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Socialità per una salute globale

L’importanza delle relazioni per il benessere e la vita

Viviamo in un’epoca caratterizzata da una crescente digitalizzazione del lavoro e dei servizi e da un’iperconnessione che sposta rapporti e tempo libero online. La più importante connessione resta tuttavia quella umana, possibilmente diretta e dal vivo, perché una sana socialità è un determinante fondamentale della nostra salute globale. Fondazione Patrizio Paoletti investe nell’educazione alla socialità in tutto l’arco della vita: dall’infanzia alla terza e quarta età.

Siamo fatti per la relazione

Le neuroscienze ci dimostrano che siamo “programmati” naturalmente per i rapporti interpersonali. Per esempio, la scoperta dei neuroni specchio dimostra che nasciamo per osservare, comprendere e condividere le emozioni altrui. Relazioni sociali efficaci e positive permettono il rilascio degli ormoni del benessere, come l’ossitocina e la serotonina.

La relazione è alla base della collaborazione e cooperazione e garantisce anche quel passaggio di saperi, tradizioni, affetti e gesti – una sorta di DNA culturale e familiare – che è il cuore dell’educazione, partecipando alla crescita delle persone e comunità e dell’evoluzione umana.

Le relazioni di qualità sono una fonte centrale per il nostro benessere, oggettivo e percepito. L’OMS ricorda che la socialità contribuisce a:

  • proteggere la salute durante tutto l’arco della vita
  • ridurre l’infiammazione
  • diminuire il rischio di gravi patologie
  • promuovere la salute mentale
  • prevenire la morte precoce
  • rafforzare il tessuto sociale
  • rendere le comunità più sane, sicure e prospere.

L’Harvard Study of Adult Development

Una delle ricerche scientifiche più longevi e importanti con importanti scoperte nell’ambito della socialità è l’Harvard Study of Adult Development, che è iniziato alla fine degli anni Trenta del Novecento e continua ancora adesso. Lo studio ha monitorato i comportamenti di diverse persone e generazioni, scoprendo che le persone con relazioni sociali più soddisfacenti tendono a essere, non solo più felici, ma anche più longeve e in un miglior stato di salute, con una minore probabilità di sviluppare patologie cardiache, metaboliche o ossee.

Robert Waldinger, direttore dell’Harvard Study of Adult Development, sottolinea la centralità delle relazioni di qualità e anche del matrimonio, “il miglior indicatore di una vita felice e sana”, nelle sue dichiarazioni al The Harvard Gazette.

L’importanza dell’amicizia

Se una relazione d’amore stabile e appagante è importante, secondo Waldinger, fondamentale è anche la rete delle amicizie, che è correlata, a livello cerebrale, al sistema di ricompensa ma anche ai circuiti dopaminergici perché, anche evolutivamente parlando, avere amici aiuta la sopravvivenza.

Uno studio greco del 2023 testimonia quanto l’amicizia sia un fattore protettivo per il nostro benessere e per la nostra salute mentale, in grado di contrastare i sintomi dell’ansia e della depressione. La ricerca scientifica ci mostra come avere un amico al nostro fianco ci permette di completare più facilmente compiti cognitivi complessi e che la sua vicinanza riduce anche la reattività della pressione sanguigna. E l’amicizia è un vero e proprio tesoro per il cervello, soprattutto in età evolutiva, perché contribuisce alla maturazione cerebrale, aiutando a facilitare le connessioni tra le aree emotive e quelle della corteccia prefrontale.

Il potere di un abbraccio

L’abbraccio di una persona cara è un vero toccasana per la nostra salute globale. L’abbraccio è una forma potente di comunicazione, che permette la condivisione di emozioni positive, come la gioia, la gratitudine e la serenità, e che rinsalda il legame sociale e affettivo, superando la parola, ma è anche prezioso per la nostra salute mentale e fisica.

Gli abbracci diminuiscono la pressione arteriosa, aumentano i livelli di ossitocina, riducono lo stress e i sintomi dell’ansia. Uno studio della Carnegie Mellon University su 404 persone ha dimostrato anche che sostengono il nostro sistema immunitario, difendendoci dalle infezioni.

Il potere dell’abbraccio si sviluppa dai nostri primi respiri ed è fondamentale per il benessere del neonato. Gli studi scientifici dimostrano che il contatto fisico per i neonati è vitale: placa il pianto, previene l’ipotermia, aiuta a regolare la respirazione e la frequenza cardiaca, favorisce l’aumento di peso e la crescita.

Tutta la rete di conoscenze è importante

Per il nostro benessere psicosociale sono importanti tutte le relazioni, in primis quelle più centrali nella nostra vita, familiari e amicali. Tuttavia, sono rilevanti anche quelle magari meno profonde ma quotidiane, come quelle al lavoro.

