Skip to main content

Neuro degenerazione

Eccitossicità

Eccitossicità: quando i neuroni si autodistruggono?

L’eccitossicità è un fenomeno neurologico che si verifica quando le cellule nervose subiscono danni o muoiono a causa di una stimolazione eccessiva da parte di neurotrasmettitori, in particolare del glutammato. Questo meccanismo, inizialmente scoperto negli anni ’50, è oggi riconosciuto come un fattore chiave in numerose malattie neurodegenerative, tra cui il morbo di Alzheimer, il Parkinson e la SLA (sclerosi laterale amiotrofica).

Ma perché un elemento essenziale per la comunicazione tra neuroni può diventare un veleno per il cervello? La risposta risiede nel delicato equilibrio che regola il funzionamento delle sinapsi. Normalmente, il glutammato consente la trasmissione dei segnali nervosi, ma quando si accumula in eccesso, scatena una cascata tossica che porta alla distruzione delle cellule cerebrali. Questo processo avviene attraverso una sovrastimolazione dei recettori NMDA e AMPA, con conseguente aumento incontrollato del calcio intracellulare e danni irreversibili.

Capire l’eccitossicità è fondamentale per comprendere molte patologie neurologiche e trovare nuove strategie terapeutiche. Ma come avviene esattamente questo fenomeno? Quali sono le sue conseguenze a lungo termine? E soprattutto, si può prevenire?

Come il glutammato può trasformarsi in un killer silenzioso?

Il glutammato è il principale neurotrasmettitore eccitatorio del sistema nervoso centrale. Senza di esso, la trasmissione dei segnali tra i neuroni sarebbe impossibile. Tuttavia, quando la sua concentrazione diventa eccessiva, si verificano effetti devastanti.

Il danno neuronale da eccitossicità avviene attraverso diversi meccanismi:

  • Attivazione eccessiva dei recettori NMDA e AMPA: questi recettori regolano il flusso di ioni nelle cellule nervose. Una stimolazione continua provoca un afflusso eccessivo di calcio nei neuroni.
  • Sbilanciamento del calcio intracellulare: il calcio è essenziale per la vita cellulare, ma in quantità eccessive innesca processi di autodistruzione come l’attivazione delle caspasi, enzimi che portano alla morte cellulare programmata (apoptosi).
  • Produzione di radicali liberi: il sovraccarico di calcio danneggia i mitocondri, organelli che forniscono energia ai neuroni, causando stress ossidativo e aumentando la produzione di radicali liberi, molecole altamente reattive che distruggono le membrane cellulari e il DNA.
  • Infiammazione e danno tissutale: il rilascio di glutammato in eccesso attiva cellule immunitarie nel cervello, come la microglia, che producono citochine infiammatorie aggravando ulteriormente il danno neuronale.

Questi processi combinati portano alla degenerazione dei neuroni e alla perdita progressiva delle loro funzioni, contribuendo a molte malattie neurologiche.

L’eccitossicità è coinvolta nelle malattie neurodegenerative?

La risposta è sì, e si tratta di un coinvolgimento cruciale. L’eccitossicità non è solo una curiosità scientifica, ma un meccanismo centrale in molte patologie che colpiscono il sistema nervoso centrale. Nella malattia di Alzheimer, ad esempio, l’accumulo della proteina beta-amiloide nei neuroni favorisce il rilascio eccessivo di glutammato, innescando un circolo vizioso che porta alla morte neuronale. Nel malattia di Parkinson, la perdita dei neuroni dopaminergici riduce il controllo dell’attività glutamatergica, provocando squilibri che peggiorano i sintomi della malattia. Anche nella sclerosi laterale amiotrofica (SLA), livelli elevati di glutammato accelerano la morte dei motoneuroni, compromettendo la capacità di muoversi e respirare.

L’eccitossicità non riguarda solo le malattie neurodegenerative, ma anche condizioni acute come ictus e traumi cranici. In questi casi, l’interruzione del flusso sanguigno al cervello causa il rilascio incontrollato di glutammato, amplificando il danno neuronale in pochi minuti. Queste scoperte hanno aperto la strada alla ricerca di nuove terapie neuroprotettive, mirate a bloccare il sovraccarico di glutammato e proteggere i neuroni dalla loro stessa iperattività.

Quali sono i fattori che amplificano l’eccitossicità?

Oltre alle malattie, esistono diversi fattori che possono favorire o amplificare il fenomeno dell’eccitossicità. Tra i più rilevanti troviamo:

  • Invecchiamento: con l’età, il cervello perde la capacità di regolare il metabolismo del glutammato, aumentando il rischio di danni neuronali.
  • Dieta e stile di vita: il consumo eccessivo di alimenti contenenti glutammato monosodico (MSG), presente in molti cibi industriali, può alterare i livelli di questo neurotrasmettitore.
  • Stress cronico: livelli elevati di cortisolo, l’ormone dello stress, influenzano negativamente la capacità dei neuroni di regolare il glutammato.
  • Esposizione a tossine ambientali: pesticidi e metalli pesanti come il piombo e il mercurio interferiscono con il metabolismo neuronale, aggravando il danno eccitotossico.
  • Disturbi metabolici: condizioni come il diabete e l’obesità possono contribuire all’aumento dello stress ossidativo e alla neuroinfiammazione, favorendo l’eccitossicità.

