progettualità”, ideato dalla Fondazione Patrizio Paoletti e realizzato in collaborazione con l’Università di Padova, è un intervento socio-educativo promosso e fortemente voluto dal Carcere di Padova I due Palazzi. L’iniziativa è stata realizzata grazie al co-finanziamento di Fondazione Patrizio Paoletti e Fondazione Mediolanum Onlus tra maggio e luglio 2021. I destinatari dell’intervento formativo sono stati i detenuti e il personale della Casa di Reclusione, ma anche gli educatori, i volontari, gli insegnanti e gli studenti che operano nel carcere.
L’obiettivo dell’incontro è restituire una fotografia delle risorse positive messe in atto dalla comunità della Casa di reclusione durante i mesi di emergenza sanitaria. Realizzato nella fase calda della pandemia dal team di psicologi e formatori della Fondazione Patrizio Paoletti in modalità online, il percorso formativo ha avuto la finalità di valorizzare le risorse positive interiori degli operatori, come la resilienzaCosa si intende per resilienza? Secondo l'American Psycholog... Leggi e la progettazione del futuro in momenti di incertezza e difficoltà. “Prefigurare il futuro” ha offerto strumenti pratici per affrontare le sfide della pandemia e aumentare la capacità di generare contesti resilienti.
Patrizio Paoletti presenta, in apertura dei lavori, anche il Modello Sferico della Coscienza alla base dell’impianto teorico del progetto Prefigurare il Futuro. Il modello, da lui stesso ideato e sviluppato, ha offerto un percorso teorico e pratico di tipo neuro-psicopedagogico per implementare consapevolezza e risorse positive in coloro che gravitano intorno alla Casa di Reclusione.
Il progetto ha coinvolto i detenuti e lo staff della casa di reclusione di Padova in 9 incontri. Attraverso questionari quantitativi e qualitativi, è stato possibile realizzare differenti studi sull’impatto del corso. Date le restrizioni legate alla pandemia da COVID-19 gli incontri di formazione sono stati svolti sia in presenza presso l’auditorium della Casa di Reclusione di Padova (Gruppo 1), sia da remoto (Gruppo 2). Il Gruppo (1) era composto da detenuti e operatori penitenziari (funzionari giuridico pedagogici, polizia penitenziaria, psicologi), il Gruppo (2) era composto da volontari, insegnanti, studenti che operano nella casa di reclusione. Il numero totale di persone che ha seguito il corso dalla Casa di Reclusione di Padova e da remoto è stato 81.
Analisi statistiche descrittive hanno permesso di misurare e monitorare nel tempo l’utilità percepita dai partecipanti e il loro coinvolgimento. Quasi la totalità dei partecipanti ha giudicato utili gli argomenti trattati, nello specifico il 94% dei partecipanti in presenza alla Casa di Reclusione e il 95,5% dei partecipanti da remoto. In maniera particolare, gli argomenti che sono stati considerati particolarmente utili dai partecipanti hanno avuto a che fare con la cura di se stessi, l’attitudine positiva di fronte alle difficoltà e darsi degli obiettivi raggiungibili in momenti di incertezza. Chi ha seguito il corso da casa ha sottolineato in particolar modo l’utilità della pratica del silenzio per ascoltare sé stessi, vissuta come una pratica curativa. Infine, la maggior parte dei partecipanti ha affermato che gli argomenti trattati hanno stimolato nuove consapevolezze su se stessi e sul modo di relazionarsi al carcere. In particolare, il 77% dei partecipanti del gruppo (1) e l’83% del gruppo (2). Sempre il 77% dei partecipanti del gruppo (1) ha affermato che gli argomenti trattati hanno stimolato nuove idee sulla “comunità carceraria”.
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