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L’educazione come percorso di vita

Intervista a Gianni Bernardi, neo Presidente della Fondazione Patrizio Paoletti, sull’importanza dell’educazione per migliorare la qualità della vita e sul percorso di AIS all’interno della nostra mission.

L’educazione è un tesoro: ci aiuta individualmente e collettivamente a educarci per educare. A vivere una vita piena e soddisfacente, orientata e orientante. A produrre un vero e continuo miglioramento, a vivere meglio il nostro Pianeta. È per mettere in atto questo paradigma che il fondatore Patrizio Paoletti ha coniato la “Pedagogia per il terzo millennio“, il metodo educativo che sta alla base di tutti i progetti della Fondazione.

Le attività collettive degli esseri umani hanno alterato gli ecosistemi della Terra, così che la nostra stessa sopravvivenza sembra in pericolo a causa di cambiamenti ogni giorno più difficili da invertire. Forse non riusciremo a raggiungere i goal dell’agenda ONU 2030, ma l’educazione di qualità può cambiare questa tendenza, poiché è un acceleratore esponenziale. Fornire un’educazione di qualità, equa ed inclusiva e opportunità di apprendimento per tutti è una delle soluzioni per interrompere il ‘climate change’, risanare l’economia mondiale, stabilire più ampi e diffusi livelli di benessere e salvare il Pianeta. Secondo gli ultimi dati UNESCO, il 40% degli insegnanti ha una visione chiara della dimensione del ‘climate change’ e delle sfide che comporta per la vita della Terra. Ma soltanto il 20% sa come approcciare l’argomento in sede scolastica. E’ quindi necessario fornire strumenti per affrontare e sviluppare questo tema.

Aumentare la qualità dell’educazione renderà possibile la costruzione di un mondo più giusto e sostenibile. La Fondazione lavora da sempre per offrire percorsi di crescita educazionali per migliorare noi stessi e l’ambiente in cui viviamo. L’uomo da solo non riesce a rispondere alle sfide globali, ma insieme possiamo migliorare la realtà. Il primo passo è raggiungere un sempre maggior numero di persone con un’educazione efficace e innovativa. La Fondazione sta varando un programma di investimenti triennali per realizzare una parte della sua mission, sia a supporto delle fasce più fragili che a supporto dell’istruzione in Italia e all’estero. In questo scenario AIS si presenta come un asset che si auto-sostiene e che sperimenta in loco la “Pedagogia per il terzo millennio”.

Partiamo proprio dall’idea della scuola, come si inserisce AIS nella mission della Fondazione?
“La scuola di Assisi nasce dall’intuizione del fondatore Patrizio Paoletti, che ha voluto un luogo fisico dove implementare i modelli per lo sviluppo della ‘Pedagogia per il terzo millennio’. La scuola è la messa in pratica dell’idea che ogni uomo è un educatore e che l’educazione non è solo al centro della scuola, ma è al centro della società. Se pensiamo all’istruzione normalmente la decliniamo in alcune aree di necessità, come imparare a leggere e a scrivere.

Ma l’educazione non è solo questo. L’idea del fondatore era fin dal principio di dare accesso all’educazione di qualità a tutti i bambini, specialmente quelli che vivono nelle aree più povere del mondo. Il cardine della Fondazione è che ognuno di noi ha un ruolo, è un possibile agente di cambiamento. L’educazione non finisce a scuola, ma è un percorso di vita, di ‘Long Life Learning’ che non si esaurisce con l’istruzione didattica e il curriculum scolastico”.

Qual è stato in questi anni l’apporto della Fondazione all’educazione di qualità?
“La Fondazione Paoletti in 20 anni di operato ha formato educatori e operatori sociali in Italia e in Paesi in via di sviluppo, come Indonesia, India, Nepal, Perù, Haiti e Congo. Raggiungendo oltre 250mila persone tra bambini e insegnanti, solo all’estero. Fin dal 2004 il percorso che proponiamo ha spinto gli educatori verso un’educazione di qualità, per trasferire tutte le competenze di base come scrivere e leggere. E poi, anche e soprattutto, le competenze trasversali come l’auto-consapevolezza, la riflessione attiva, la capacità critica e di scelta, indispensabili per mettere a frutto le proprie abilità. All’interno della scuola si esplicano molteplici forme di relazioni sociali e si apprendono modalità pratiche e razionali.

