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Socialità

La socialità, un termine spesso sottolineato nell’odierno contesto culturale, è un concetto che riguarda l’essenza stessa dell’essere umano. È una caratteristica intrinseca che ha profonde radici nella nostra storia evolutiva e che oggi assume diverse forme, sia nell’ambito offline che in quello online. Ma cosa intendiamo esattamente quando parliamo di socialità? In questa voce di glossario vedremo vari aspetti di questa caratteristica così importante della nostra specie.

Cosa intendiamo per ‘socialità’?

La socialità, in senso lato, si riferisce alla capacità degli esseri umani di interagire, connettersi e stabilire relazioni con gli altri membri della loro specie. È un aspetto fondamentale della nostra natura, una parte integrante dell’essere umani che si manifesta in vari modi. La socialità può manifestarsi attraverso l’amicizia, l’amore, la collaborazione, la comunicazione e l’appartenenza a gruppi sociali. In termini strettamente scientifici, la socialità può essere vista come la tendenza innata dell’essere umano a cercare il contatto e la cooperazione con gli altri. Questo fenomeno è sostenuto da una vasta gamma di comportamenti, emozioni e competenze che sono alla base delle nostre interazioni sociali. Negli ultimi decenni, il termine “socialità” è diventato di moda. Con l’avvento dei social media e delle tecnologie digitali, le interazioni sociali hanno assunto nuove forme e dimensioni. Ora, la socialità non riguarda solo gli incontri faccia a faccia, ma anche le connessioni virtuali che si sviluppano online. Le piattaforme sociali online, come Facebook, Twitter e Instagram, offrono agli individui l’opportunità di connettersi con persone di tutto il mondo, condividere le proprie esperienze, opinioni e interessi, e partecipare a discussioni globali. Questo amplifica notevolmente la portata della socialità umana, portando a un mondo sempre più interconnesso.

La Socialità ci ha aiutato ad evolvere

La socialità è stata storicamente considerata un bisogno primario dell’essere umano. Da un punto di vista evolutivo, le prime comunità umane hanno prosperato grazie alla collaborazione e alla coesione sociale. La condivisione delle risorse, la protezione reciproca e la divisione del lavoro hanno contribuito al successo della nostra specie. Oggi, il bisogno di socialità è ancor più evidente. Gli individui cercano costantemente relazioni significative, amicizie, amore e connessioni con gli altri. La mancanza di contatto sociale può avere effetti negativi sulla salute mentale e sul benessere generale, come stiamo constatando in questi anni che seguono la pandemia di COVID-19. La solitudine, ad esempio, è stata associata a problemi psicologici, come l’ansia e la depressione. Questo fatto è una testimonianza evidente della profonda importanza della socialità nella vita umana. La socialità non è solo un aspetto della nostra natura umana, ma è stata anche una forza trainante nell’evoluzione della specie. La cooperazione sociale è stata fondamentale per la sopravvivenza e il successo umano nel corso della storia. Nei primi giorni della nostra esistenza come Homo sapiens, i nostri antenati cacciavano in gruppo, costruivano rifugi insieme e condividevano conoscenze e abilità. Questa collaborazione ha portato a una divisione del lavoro che ha permesso una maggiore specializzazione, accelerando così l’evoluzione culturale e tecnologica. Il nostro cervello si è evoluto per favorire la comprensione e la gestione delle complesse dinamiche sociali.

Socialità e neuroscienze

Nel nostro esplorare il vasto e complesso mondo della socialità umana, è cruciale considerare il ruolo delle neuroscienze nella comprensione di come il nostro cervello sia coinvolto nella creazione e nella gestione delle relazioni interpersonali. In questo paragrafo vedremo come il nostro sistema nervoso contribuisca a modellare la socialità e come le recenti scoperte nel campo delle neuroscienze abbiano gettato nuova luce sulle dinamiche delle relazioni umane.

L’anatomia sociale del cervello

Il cervello umano è un organo incredibilmente complesso e dinamico, e molte delle sue strutture sono coinvolte nella socialità. Il nostro cervello è dotato di una serie di aree cerebrali specializzate per la percezione sociale, l’elaborazione delle emozioni e la comprensione degli altri.

  • La Corteccia Prefrontale. Questa regione del cervello è spesso considerata il centro dell’intelligenza sociale. Qui avvengono processi cognitivi di alto livello come la pianificazione, il ragionamento morale e la teoria della mente, che ci consente di comprendere le intenzioni e i pensieri degli altri.
  • L’Amigdala. Questa piccola struttura svolge un ruolo chiave nell’elaborazione delle emozioni, in particolare quelle legate alla paura e all’emozione. È fondamentale per la valutazione delle situazioni sociali e per il riconoscimento delle espressioni facciali.
  • Il Sistema della Ricompensa. Questo sistema, che include il nucleo accumbens e la corteccia cingolata, è coinvolto nella percezione del piacere e della gratificazione. Le relazioni sociali gratificanti attivano questo sistema, incoraggiandoci a cercare connessioni e interazioni sociali positive.

Neurotrasmettitori e Ormoni Sociali

Gli specialisti delle neuroscienze hanno scoperto che i neurotrasmettitori e gli ormoni giocano un ruolo fondamentale nella modulazione della socialità umana. Alcune sostanze chimiche cerebrali influenzano il nostro umore, la fiducia e la capacità di legarci agli altri.

