Fondazione Patrizio Paoletti, la cui mission è coltivare il valore assoluto della pace da più di 21 anni, ha agito sin dai primi giorni del conflitto, intervenendo su diversi fronti. Dato che la maggior parte degli ucraini in fuga hanno potuto portare con sé pochissimi averi, la primissima azione è stata la raccolta e l’invio di beni di prima necessità da destinare ai rifugiati. Abbiamo iniziato subito una preziosa collaborazione con Fondazione Progetto Arca Onlus. Abbiamo inoltre beneficiato del supporto della Associazione New Life for Children e di una generosa donazione di indumenti dell’azienda Macron.
Alla raccolta, alla preparazione e al trasporto dei beni da inviare hanno contribuito i nostri operatori con il supporto di un volontario speciale: Valerii, un ingegnere di Kiev (Irpin) che neanche due giorni dopo essere riuscito a mettersi in salvo in Italia si è subito messo in azione con noi per aiutare il suo popolo. Leggi qui la sua storia
Il convoglio con le donazioni raccolte è arrivato la mattina del 10 marzo presso Volovat in Romania, al confine con l’Ucraina. Il giorno dopo è seguito l’arrivo dei nostri operatori, che hanno portato il loro supporto presso il centro di accoglienza di Milisauti, a circa 30 km dal confine di Siret.
Qui siamo in prima linea per le operazioni di aiuto e accoglienza in collaborazione con Fondazione Progetto Arca Onlus. Stiamo toccando con mano un flusso ininterrotto di persone. Sono quasi tutte donne con i loro bambini che viaggiano in qualsiasi condizione, al freddo, senza cibo e acqua, per ricongiungersi con parenti in altri paese europei o semplicemente per trovare conforto, sicurezza e pace. Stiamo raccogliendo le loro storie, storie intense di sofferenza ma anche di resilienzaCosa si intende per resilienza? Secondo l'American Psycholog... Leggi, che nei prossimi giorni vi racconteremo.
Nel frattempo vi anticipiamo che la Fondazione Patrizio Paoletti si sta muovendo per mettere in campo tutta la sua esperienza scientifica e pedagogica per offrire ai bambini ucraini supporto alla scolarizzazione in un processo di accoglienza reciproca ed inclusione. Vogliamo contribuire con grande forza a proteggere il benessere psico-fisico delle migliaia di bambini che stanno arrivando nel nostro Paese, offrendo a loro e ai loro genitori gli strumenti per sviluppare resilienza e ricostruire la loro vita dopo l’evento traumatico della guerra.
Tutto questo non sarebbe stato possibile senza la sensibilità di centinaia di persone che hanno donato e ancora stanno donando in questi giorni per le prossime azioni che metteremo in campo.
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