È impagabile avere un gruppo di adulti specializzati, che sono già stati formati per innalzare le competenze e il senso critico degli alunni. Assisi International School nasce come opportunità concreta sul territorio in cui la Fondazione Paoletti si è radicata. È stato il modo per tradurre la ‘Pedagogia per il terzo millennio’ nel processo educativo vero e proprio. È stato fondamentale avere insegnanti che avessero già fatto un training specifico per offrire un percorso strutturato negli anni di formazione del bambino, dal nido alla scuola media. Il processo di crescita dei ragazzi che crescono in AIS ci viene riconosciuto ogni giorno anche dai genitori”.

 

L’educazione è il grande motore dello sviluppo personale. È attraverso l’istruzione che la figlia di un contadino può diventare medico, che il figlio di un minatore può diventare dirigente della miniera, che il figlio di un bracciante può diventare presidente di una grande nazione

Nelson Mandela

 

Come si inserisce la ricerca neuro scientifica nel processo educativo?
“Abbiamo avuto la possibilità di validare il percorso formativo dei nostri ragazzi attraverso i feedback di ricerca. La ricerca è un metodo di verifica del livello di apprendimento del bambino. In particolare, la nostra ricerca neuro scientifica agisce sui metodi e sugli strumenti per migliorare l’apprendimento. Il benessere del bambino diventa il punto cardine dell’educazione di qualità e parte dalla capacità di connessione trasversale delle attività proposte. Un esempio pratico è il teatro. Un laboratorio all’interno della scuola, che ha un corollario di azioni molto ampio nello sviluppo del bambino.

A partire dalla conoscenza delle emozioni sollecitate all’esplorazione del gesto e del movimento. E ancora, la possibilità di socializzare e il supporto al processo cognitivo. L’educazione di qualità ha proprio come finalità una forma più ampia e profonda di benessere. I bambini crescono con questo imprinting e lo portano con sé oltre alla loro esperienza scolastica, nella vastità del mondo in cui vivono, trasmettendo agli altri i loro stessi valori. AIS offre l’opportunità di creare questo circolo virtuoso dal principio del processo educativo. Questa è stata l’intuizione di Patrizio Paoletti, che la sua equipe continua a portare a compimento ogni giorno”.

Quale è stato l’impatto del Covid-19 nel mondo della scuola?
“Secondo l’UNESCO il 40% dei Paesi a reddito basso e medio basso non è stato in grado di sostenere gli studenti svantaggiati quando le scuole sono rimaste chiuse. Il gap che si è prodotto non si recupererà facilmente. La pandemia di Covid-19 ha causato la più profonda interruzione che abbiamo mai sperimentato nel settore dell’istruzione, in tutto il mondo. Il danno è incalcolabile e le ripercussioni saranno significative sulla società, sull’economia e sul futuro di tutti i Paesi, anche quelli più industrializzati. Nelle nazioni in via di sviluppo però, la quota di bambini che vivono in condizioni di povertà educativa, già oltre il 50% prima della pandemia, sta aumentando notevolmente fino al 70%.

La carenza di sistemi educativi di qualità genera crisi sociali ed economiche, peggiorando la vivibilità del Pianeta. Un divario che non sarà colmato per il 2030, se non operiamo una spinta decisa in una nuova direzione. Dobbiamo unire gli sforzi per migliorare nettamente la nostra relazione con il Pianeta. L’emergenza è assoluta, se non investiamo in una nuova educazione non riusciremo a contrastare le crisi sociali ed economiche che stanno maturando sia a livello locale che globale ”.

 

Bibliografia
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