Questi elementi suggeriscono che la prevenzione può giocare un ruolo fondamentale nel ridurre il rischio di danni cerebrali legati all’eccitossicità.

Si può prevenire il danno da eccitossicità?

Non esiste una soluzione unica per prevenire completamente l’eccitossicità, ma alcune strategie possono ridurre significativamente il rischio.

  • Alimentazione neuroprotettiva. Una dieta ricca di antiossidanti, come frutti di bosco, verdure a foglia verde e omega-3 (presenti nel pesce), aiuta a contrastare lo stress ossidativo indotto dall’eccitossicità.
  • Attività fisica regolare. L’esercizio fisico migliora la plasticità cerebrale e favorisce la regolazione del glutammato.
  • Gestione dello stress. Pratiche come la meditazione e il sonno di qualità riducono il rilascio di cortisolo e proteggono i neuroni.
  • Farmaci e integratori neuroprotettivi. Alcune sostanze, come la memantina (un’antagonista dei recettori NMDA) o il magnesio, possono modulare l’attività del glutammato e ridurre il rischio di danno neuronale.

Integrare queste abitudini nella vita quotidiana potrebbe fare la differenza nel mantenere il cervello sano e funzionale nel tempo.

Verso nuove cure: quale futuro nella ricerca sull’eccitossicità?

La comprensione dell’eccitossicità ha già portato a importanti sviluppi terapeutici, ma la ricerca è ancora in corso. Scienziati di tutto il mondo stanno lavorando per sviluppare nuovi farmaci in grado di bloccare selettivamente l’eccesso di glutammato senza compromettere le normali funzioni cerebrali.

Tra le prospettive più promettenti troviamo l’uso di nanotecnologie per il rilascio mirato di farmaci, terapie basate su cellule staminali per riparare i neuroni danneggiati e approcci innovativi come la stimolazione cerebrale profonda. Se la scienza riuscirà a domare l’eccitossicità, potremo aprire la strada a trattamenti più efficaci per malattie neurodegenerative oggi incurabili. Il futuro del nostro cervello potrebbe dipendere proprio dalla capacità di controllare il suo più potente alleato, il glutammato.

Bibliografia
  • Baracaldo-Santamaría, D., Ariza-Salamanca, D. F., Corrales-Hernández, M. G., Pachón-Londoño, M. J., Hernandez-Duarte, I., & Calderon-Ospina, C. A. (2022). Revisiting excitotoxicity in traumatic brain injury: from bench to bedside. Pharmaceutics, 14(1), 152.
  • Guo, C., & Ma, Y. Y. (2021). Calcium permeable-AMPA receptors and excitotoxicity in neurological disorders. Frontiers in neural circuits, 15, 711564.
  • Mehta, A., Prabhakar, M., Kumar, P., Deshmukh, R., & Sharma, P. L. (2013). Excitotoxicity: bridge to various triggers in neurodegenerative disorders. European journal of pharmacology, 698(1-3), 6-18.
  • Shen, Z., Xiang, M., Chen, C., Ding, F., Wang, Y., Shang, C., … & Cui, X. (2022). Glutamate excitotoxicity: Potential therapeutic target for ischemic stroke. Biomedicine & Pharmacotherapy, 151, 113125.
  • Szydlowska, K., & Tymianski, M. (2010). Calcium, ischemia and excitotoxicity. Cell calcium, 47(2), 122-129.
  • Verma, M., Lizama, B. N., & Chu, C. T. (2022). Excitotoxicity, calcium and mitochondria: a triad in synaptic neurodegeneration. Translational neurodegeneration, 11(1), 3.
  • Wang, Y., & Qin, Z. H. (2010). Molecular and cellular mechanisms of excitotoxic neuronal death. Apoptosis, 15, 1382-1402.
Sitografia
  • https://unire.unige.it/bitstream/handle/123456789/5519/tesi23900445.pdf?sequence=1&isAllowed=y&group=an Consultato a febbraio 2025
  • https://www.researchgate.net/figure/Glutamate-excitotoxicity-leads-to-neuronal-necrosis-and-apoptosis-Increased_fig1_347257742 Consultato a febbraio 2025
  • https://www.vanityfair.it/article/alzheimer-ricercatori-italiani-scoprono-nuovo-gene-come-cambia-scenario-trattamento-malattia Consultato a febbraio 2025
Immagini

Sii parte del cambiamento. Condividere responsabilmente contenuti è un gesto che significa sostenibilità


Iscriviti alla newsletter

NEWSLETTER GEN

Modulo per l'iscrizione alla newsletter FPP

Nome(Obbligatorio)
Email(Obbligatorio)
Privacy Policy(Obbligatorio)
Questo campo serve per la convalida e dovrebbe essere lasciato inalterato.