Nel 1973 il sociologo Mark Granovetter propose la teoria della “forza dei legami deboli”, basandosi su un sondaggio condotto su 272 persone, scoprendo che i rapporti interpersonali apparentemente minori, più leggeri o occasionali, risultavano addirittura più rilevanti di quelli forti, per esempio nella ricerca di un lavoro. Questi legami più contestuali, meno profondi, non sono caratterizzati dall’attaccamento delle amicizie più consolidate, ma sono comunque reti sociali efficaci e preziosi ponti per il mondo e per la comunità.

 



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I pericoli dell’isolamento sociale

Come ha dimostrato i benefici di una piena socialità, la scienza ha parallelamente testimoniato come l’isolamento sociale metta a rischio la nostra salute, fisica e mentale, e la sofferenza per la solitudine sia percepita dal nostro cervello come un vero e proprio dolore, similmente a uno stimolo doloroso fisico. L’impatto della disconnessione sociale sulla nostra salute globale è simile ad altri fattori di rischio, come l’obesità, la sedentarietà e il fumo di tabacco.

L’American Psychological Association ricorda che la solitudine e l’isolamento:

  • aumentano i sintomi della depressione e dell’ansia
  • mettono a rischio le funzioni esecutive
  • accelerano il declino cognitivo
  • peggiorano la salute cardiovascolare
  • mettono a rischio il sistema immunitario
  • compromettono la qualità del sonno.

Un’epidemia di solitudine

Nonostante la nostra natura relazionale e le crescenti possibilità di connessione online, la solitudine cresce. Il 30 giugno 2025 la WHO Commission on Social Connection dell’Organizzazione Mondiale della Sanità ha lanciato il nuovo report From loneliness to social connection, denunciando una pericolosa epidemia di solitudine: con 1 persona su 6 nel mondo che soffre di solitudine. L’impatto è talmente grave che la solitudine si collega a circa 100 decessi ogni ora, per oltre 871.000 morti all’anno.

Tedros Adhanom Ghebreyesus, Direttore Generale dell’OMS, sottolinea il rischio dell’isolamento per le persone e i sistemi sanitari e sociali:

In quest’epoca in cui le possibilità di connettersi sono infinite, sempre più persone si ritrovano isolate e sole. Oltre al prezzo che pagano individui, famiglie e comunità, se non affrontati, la solitudine e l’isolamento sociale continueranno a costare miliardi alla società in termini di assistenza sanitaria, istruzione e occupazione.

L’OMS ricorda che la solitudine e l’isolamento sociale colpiscono soprattutto i giovani, le persone anziane e le persone che vivono nei Paesi a basso o medio reddito:

  • Tra il 17 e il 21% dei giovani di età compresa tra 13 e 29 anni ha dichiarato di sentirsi solo, con tassi più elevati tra gli adolescenti.
  • Circa il 24% delle persone nei Paesi a basso reddito ha dichiarato di sentirsi solo, il doppio rispetto ai Paesi ad alto reddito (circa l’11%).
  • Si stima che l’isolamento sociale colpisca fino a 1 adolescente su 4 e a 1 anziano su 3

Chido Mpemba, copresidente della WHO Commission on Social Connection, commenta i dati:

Anche in un mondo digitalmente connesso, molti giovani si sentono soli. Mentre la tecnologia rimodella le nostre vite, dobbiamo garantire che rafforzi, non indebolisca, la connessione umana. Il nostro rapporto dimostra che la connessione sociale deve essere integrata in tutte le politiche, dall’accesso digitale alla salute, all’istruzione e all’occupazione.

Le cause della solitudine

L’OMS ricorda le molteplici cause della solitudine, fra cui:

  • problematiche di salute
  • basso reddito
  • basso livello di istruzione
  • vivere da soli
  • infrastrutture comunitarie e politiche pubbliche inadeguate
  • tecnologie digitali.

L’impegno di Fondazione Patrizio Paoletti: crescere insieme

L’educazione al centro

Fondazione Patrizio Paoletti valorizza e favorisce una relazionalità piena e appagante, come parte integrante di una salute globale, investendo in primis sull’educazione che, come ricorda l’OMS, è un fattore protettivo contro la solitudine.

Fondazione Patrizio Paoletti porta nelle scuole italiane Prefigurare il Futuro, un progetto dedicato agli adolescenti, particolarmente a rischio di solitudine secondo l’OMS, e a tutta la comunità educante, compresi docenti e genitori, finalizzato al rafforzamento delle risorse interiori, emotive e relazionali, con particolare attenzione alla resilienza.

Fondazione Patrizio Paoletti parallelamente investe nell’eccellenza educativa nella sua scuola AIS Assisi International School, integrando Metodo Montessori e la Pedagogia per il Terzo Millennio, dove bambini e ragazzi sono accompagnati nello sviluppo con una didattica arricchita e innovativa, ispirata dalle più recenti scoperte neuroscientifiche.

Al contempo, Fondazione Patrizio Paoletti contribuisce a garantire a ogni bambino e adolescente nel mondo un’educazione di qualità, tramite progetti di cooperazione internazionale, come quelli in Kenya e in Brasile, potenziando anche la formazione di educatori e docenti, attraverso il programma Teachers Outreach.

