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AIDA: come affrontare l’Alzheimer anche con l’arte

Musei e cultura per sostenere pazienti e caregiver

È ben documentato che la cultura nutre e sostiene le persone fragili, perché tocca corde profonde con linguaggi adeguati. In questo senso, il progetto Erasmus+ AIDA Alzheimer patients Interaction through Digital and Arts coordinato da Fondazione Patrizio Paoletti è una pratica internazionale di eccellenza che dimostra come il mondo della cultura, il mondo della salute e quello del digitale possono essere alleati. L’obiettivo è rendere i luoghi di cura anche luoghi di speranza, le case come rifugi, le piazze come luoghi di scambio, il corpo e l’anima di ogni persona come punto di partenza e non come un peso insopportabile.

Arte e musei per la qualità della vita

L’obiettivo di AIDA era quello di creare una metodologia che unisse il settore socio-sanitario, quello digitale e quello del patrimonio culturale, per innalzare il livello di qualità della vita delle persone con Alzheimer e di chi se ne prende cura, promuovendo il benessere cognitivo, emotivo e sociale. AIDA nasce dall’esigenza di trovare nuovi modi per affrontare l’Alzheimer, una malattia neurodegenerativa che colpisce milioni di persone in tutto il mondo, compromettendo progressivamente le loro capacità cognitive, la memoria e l’autonomia.

Il progetto si basa sull’idea che l’arte e la creatività possano costituire potenti strumenti terapeutici complementari. Numerosi studi scientifici hanno dimostrato che l’esposizione all’arte, sia visiva che musicale, può stimolare il cervello, migliorare la qualità della vita e rallentare il deterioramento cognitivo nei pazienti con Alzheimer. AIDA sfrutta queste potenzialità, integrandole con le nuove tecnologie digitali per creare esperienze personalizzate e interattive, capaci di coinvolgere emotivamente i pazienti e stimolare le loro funzioni cognitive residue.

 


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Obiettivi e metodi del progetto

L’obiettivo principale del progetto AIDA è fornire ai pazienti con Alzheimer nuove modalità di interazione con l’ambiente che li circonda, attraverso l’utilizzo del patrimonio culturale e del digitale, mediante la creazione di incontri nei luoghi della cultura.

Le attività di AIDA sono suddivise in tre diverse fasi, ognuna delle quali affronta una diversa combinazione di strumenti digitali e artistici:

  • Esplorazione dell’arte: visite guidate in musei e luoghi di rilevanza storico-naturalistica; manipolazione di opere d’arte; discussioni collettive con facilitatori e assistenti.
  • Creazione artistica: coinvolgimento in prima persona nella creazione, digitale o analogica, di arte in diverse forme, dalla pittura alla fotografia. Assistiti da facilitatori qualificati e guidati da discussioni condivise.
  • Galleria personale: una piccola sessione in cui ai partecipanti e assistenti viene mostrato un museo virtuale del progetto. In alcuni casi, una collezione di opere delle fasi precedenti è stata disposta nello stesso ambiente virtuale come un “museo personale”, in cui i partecipanti espongono privatamente, assistiti dai loro assistenti e facilitatori, opere d’arte particolarmente apprezzate o realizzate da loro.

Alle attività di AIDA, per ogni Paese partner hanno partecipato 10 persone con Alzheimer e il rispettivo caregiver. I partecipanti sono stati selezionati usando le procedure di diagnosi normalmente utilizzate in ciascuno dei Paesi in cui è avvenuto il reclutamento. Per ogni partner del progetto, i 10 partecipanti sono stati divisi in due gruppi di 5 persone più i rispettivi assistenti, in modo da creare un ambiente più calmo e ricettivo con meno persone. I due gruppi hanno svolto le stesse attività. I partecipanti sono reclutati su base volontaria da gennaio 2023 fino alla fine del progetto.

Risultati: felicità, interesse, benessere, ottimismo e fiducia

I risultati del programma AIDA sono emersi dal confronto statistico tra la valutazione precedente e quella successiva, evidenziando gli effetti del programma AIDA nei partecipanti. Abbiamo chiesto sia alle persone con Alzheimer che ai caregiver di eseguire una valutazione “pre” attività AIDA e la stessa valutazione “post” attività AIDA. In entrambe le valutazioni abbiamo utilizzato scale analogiche visive che esaminano 5 diverse variabili: felicità, interesse, benessere, fiducia e ottimismo. A tutti i partecipanti è stato chiesto di valutare il proprio stato emotivo su una scala che misurava queste variabili. Le analisi hanno mostrato un aumento significativo del punteggio nella valutazione “post” attività AIDA. Questo risultato indica che le attività AIDA coordinato da Fondazione Patrizio Paoletti hanno contribuito a migliorare la felicità, l’interesse, il benessere, l’ottimismo e la fiducia nei partecipanti.


Giorgia Marchionni - European Grants International Academy | LinkedIn

Giorgia Marchionni è Coordinatrice e Project Manager del CRHACK LAB. Dopo la laurea triennale in Beni e Attività Culturali (Università degli Studi di Perugia), ha conseguito la laurea magistrale in Management dei Beni culturali (Università degli Studi di Macerata) e il diploma presso la Scuola di Specializzazione in Beni Storico Artistici (Università degli Studi di Macerata).

Lavora a progetti nazionali ed internazionali nell’ambito del Patrimonio Culturale, accessibilità e inclusione, come ACCEASY-Easy to Read, Easy to Access, che che mira ad aprire il patrimonio culturale alle persone con disabilità intellettiva e di usare il patrimonio culturale come strumento per promuovere l’inclusione sociale, AIDA-Alzheimer patients Interaction through digital and Art, che mira a creare una metodologia per aiutare le persone con Alzheimer e i loro caregiver, utilizzando l’arte e il digitale, ArteMIA-L’Arte come Mezzo per l’Inclusione e l’Accessibilità, che ha l’obiettivo di creare una guida museale realizzata da persone con disabilità cognitive. Inoltre è attivamente coinvolta in attività incentrate sulla promozione del Patrimonio Culturale.

 


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Bibliografia
  • Auteri, M. (2012). Vado al museo per sentirmi bene, esperienze di museoterapia, Fondazione Puglisi Cosentino per l’Arte, Catania, 2012, pp. 1-2: http://www.fondazionepuglisicosentino.it/Public/fck/file/Museoterapia%20pdf.pdf
  • Delle fave, A., Sartori, R. D. G. (2013). La psicologia positiva e la scienza del benessere, in Grossi, E., Ravagnan, A.M., (2013). Cultura e salute. La partecipazione culturale come strumento per un nuovo welfare, Milano, Springer-Verlag Italia, pag. 126.
  • Fancourt, D., & Finn, S. (2019). What is the evidence on the role of the arts in improving health and well-being? A scoping review. World Health Organization. Regional Office for Europe.
  • Konlaan, B. B., Bygren, L. O., & Johansson, S. E. (2000). Visiting the cinema, concerts, museums or art exhibitions as determinant of survival: a Swedish fourteen-year cohort follow-up. Scandinavian journal of public health28(3), 174–178.
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