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Il nuovo Rapporto sul Benessere Equo e Sostenibile

Preoccupano le relazioni sociali, persistono disuguaglianze e disparità

L’Istat ha presentato il nuovo Rapporto sul Benessere equo e sostenibile, che consente di monitorare i miglioramenti della qualità della vita, la sostenibilità dei progressi e la distribuzione del benessere nei territori e tra la popolazione. Rispetto all’indagine dello scorso anno, migliora solo un terzo degli indicatori statistici e preoccupa in particolare il dominio delle relazioni sociali, che registra la maggior quota di indicatori in peggioramento.

Il nuovo Rapporto sul Benessere equo e sostenibile

Nato del 2010, il Rapporto sul Benessere equo e sostenibile (Bes) analizza un set di 152 indicatori statistici per monitorare tendenze e disuguaglianze sul tema, suddivise in 12 domini:

  1. Salute
  2. Istruzione e formazione
  3. Lavoro e conciliazione dei tempi di vita
  4. Benessere economico
  5. Relazioni sociali
  6. Politica e istituzioni
  7. Sicurezza
  8. Benessere soggettivo
  9. Paesaggio e patrimonio culturale
  10. Ambiente
  11. Innovazione, ricerca e creatività
  12. Qualità dei servizi.

Cosa sta cambiando: focus relazioni

Rispetto agli indici dello scorso anno, poco più di un terzo (34,3%) dei 137 indicatori Bes per i quali è possibile il confronto risulta migliorato in modo significativo, il 39,4% risulta stabile e il 26,3% è in peggioramento. Preoccupano in particolar modo le relazioni sociali, che registrano la maggior quota di indicatori in peggioramento (4 su 9).

La rete sociale

I dati dimostrano che la piena soddisfazione nelle relazioni sociali tende a diminuire con l’età. Circa il 40% degli adolescenti tra i 14 e i 19 anni è molto soddisfatto della rete di affetti in famiglia e amicale. La minore soddisfazione nei rapporti familiari si raggiunge nella fascia d’età tra i 60 e i 64 anni (quando è molto soddisfatto il 28,8%), per poi risalire fino al 33,2% verso i 75 anni. La soddisfazione nella rete delle amicizie ha invece una discesa precoce: già tra i 35 e i 44 anni solo il 21,6% delle persone è molto soddisfatto, con picco minimo dopo i 75 anni, quando la percentuale scende al 14,9%.

L’impegno civico e la fiducia

Rispetto al 2014, risulta in calo la quota di persone che partecipano attivamente alla vita civica, politica e al volontariato, seppure nell’ultimo anno si è assistito a una ripresa delle attività prestate gratuitamente per associazioni ed enti. Diminuisce anche la percezione di fiducia reciproca: nel 2024 solo il 22,5% delle persone con almeno 14 anni ritiene che gran parte delle persone sia degna di fiducia, con un valore in calo di 2,3 punti percentuali rispetto all’anno precedente.

L’importanza della connessione sociale

I dati del Rapporto Bes fotografano la necessità di un’educazione a una sana socialità, che è un determinante essenziale per il nostro benessere, a tutte le età. Proprio per contrastare solitudine e isolamento, che sono importanti fattori di rischio per la nostra salute globale, Fondazione Patrizio Paoletti promuove programmi di connessione sociale, in collaborazione con NIVEA CONNECT, con il progetto  “Insieme oltre l’isolamento – un modello integrato per il benessere mentale dei giovani”, pensato in particolare per prevenire l’isolamento sociale tra i ragazzi e le ragazze, con un approccio multidisciplinare che combina neuroscienzepsicologiapedagogia e didattica.

Differenze regionali

Le differenze regionali nel benessere si evidenziano soprattutto negli indicatori: Salute, Istruzione e formazione, Lavoro e conciliazione dei tempi di vita, Benessere economico, Relazioni sociali e Qualità dei servizi.

Gli indicatori Bes risultano migliori della media nazionale nel Nord e Centro Italia, in particolar modo nelle Province autonome di Trento, Bolzano, in Veneto e in Friuli Venezia Giulia, e inferiori alla media nazionale nelle regioni del Mezzogiorno, ad eccezione dell’Abruzzo. Nel dominio Sicurezza, le Regioni risentono dei contesti metropolitani maggiori, in particolare in Lazio, ma anche Toscana, Lombardia, Campania ed Emilia-Romagna.

Differenze con l’Europa

Rispetto al contesto europeo, l’Italia presenta una situazione di svantaggio nell’ambito del lavoro, con un tasso di occupazione del 67,1% (8,7 punti sotto la media europea), che diventa ancora più grave considerando la popolazione femminile, nella quale scende al 57,4%.

In Italia anche la percentuale di laureati è inferiore alla media europea: il 31,6% dei giovani tra i 25 e i 34 anni è laureato, contro il 44,1% nell’Unione Europea. Ma anche i diplomati sono più scarsi: solo il 66,7% delle persone fra i 25 e i 64 anni ha conseguito il diploma di scuola secondaria di secondo grado, contro l’80,5% dei cittadini europei della stessa età.

Gli indicatori evidenziano anche uno svantaggio rispetto agli investimenti nella ricerca e nel benessere economico, ma i domini della Salute e della Sicurezza mostrano risultati positivi rispetto alla media europea. Anche la speranza di vita è maggiore: 84,1 anni rispetto alla media europea di 81,7. Infine, il tasso di omicidi è tra i più bassi d’Europa (0,6 ogni 100mila abitanti rispetto a 0,9). Gli italiani risultano quindi più longevi, ma crescono abitudini disfunzionali come il fumo e una scarsa assunzione di frutta e verdura.

Un benessere davvero sostenibile

L’educazione a sani stili di vita in tutti gli ambiti umani – dall’alimentazione alla socialità, dalla scolarizzazione all’impegno civile – risulta quindi centrale per proteggere la salute globale, per un benessere che sia anche piena sostenibilità, da un punto di vista economico, emotivo, mentale, ambientale, sociosanitario e anche esistenziale.

Un completo benessere, equo e sostenibile, è tale quando offre sempre anche una dimensione e cornice di senso all’esperienza umana, che fiorisce nella misura in cui avverte appartenenza e possibilità di svolgere il proprio ruolo unico nel mondo.

Il vero benessere nasce dalla valorizzazione delle competenze e tecnologie interiori e dalla circolazione di speranza, valori, resilienza e responsabilità condivisa, alla base del Modello Sferico dell’Economia ideato da Patrizio Paoletti, che propone il nuovo necessario paradigma vita tua vita mea, che riconosce nell’interdipendenza, consapevolezza e circolarità le vie per una piena realizzazione, prosperità e vera felicità.

 

Sitografia
  • https://www.istat.it/comunicato-stampa/rapporto-sul-benessere-equo-e-sostenibile-anno-2024/?mtm_campaign=wwwnews&mtm_kwd=03_2023
  • https://www.quotidianosanita.it/studi-e-analisi/articolo.php?articolo_id=133337 
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