
Sport e salute mentale
Quanto pratichiamo sport in Italia?
Lo sport è un fattore protettivo per la salute mentale: contribuisce a migliorare l’autostima e a promuovere sani stili di vita, contrastando stress, depressione, ansia e declino cognitivo. Non apporta quindi solo benefici per la salute del corpo, ma anche per quella emotiva e psichica, confermandosi un pilastro fondamentale per una salute globale. Un nuovo report dell’Istat testimonia che il 37,5% della popolazione italiana, dai 3 anni in su, pratica sport, con una tendenza che cresce negli anni. Ma c’è ancora da fare per sensibilizzare sull’importanza del movimento, a tutte le età, perché 18 milioni e 850mila italiani vivono ancora una vita completamente sedentaria.
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ToggleLo sport in Italia
L’Istat ha condiviso i nuovi dati sulla diffusione dello sport in Italia, che testimoniano che nel 2024 più di 21 milioni e 500mila italiani, dai 3 anni in su, hanno praticato sport nel proprio tempo libero: circa il 37,5% della popolazione, con una tendenza crescente negli anni (nel 1995 era il 26,6%).
Quasi una persona su 3, il 28,7%, fa sport con continuità. Gli uomini tendono ancora a praticare più sport delle donne: il 43,4% contro il 31,8%. Ma dal 1995 è cresciuta la percentuale delle sportive, diminuendo le differenze di genere.
L’età è anche un fattore determinante: i più sportivi si confermano i giovani, tra gli 11 e i 14 anni, che praticano sport nel 75,6% dei casi. Mentre, dai 15 anni in su, l’interesse va decrescendo. Per quanto riguarda la frequenza dell’attività sportiva, il picco massimo è raggiunto tra i 15-24 anni e il picco minimo tra i 45 e i 64 anni, presumibilmente a causa degli impegni lavorativi e familiari.
Dai nuovi dati dell’Istat, emerge che il 62,5% degli italiani, dai 3 anni in su, non pratica attività sportiva. Il 29,7% svolge comunque qualche attività fisica, come camminare o andare in bicicletta. Ma il 32,8% è del tutto sedentario, per un totale di 18 milioni e 850mila persone.
L’impatto della sedentarietà sulla salute mentale
La sedentarietà mina gravemente la nostra salute globale, aumentando il rischio di:
- Obesità
- Patologie cardiovascolari
- Patologie metaboliche, come il diabete
- Patologie oncologiche
- Osteoporosi
Ma la sedentarietà impatta anche sulla salute mentale, aumentando i sintomi di ansia e depressione. Una ricerca del 2019 pubblicata sul Journal of affective disorders purtroppo rileva anche una correlazione tra sedentarietà e rischio suicidario negli adolescenti, confermata da un’ulteriore revisione del 2024.
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Sport e socialità, per contrastare la solitudine
In un’epoca di grandi connessioni digitali e crescente digitalizzazione dei servizi e del lavoro, cresce la sedentarietà, ma anche il rischio di solitudine. In effetti, assistiamo a una vera e propria epidemia di solitudine, un’emergenza isolamento, che impatta profondamente sulla nostra salute globale, in modo simile ad altri fattori di rischio, come il fumo e l’obesità. L’Organizzazione Mondiale della Sanità nel suo nuovo report From loneliness to social connection denuncia il dilagare dell’isolamento: 1 persona su 6 nel mondo soffre di solitudine. Il suo impatto è talmente grave che si collega addirittura a circa 100 decessi ogni ora, per oltre 871.000 morti all’anno.
Lo sport diviene allora un fattore protettivo contro la solitudine e un’importante occasione di socialità, che permette anche di uscire di più, sperimentando una maggiore apertura al mondo e una connessione all’ambiente, soprattutto per le attività all’aria aperta. Promuovere uno stile di vita attivo, durante tutto l’arco della vita, significa rispettare il nostro bisogno relazionale e magari trovare tempi e spazi per un rinnovato rapporto anche con la natura.
Promuovere il movimento per una salute globale
Invertire la pericolosa rotta della sedentarietà è possibile e urgente: uno studio pubblicato su Preventive medicine reports ha dimostrato che ridurre la sedentarietà, aggiungendo un’ora al giorno di movimento, migliora l’umore, riduce le stress e aumenta la durata del sonno, influenzando positivamente il benessere generale.
L’educazione al movimento come parte integrante di una salute globale è essenziale, a tutte le età, compresa l’anzianità, dove l’attività fisica favorisce la neuroprotezione, preservando la salute del cervello. Un’attenzione particolare è da riservare agli adolescenti, il cui benessere psicosociale è particolarmente a rischio e che beneficiano profondamente dalla pratica sportiva e dalla meditazione, che può essere anch’essa praticata nelle sue forme in movimento, come nel caso dello Yoga e del Quadrato Motor Training, che ha dimostrato importanti benefici a livello cerebrale e molecolare e i cui effetti sono stati studiati anche ad Assisi International School di Fondazione Patrizio Paoletti.
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- https://sport.ec.europa.eu/news/how-sport-strengthens-mental-health
- https://medlineplus.gov/healthrisksofaninactivelifestyle.html
- https://www.istat.it/comunicato-stampa/la-pratica-sportiva-in-italia/
- Foto di pikisuperstar su Freepik
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