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Giornata mondiale dei diritti umani. Quale futuro per l’umanità?

Si celebra oggi la Giornata mondiale dei diritti umani, una ricorrenza sovranazionale la cui data è stata scelta per ricordare la proclamazione da parte dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite della Dichiarazione universale dei diritti umani, ratificata, appunto, il 10 dicembre del 1948 a Parigi. Prodotto di un lavoro di stesura guidato dalla volontà di evitare il ripetersi delle atrocità commesse durante la Seconda guerra mondiale, la Dichiarazione condensa in 30 articoli la dignità dell’essere umano. Ad oggi, essa rappresenta una svolta storica in grado di tracciare una rotta maestra nella costruzione di una pace universale.

A 70 anni di distanza da quel momento, la Dichiarazione universale è ancora oggi uno degli strumenti principali per la protezione internazionale dei diritti umani. Ma quale è, nel 2022, la situazione dei diritti umani nel mondo? Secondo il rapporto annuale di Human Rights Watch (organizzazione non governativa internazionale che si occupa della difesa dei diritti umani, ndr), le violazioni dei diritti umani nel mondo sono ancora troppo diffuse. Il rapporto prende in considerazioni in modo particolare gli avvenimenti del 2021 in Myanmar, Cina e Afghanistan. E negli ultimi mesi, con la guerra tra Russia e Ucraina e le proteste in Iran, le cose non sembrano certo migliorate. Tuttavia, sempre secondo il rapporto, le autorità repressive nel mondo hanno dovuto affrontare un contraccolpo significativo. Milioni di uomini e donne hanno rischiato la vita per manifestare e chiedere democrazia.

«La repressione e l’uso della violenza da parte dei leader autocratici e dei regimi militari contro le proteste civili in tutto il mondo sono il segno della loro disperazione e dell’indebolimento del loro potere».

Nonostante i progressi raggiunti negli ultimi decenni, i trenta articoli della Dichiarazione restano un miraggio per buona parte dell’umanità. Solo per fare qualche esempio: oggi un bambino su dieci è ancora vittima di lavoro minorile, donne e bambine vengono marginalizzate e sono oggetto di violenze, l’ineguaglianza sociale è in forte crescita.

È evidente come sia necessario un rinnovato impegno a favore della protezione internazionale dei diritti umani. La battaglia non è ancora stata vinta. Spetta a tutti noi continuare a difendere i principi enunciati nella Dichiarazione in nome della dignità, dell’eguaglianza e della solidarietà tra gli uomini.

In quest’ottica, per Fondazione Patrizio Paoletti la sfida in cui siamo tutti direttamente coinvolti è essenzialmente educativa. “Ogni uomo è un educatore” è il messaggio chiave. Si tratta di un concetto mutuato dalle neuroscienze e reso un pratico e concreto richiamo di responsabilità per l’individuo e l’intera collettività. Ogni piccola azione che compiamo è esempio per gli altri e fattore di cambiamento per la società. L’unico futuro possibile per l’umanità nel rispetto dei diritti è quello costruito da persone consapevoli. Persone che mettono in gioco ogni giorno, nelle loro vite, la loro parte migliore.

Con le sue attività, la Fondazione promuove la responsabilità sociale, perché il benessere personale non è mai separato da quello sociale. La qualità della vita e delle relazioni è sempre a vantaggio della società. Per questo, sin da quando è nata, l’azione di ricerca della Fondazione Paoletti è volta a sviluppare e rendere fruibili strumenti educativi e didattici per il pieno sviluppo delle risorse positive e della consapevolezza nelle persone. In qualunque contesto esse vivano, per orientare la collettività verso il benessere e la pace.

Tutti i progetti che oggi stiamo realizzando come, ad esempio, Prefigurare il futuro” nelle scuole italiane a favore della resilienza e della progettualità, la scuola di circo sociale a Scampia per fornire a bambini e adolescenti strumenti per lo sviluppo dell’intelligenza emotiva e della capacità di prefigurare il futuro, o ancora l’intervento in Nepal per sviluppare le condizioni di educabilità e istruzione per i bambini vittime della violenza assistita e le loro madri sopravvissute alla violenza di genere, vanno in questa direzione.

Bibliografia

 

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Sitografia

 

  • UN 17 Sustainable Development Goals https://sdgs.un.org/goals

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