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Trasformazione educativa e social change

Dal 2004, la Fondazione Patrizio Paoletti interviene con i suoi partner nei Paesi in via di sviluppo con progetti in ambito educativo e scolastico. I suoi operatori si sono da subito confrontati con tutti quei fenomeni che condizionano in negativo il contesto sociale e lo sviluppo delle nuove generazioni, come povertà, violenza, disparità di genere, sfruttamento minorile, assenza di cure mediche e inadeguatezza alimentare.

L’educazione di qualità

I programmi di intervento della Fondazione sono incentrati sull’educazione, sia come acceleratore dello sviluppo della comunità, sia come vettore responsabile della qualità di tutte le attività umane che incidono direttamente sul benessere dell’individuo. La qualità dell’educazione condiziona, dunque, a tutti i livelli, la diffusione del benessere e la creazione di opportunità lavorative. Ma incide anche sulla gestione della governance locale, dell’elaborazione di strategie a medio-lungo termine e della salute pubblica; ed è un determinante centrale nella gestione dei conflitti, delle tensioni sociali e delle transizioni; nonché delle politiche sociali e di quelle relative all’inclusività, allo sviluppo tecnologico e alla valorizzazione del patrimonio culturale, ambientale e storico.

L’educazione è il motore di un Paese e ne determina il suo destino. Educare, però, non vuol dire scolarizzare; in quanto le capacità di alfabetizzazione di base determinano un netto, ma non ancora sufficiente miglioramento della qualità della vita.

La learning poverty

E’ altissimo il livello di learning poverty globale. E’ questo il segnale che molti sistemi educativi, nonostante i progressi compiuti negli ultimi decenni per migliorare l’accesso alle scuole, non sono riusciti a garantire metodi e tecniche efficaci per favorire l’apprendimento. La learning poverty, tradotta malamente come povertà educativa, è quel fenomeno per cui le persone e le società non riescono più a produrre nuovi apprendimenti, soluzioni e progettualità per far fronte alle difficoltà che incontrano nel quotidiano. 260 milioni di bambini nel mondo non vanno a scuola. La povertà educativa rilevata pre-Covid era già preoccupante, con un tasso del 57% nei Paesi a medio e basso reddito nel 2019 (86% in Africa subsahariana).

La situazione oggi è ancora più allarmante: 7 bambini su 10 soffrono di learning poverty. Ogni Paese deve dare priorità al benessere delle generazioni più giovani per salvaguardare il proprio futuro, marcando un punto di svolta in ambito educativo e scolastico.

L’intervento della Fondazione Patrizio Paoletti

All’interno dei programmi che la Fondazione propone alle comunità locali è da sempre prioritario affiancare alla lettura, scrittura e capacità di calcolo anche lo sviluppo di competenze socio-emotive, di capacità di prefigurare, di auto-determinarsi, di pensare criticamente, di imparare a imparare. La Fondazione Patrizio Paoletti si è da sempre concentrata sulla qualità dell’insegnamento e sulla formazione degli educatori; coltivando competenze e leadership educative. E’ dimostrato che leader educativi efficaci esercitano un’influenza indiretta ma potente sull’efficacia della scuola e sui risultati che gli studenti saranno in grado di ottenere.

Oggi le politiche internazionali si focalizzano su come saturare uno spazio geografico molto ampio con competenze educative di alto livello, mettendo in campo forze notevoli per raggiungere il maggior numero possibile di insegnanti in servizio, intervenendo sulla qualità della loro preparazione e promuovendo una formazione continua. In questi anni la Fondazione ha realizzato oltre 50 missioni in Paesi come il Nepal, l’India, il Kenya, la Repubblica democratica del Congo, il Brasile, il Perù e Haiti, per preparare insegnanti ed educatori a integrare i loro programmi con competenze umane che prima erano trascurate, se non ignorate.

Case history

Un caso molto particolare è stato il lavoro sviluppato con le comunità di Payorote e Hippolito Unanue, in Perù. Nuclei locali che vivono di pesca e agricoltura di sussistenza. Qui, oltre a formare gli educatori, la Fondazione ha coinvolto le comunità in incontri tra i formatori e le donne, gli uomini, i bambini e i giovani, che hanno lavorato insieme sulla loro condizione e sulla loro identità; sulla qualità delle relazioni umane e sulla progettualità per il futuro. In collaborazione con il Dipartimento di Filosofia, Sociologia, Pedagogia e Psicologia Applicata dell’Università degli Studi di Padova, è stato condotto uno studio che ha evidenziato che investire sui sistemi educativi è una scelta vincente per garantire un futuro migliore a ogni Paese.

Secondo i dati rilevati dalla ricerca, è risultato urgente anche investire risorse nella progettazione di corsi di formazione dedicati agli insegnanti e finalizzati all’aumento di dimensioni quali la speranza, l’ottimismo, la resilienza e l’autoefficacia professionale.

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