  • Ossitocina: conosciuta come l’ormone dell’amore, l’ossitocina è coinvolta nella formazione dei legami sociali. È rilasciata durante l’abbraccio, il contatto fisico e l’interazione affettuosa, promuovendo un senso di fiducia e connessione.
  • Dopamina: è coinvolta nei circuiti di ricompensa e piacere. Le interazioni sociali positive, come il sorriso di un amico o un messaggio di apprezzamento, possono aumentare i livelli di dopamina, incoraggiandoci a cercare relazioni gratificanti.
  • Serotonina: svolge un ruolo chiave nel regolare l’umore. Livelli equilibrati di serotonina sono importanti per evitare l’ansia e la depressione, che possono influire negativamente sulla socialità.

I Neuroni Specchio: l’empatia nel cervello

I cosiddetti “neuroni specchio” sono un’altra scoperta affascinante delle neuroscienze che ha un impatto diretto sulla socialità. Questi neuroni sono attivati sia quando eseguiamo un’azione che quando osserviamo qualcun altro farla. Questo meccanismo ci consente di imitare comportamenti e di capire le intenzioni altrui.

I neuroni specchio giocano un ruolo chiave nell’empatia, poiché ci permettono di condividere le emozioni e le esperienze degli altri. Quando vediamo qualcuno felice, i nostri neuroni specchio si attivano, facendoci sentire gioia a nostra volta. Al contrario, quando vediamo qualcuno soffrire, possiamo sperimentare empatia e compassione.

Disturbi Neurologici e Socialità

Le neuroscienze sono state fondamentali nella comprensione dei disturbi neurologici che possono influenzare negativamente la socialità. Ad esempio, l’autismo è un disturbo che colpisce la socialità e la comunicazione. Studi neurologici hanno identificato differenze nell’attività cerebrale e nella connettività neuronale nei soggetti autistici.

Allo stesso modo, la schizofrenia è un disturbo che può influenzare gravemente la percezione sociale e la comunicazione. La ricerca neurologica ha identificato anomalie nella struttura cerebrale e nel funzionamento delle aree coinvolte nella socialità.

Terapie e interventi basati sulle Neuroscienze

Le neuroscienze hanno anche contribuito allo sviluppo di terapie e interventi per migliorare la socialità nelle persone con disturbi neurologici o con difficoltà nelle relazioni interpersonali. La terapia cognitivo-comportamentale (TCC), ad esempio, è stata utilizzata con successo per migliorare le abilità sociali in individui con autismo.

Alcuni studi stanno esplorando l’uso della stimolazione cerebrale profonda per trattare disturbi legati alla socialità, come la depressione e il disturbo ossessivo-compulsivo. Questa tecnica implica il posizionamento di elettrodi nel cervello per modulare l’attività di determinate regioni cerebrali.

Gli spazi di socialità: offline e online

Oggi, la socialità si manifesta in due spazi distinti ma interconnessi: quello offline e quello online. Nello spazio offline, le interazioni sociali avvengono di persona. Si tratta di conversazioni faccia a faccia, riunioni di amici, abbracci e strette di mano. Questo tipo di socialità offre un’esperienza più tangibile e immediata, consentendo una comunicazione più ricca di segnali non verbali e connessioni emotive profonde.

D’altro canto, nello spazio online, le interazioni sociali si svolgono tramite dispositivi digitali e schermi. Le persone si connettono attraverso messaggi di testo, videochiamate, commenti su post e condivisione di contenuti multimediali. Questo spazio offre la possibilità di connettersi con un pubblico globale, ma può comportare una certa distanza emotiva, data la mancanza di contatto fisico. La socialità online è diventata un elemento essenziale nella vita moderna, consentendo a individui di tutto il mondo di rimanere in contatto e di accedere a informazioni e risorse in un modo mai visto prima. Nell’utilizzare gli spazi di socialità a nostra disposizione è importante sapere che la socialità non è fine a sé stessa. Non è solo un mezzo per soddisfare il bisogno di compagnia, ma è anche una forza motrice per il cambiamento sociale, la collaborazione e la crescita individuale. Le interazioni sociali possono portare a relazioni significative, condivisione di conoscenze, sviluppo di abilità e supporto reciproco. Inoltre, la socialità è fondamentale per la costruzione della cultura e dell’identità. Le tradizioni, le norme sociali e i valori si sviluppano attraverso la condivisione e la trasmissione di informazioni tra le generazioni. La socialità è il terreno fertile in cui le idee vengono scambiate, i conflitti risolti e le comunità costruite.

La Socialità come capacità dell’Intelligenza Emotiva

Un aspetto cruciale della socialità è la capacità di comprendere e gestire le emozioni, sia le proprie che quelle degli altri. Questa abilità è al centro dell’Intelligenza Emotiva (IE), un concetto coniato da Daniel Goleman negli anni ’90. L’IE riguarda la consapevolezza emotiva, la regolazione delle emozioni e la gestione delle relazioni interpersonali. Per un approfondimento sull’IE, guarda la voce di glossario omonima. Qui vogliamo sottolineare che l’Empatia (la capacità di comprendere e condividere le emozioni altrui) e le Abilità sociali (la capacità di gestire efficacemente le relazioni interpersonali) sono due caratteristiche dell’IE alla base della socialità, poiché influenzano la qualità delle nostre relazioni e la nostra capacità di connetterci con gli altri in modo significativo. Chi possiede un’alta IE è spesso in grado di navigare con successo nelle complesse dinamiche sociali, stabilendo relazioni più forti e supportando la costruzione di comunità più coese.

Bibliografia
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