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Precuneo

Che cos’è il precuneo e perché incuriosisce tanto neuroscienziati e filosofi della mente?

Quando si pensa al cervello umano, spesso si focalizza l’attenzione su aree come la corteccia frontale o i lobi temporali. Tuttavia, una regione relativamente meno conosciuta, il precuneo, sta attirando un crescente interesse da parte dei neuroscienziati. Il precuneo è una regione del cervello situata nel lobo parietale mediale, appena davanti al solco occipitale e dietro il corpo calloso. Nonostante la sua posizione centrale e ben definita, per lungo tempo è rimasto un enigma per le neuroscienze, tanto da essere stato soprannominato “terra incognita del cervello”.

Solo negli ultimi decenni, grazie alle tecniche di neuroimaging funzionale, il precuneo è stato riconosciuto come una delle aree più attive e polivalenti della corteccia cerebrale, coinvolta in una vasta gamma di funzioni cognitive complesse. La sua attività si osserva in compiti che spaziano dalla memoria autobiografica alla coscienza di sé, passando per la proiezione nel futuro, la navigazione spaziale, la teoria della mente e la visione immaginativa.

La sua complessità funzionale ha attirato l’attenzione di neuroscienziati, psicologi cognitivi e persino filosofi della mente. Il precuneo sembra infatti agire come un nodo integratore, capace di connettere diverse aree cerebrali e contribuire alla costruzione dell’esperienza soggettiva. Ciò lo rende un luogo privilegiato per studiare il sé, la coscienza e l’identità personale. In questo senso, comprendere il precuneo significa addentrarsi in una delle questioni più affascinanti della scienza contemporanea: come il cervello genera l’esperienza soggettiva.

In quali funzioni mentali è coinvolto il precuneo e cosa rivela la sua attivazione?

Il precuneo è tra le aree corticali più attive durante lo stato di riposo, ovvero quando non siamo impegnati in compiti specifici. Questo ha portato alla sua identificazione come centro di connessione centrale della Default Mode Network (DMN), una rete cerebrale coinvolta in attività mentali introspettive. Le principali funzioni associate al precuneo includono:

  • Memoria autobiografica: il precuneo si attiva quando rievochiamo eventi del nostro passato, in particolare esperienze personali dotate di carica emotiva. Questo suggerisce il suo ruolo nel mantenimento del senso di continuità dell’identità nel tempo.
  • Coscienza di sé: studi di neuroimaging mostrano che il precuneo è coinvolto nella riflessione su sé stessi, come quando ci chiediamo “chi sono?” o analizziamo i nostri stati emotivi. La sua attività è cruciale per la costruzione della nostra immagine mentale.
  • Teoria della mente: il precuneo partecipa alla comprensione degli stati mentali altrui, come intenzioni, desideri e credenze. È quindi fondamentale nei processi empatici e relazionali.
  • Navigazione spaziale ed esplorazione mentale: è implicato nella rappresentazione dello spazio e nell’immaginazione visiva di ambienti complessi, anche in assenza di stimoli sensoriali diretti.

Questa molteplicità funzionale rende il precuneo una struttura chiave per comprendere le dinamiche interne della mente e la nostra capacità di simulare scenari, viaggiare nel tempo mentale e costruire narrazioni personali.

Come interagisce il precuneo con altre aree cerebrali e cosa ci dice la sua connettività?

Il ruolo del precuneo non può essere compreso appieno senza considerare le sue connessioni neurali, che lo rendono una sorta di crocevia tra reti cerebrali diverse. La sua connettività estesa consente di integrarlo in sistemi funzionali complessi. Le principali connessioni includono:

  • Lobi frontali (in particolare la corteccia prefrontale mediale): questa connessione supporta funzioni legate alla riflessione, alla pianificazione e alla regolazione del comportamento sociale, favorendo la coerenza tra pensiero e azione.
  • Lobi temporali (soprattutto l’ippocampo): la comunicazione con le aree mnestiche facilita il recupero della memoria autobiografica e il consolidamento di esperienze significative nella costruzione del sé.
  • Corteccia cingolata posteriore: insieme formano un’asse fondamentale della Default Mode Network, responsabile di elaborazioni interne complesse come il pensiero immaginativo e la valutazione morale.
  • Aree parietali laterali: la sinergia con queste aree permette l’integrazione tra rappresentazioni spaziali, corporee e visive, cruciali per l’elaborazione multisensoriale.