La socialità solidale

Per tutti, bambini e adulti, Fondazione Patrizio Paoletti promuove concrete occasioni di socialità solidali, che coniugano i benefici della relazionalità con quelli del volontariato, che fa bene anche a chi lo fa: gli studi scientifici dimostrano che migliora la felicità, il senso di benessere e persino la longevità.

Tra le più recenti proposte, i volontari e amici di Fondazione Patrizio Paoletti hanno partecipato, per esempio, all’Infiorata di Gallicano nel Lazio e alla staffetta non competitiva di Run Rome The Marathon, mentre si prepara la nuova edizione della Carovana del Cuore, grande campagna di sensibilizzazione nelle spiagge e città di tutta Italia.

Una piena socialità durante tutto l’arco della vita

Fondazione Patrizio Paoletti diffonde la cultura educativa come un determinante di salute globale a tutte le età e investe in specifici progetti per contribuire a contrastare la neurodegenerazione e migliorare il benessere e la socialità degli anziani colpiti da demenza e dei loro familiari caregiver, come nel progetto AIDA, che integra innovazione museale, digitale e creativa per sostenere la qualità di vita delle persone affette da malattia di Alzheimer.

 

 

Bibliografia
  • Bigelow, A. E., & Williams, L. R. (2020). To have and to hold: Effects of physical contact on infants and their caregivers. Infant Behavior and Development61, 101494.
  • Cohen, S., Janicki-Deverts, D., Turner, R. B., & Doyle, W. J. (2015). Does hugging provide stress-buffering social support? A study of susceptibility to upper respiratory infection and illness. Psychological science26(2), 135-147.
  • Coppola, F. (2019). The brain in solitude: an (other) eighth amendment challenge to solitary confinement. Journal of Law and the Biosciences6(1), 184-225.
  • Fuchsman, K. (2023). Harvard Grant Study of Adult Development: 1938–2022. Journal of Psychohistory51(1).
  • Hansen, T., Slagsvold, B. (2016). Late-life loneliness in 11 European countries: Results from the Generations and Gender Survey. Social Indicators Research, 129(1).
  • Pezirkianidis et al, (2023), Adult friendship and wellbeing: A systematic review with practical implications, Frontiers of Psychology, Vol 14 https://doi.org/10.3389/fpsyg.2023.1059057
  • Richardson, R. A., Harper, S., Keyes, K. M., Crowe, C. L., & Calvo, E. (2025). Contributors to age inequalities in loneliness among older adults: a decomposition analysis of 29 countries. Aging & Mental Health, 1-9.

Sitografia
  • https://www.webmd.com/parenting/baby/features/infants-attention
  • https://www.fanpage.it/wamily/perche-le-mamme-tendono-a-cullare-i-bambini-sul-lato-sinistro-tutti-i-benefici-spiegati-da-uno-studio/
  • https://www.ansa.it/canale_saluteebenessere/notizie/stili_di_vita/2024/01/10/neonati-cullati-a-sinistra-studio-svela-perche_c8e7d5bb-a021-4efd-bf30-c15302cdc5c8.html
  • https://www.gavazzeni.it/news/labbraccio-unottima-terapia-contro-ansia-e-stress/
  • https://www.focus.it/scienza/salute/potere-abbracci-scienza
  • https://www.hbritalia.it/dicembre-2016/2016/12/01/news/la-forza-dei-legami-deboli-3195/
  • https://news.stanford.edu/stories/2023/07/strength-weak-ties
  • https://www.who.int/news/item/30-06-2025-social-connection-linked-to-improved-heath-and-reduced-risk-of-early-death
  • https://news.harvard.edu/gazette/story/2023/02/work-out-daily-ok-but-how-socially-fit-are-you/
  • https://www.psychologytoday.com/us/blog/the-case-connection/202203/how-does-the-brain-react-loneliness
  • https://www.quotidianosanita.it/studi-e-analisi/articolo.php?articolo_id=129235
  • https://www.apa.org/monitor/2019/05/ce-corner-isolation
  • https://publications.jrc.ec.europa.eu/repository/handle/JRC1274
  • https://www.hhs.gov/sites/default/files/surgeon-general-social-connection-advisory.pdf
  • https://joint-research-centre.ec.europa.eu/projects-and-activities/survey-methods-and-analysis-centre/loneliness/loneliness-prevalence-eu_en
  • https://joint-research-centre.ec.europa.eu/projects-and-activities/survey-methods-and-analysis-centre/loneliness/eu-loneliness-survey_en
  • https://www.ipsico.it/news/solitudine-la-sofferenza-della-disconnessione-sociale/
  • https://www.insalutenews.it/in-salute/anziani-soli-unepidemia-sociale-in-aumento-i-rischi-di-demenza-e-mortalita/
  • https://www.dors.it/2024/02/la-solitudine-e-i-suoi-effetti-sulla-salute-e-il-benessere-come-intervenire/

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