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La meditazione che riprogramma il genoma

Epigenetica e pratiche di consapevolezza

Secondo l’OMS il crescente rumore ambientale e le condizioni sempre più sfidanti della società sono causa di stress acuto e cronico che frequentemente sfocia in manifestazioni patologiche. Realizzare uno stato di quiete della mente e delle emozioni può generare interiormente un silenzio capace di contrastare le pressioni esterne che inducono stress patologico. Tale stato può essere raggiunto tramite le pratiche basate sull’attenzione e la consapevolezza, che promuovono il benessere psicofisico attraverso il rilassamento e il silenzio e si ripercuotono a livello cellulare e molecolare, riprogrammando il genoma e comportando benefici immunitari, ormonali e neurologici.

I molti benefici della meditazione

Stiamo parlando di pratiche che hanno origine da tradizioni orientali, come le varie forme di meditazione che permettono la riduzione di pensieri ricorrenti, immagini e fluttuazioni emotive. Ma anche attività che implicano la concentrazione sul movimento condividono lo stesso scopo, come lo Yoga, il Tai Chi e il Quadrato Motor Training.

Da un punto di vista fisiologico è noto ormai da tempo che le tecniche meditative possono alleviare i sintomi stress dipendenti di disturbi psichici e fisici. Ansia e disordini dell’umore, così come malattie infiammatorie, cardiologiche e tumorali possono beneficiare degli effetti positivi delle pratiche meditative. Gli effetti della meditazione si ripercuotono a livello cellulare e molecolare, influendo sui processi di senescenza e contrastando le caratteristiche negative dell’invecchiamento.

Praticare regolarmente la meditazione, lo Yoga o il Tai Chi cambia i livelli di molti fattori immunitari, ormonali e neurologici migliorando lo stato generale dell’organismo. Lo Yoga e la meditazione mindfulness riducono lo stato infiammatorio, influendo sul sistema immunitario e sulla produzione di citochine pro-infiammatorie. Inoltre, molti studi hanno rilevato ridotti livelli di cortisolo, con conseguente riduzione dei livelli di stress.

Anche il cervello beneficia in larga misura della pratica regolare di un’attività meditativa sia statica che in movimento. La neuroplasticità e la sinaptogenesi sono stimolate attraverso la modulazione delle neurotrofine, BDNF ed NGF, come osservato in varie pratiche, incluso il Quadrato Motor Training. Dunque, anche le capacità cognitive, l’apprendimento, la memoria e la creatività risentono degli effetti benefici della meditazione, contribuendo ad un invecchiamento sano.

 


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Epigenetica della meditazione

È probabile che tali variazioni dipendano da cambiamenti nell’attività dei geni che codificano i fattori sopra citati, attraverso il coinvolgimento di meccanismi epigenetici. L’epigenetica regola le attività del genoma in risposta a influenze ambientali e la sua caratteristica più importante è la reversibilità. Così come condizioni avverse possono impattare il genoma negativamente, inducendo malattia, influenze positive e comportamenti virtuosi possono ribaltare tale tendenza, migliorando il benessere.

L’influenza dell’epigenetica è direttamente sul DNA attraverso vari meccanismi molecolari quali la metilazione del DNA, variazioni strutturali sulla cromatina e l’uso di RNA non codificanti. Diversi studi basati sull’analisi globale dell’attività dei geni hanno evidenziato le classi geniche che vengono attivate dalle pratiche della consapevolezza. Non sorprende che i geni interessati a questa regolazione differenziale siano prevalentemente i modulatori della risposta immunitaria, i determinanti ormonali dello stress e le neurotrofine.

Consapevolezza e metilazione del DNA

Nonostante una serie di chiare indicazioni e di ragionevoli ipotesi, gli studi epigenetici collegati alle pratiche di consapevolezza si contano ancora sulle punte delle dita. I risultati sono tuttavia evidenti: tutti i meccanismi epigenetici risultano in qualche modo influenzati in seguito allo svolgimento più o meno lungo di una tecnica meditativa.

Sia che si eseguano pratiche in movimento sia che si resti seduti a meditare, la metilazione del DNA subisce delle variazioni significative, ed è attualmente la più studiata. La metilazione del DNA varia nell’arco della vita e subisce fenomeni di deregolazione durante l’invecchiamento. Almeno due studi sul Tai Chi e sulla mindfulness hanno rilevato un rallentamento del decadimento della metilazione del DNA, evidenziandone gli effetti positivi sull’invecchiamento. Indicazioni dall’analisi globale della metilazione del DNA suggeriscono un effetto significativo del QMT sulla metilazione in relazione all’attività genica e alla stabilità genomica. Studi pionieristici in questo campo hanno rivelato che il Tai Chi, lo Yoga e la mindfulness inducono cambiamenti di metilazione su molti geni influenzandone l’attività. Geni pro-infiammatori (TNF) risultano ipermetilati e quindi meno attivi, mentre geni legati all’asse HPA appaiono ipometilati e quindi più attivi in correlazione a riduzione dello stress.

Meditazione, geni e depressione

Interessante è il caso della riduzione della metilazione del DNA, indotta dal Tai Chi, sul gene BDNF, in anziani con depressione. In questo caso l’ipometilazione stimola l’attività del gene, contribuendo alla riduzione dei sintomi depressivi. BDNF viene stimolato anche dalla pratica del QMT, sebbene ancora non ci siano indicazioni, nello specifico, di cambiamenti nella metilazione del DNA. Ancora, sessioni di mindfulness combinati con esercizi di respirazione attivano il gene per un trasportatore della serotonina in soggetti depressi. Questo gene è di solito ipermetilato e quindi inattivo nelle persone depresse, ma in seguito alla pratica perde gran parte della metilazione recuperando la sua attività.

La riprogrammazione del genoma

Ciò che appare evidente dai pur limitati risultati disponibili è che praticare la consapevolezza può stimolare la cancellazione dei marchi epigenetici negativi impressi da condizioni avverse. In sintesi, è possibile iniziare un processo di riprogrammazione delle attività del genoma, a sostegno di processi utili per la salute e il benessere. Secondo le concezioni correnti, gli effetti delle pratiche di consapevolezza sono legati al passaggio da una “mente vagabonda” ad una “mente meditativa”. Interrompendo il circuito dei pensieri circolari della vita quotidiana, il nostro organismo può resettare i suoi programmi, riducendo o cancellando i segni dello stress.

Sabrina Venditti, ricercatrice presso il Dipartimento di Biologia e Biotecnologie Charles Darwin della Sapienza Università di Roma.

 


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Bibliografia
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