La sua connettività lo rende vulnerabile anche in contesti patologici: alterazioni della connettività del precuneo sono state osservate in disturbi come la schizofrenia, l’autismo, la depressione e la Malattia di Alzheimer. Questo dato rafforza l’ipotesi che il precuneo sia essenziale per il mantenimento dell’integrità dell’esperienza cosciente e della coerenza mentale.

Che ruolo ha il precuneo nei disturbi neurologici e psichiatrici?

Numerosi studi clinici hanno evidenziato come alterazioni del precuneo siano associate a diverse condizioni neurologiche e psichiatriche, spesso legate a deficit dell’identità, della memoria o della coscienza. Tra i principali quadri clinici coinvolti troviamo:

  • Malattia di Alzheimer. Una delle prime aree a mostrare segni di ipoattività è proprio il precuneo. Questo si correla con la perdita della memoria episodica e della capacità di orientarsi nel tempo.
  • Depressione maggiore. L’attività del precuneo risulta spesso iperattivata durante il riposo, associata a un eccesso di ruminazione mentale e autoriflessione patologica.
  • Disturbo post-traumatico da stress (PTSD). Nei pazienti con PTSD si osserva una disfunzione della DMN che coinvolge il precuneo, con effetti sulla capacità di elaborare memorie traumatiche.
  • Schizofrenia e disturbi dello spettro autistico. In entrambi i casi si evidenziano alterazioni funzionali e strutturali del precuneo, che possono contribuire a difficoltà nel distinguere il sé dagli altri o a deficit empatici.
  • Stati vegetativi e di coscienza minima. Anche se una persona sembra incosciente o non risponde agli stimoli (ad esempio in stato vegetativo o coma), i medici possono usare tecnologie avanzate (come la risonanza magnetica funzionale) per vedere se nel cervello c’è ancora un po’ di attività nel precuneo. Se questa zona è ancora attiva, potrebbe voler dire che la persona ha una forma minima di coscienza, anche se non riesce a muoversi o comunicare. Questo è molto importante dal punto di vista etico e medico, perché aiuta a capire se e come intervenire nel trattamento di quei pazienti.

Questi dati indicano che il precuneo non è soltanto una struttura “di supporto” ma un vero e proprio centro operativo per la mente cosciente, la cui integrità è decisiva per il funzionamento psicologico e la qualità dell’esperienza soggettiva.

Perché il precuneo ci riguarda tutti e quale futuro ha la sua ricerca?

Anche se non ne siamo consapevoli, il precuneo è attivo ogni volta che sogniamo, riflettiamo su noi stessi, immaginiamo il futuro o ricordiamo il passato. È lo sfondo silenzioso del nostro teatro mentale, il luogo in cui si costruisce la narrativa personale. Comprendere il suo funzionamento non è solo un’impresa neuroscientifica, ma anche un passo importante per una maggiore comprensione della natura umana. In futuro, le ricerche su questa regione potranno aprire nuove strade:

  • In ambito clinico, per sviluppare strumenti diagnostici più sensibili nella valutazione dello stato di coscienza o di patologie neurodegenerative.
  • In psicoterapia, per comprendere meglio i meccanismi della riflessione su sé stessi e intervenire in modo mirato nei disturbi legati all’identità o all’autovalutazione negativa.
  • Nell’intelligenza artificiale e nelle neuroscienze computazionali, come modello per la simulazione di processi mentali complessi, inclusa la costruzione dell’identità e la coscienza artificiale.
  • Nella filosofia della mente, per sostenere un dialogo sempre più fecondo tra scienza e riflessione sull’essere umano, a partire da un punto di osservazione neuroscientifico ma aperto alle implicazioni esistenziali.

In un’epoca in cui l’interesse per la mente è sempre più centrale, il precuneo emerge come un luogo privilegiato di studio per capire chi siamo, da dove veniamo e come ci proiettiamo nel mondo. Un piccolo angolo del cervello, ma forse una delle chiavi per penetrare i misteri della coscienza.

 

Bibliografia
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Sitografia
  • https://formazionecontinuainpsicologia.it/dove-la-felicita-nuove-luci-sul-ruolo-del-precuneo/?srsltid=AfmBOoocQ7H_Sii6cntAKd7mP2_ex6jOupCm72Fy7V7G7THpvNteADB- Consultato ad agosto 2025

  • https://www.sciencedirect.com/topics/medicine-and-dentistry/precuneus Consultato ad agosto 2025

  • https://sciencebeta.com/precuneus/ Consultato ad agosto 2025

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