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Quanto è importante l’amicizia nell’adolescenza?

Un ponte che conduce all’identità adulta

“L’amicizia è d’aiuto ai giovani perché evitino gli errori […] quando due uomini vanno assieme sono più capaci di pensare e di agire”, scrive il filosofo Aristotele nella sua Etica Nicomachea. L’amico è compagno di giochi nell’infanzia, confidente nell’età adulta, sostegno prezioso durante la senilità, ma soprattutto un viatico per la crescita e la formazione dell’identità durante l’adolescenza. È nell’incontro autentico con l’altro, infatti, che il giovane scopre sé stesso, sviluppando abilità sociali, autonomia di giudizio e coscienza morale, strutturando un io consapevole e pronto ad affrontare il mondo adulto.

Solitudine e isolamento giovanile: numeri in crescita

Un’analisi condotta dal gruppo di ricerca MUSA del Cnr-Irpps afferma che gli adolescenti frequentano sempre meno gli amici al di fuori dell’ambito scolastico. La percentuale di ragazzi che sceglie l’isolamento, infatti, è cresciuta in modo netto, passando tra il 2019 e il 2022 dal 15 al 39,4%.

Si tratta di una duplice emergenza sociale, sia perché l’eccessivo isolamento contrasta il bisogno di appartenenza insito in ogni essere umano, sia perché, nel caso particolare dell’adolescenza, rappresenta un ostacolo alla formazione della personalità e al benessere. Tra le principali cause dell’autoisolamento giovanile figura l’uso eccessivo dei social media, volano di amicizie virtuali, prive di quel coinvolgimento emotivo che rende arricchente la relazione tra individui.

Su questo fronte, il sociologo e filosofo Zygmunt Bauman sostiene che i legami tra persone sono stati sostituiti dalle connessioni, in virtù di una società dei consumi che sprona a moltiplicare le proprie interazioni senza concentrarsi sulla loro qualità, suscitando, soprattutto nei ragazzi, un forte senso di solitudine, ansia, fino a disturbi alimentari e autolesionismo.

A confermare lo stretto nesso tra amicizia e salute globale dei giovani, è uno studio condotto dai ricercatori dell’Università dell’Arkansas e della James Madison University. Secondo la ricerca, sentirsi accettati e godere di rapporti qualitativi con i coetanei durante l’adolescenza aumenta l’autostima, favorisce l’acquisizione di abilità sociali quali empatia, comprensione e senso di responsabilità, favorisce il successo delle relazioni in età adulta e incrementa il benessere psicofisico.

Relazioni d’amicizia, un cammino per diventare adulti

Lo psicologo Erik Erikson sostiene che i rapporti amicali hanno una funzione essenziale durante il periodo adolescenziale, rappresentando un laboratorio sociale all’interno del quale il giovane può realizzare il compito principale di ogni adolescente: ristrutturare il proprio io, realizzando una chiara immagine di sé.

L’interazione con i coetanei aiuta il ragazzo a conoscere modi di vivere e pensare diversi dal suo, imparando a confrontarsi, scontrarsi, accettare e rispettare le differenze, uscendo dal proprio egocentrismo. La cerchia di amici rappresenta, così, una famiglia sociale nella quale sperimentare un senso di appartenenza al di fuori della famiglia di origine, apprendendo come diventare adulti, amare, superare delusioni e frustrazioni.

In particolare, il gruppo offre la possibilità di mettere in discussione principi e valori acquisiti nel nucleo familiare, scegliendo a quali aderire e transitando dalla morale eteronoma, imposta dai genitori, alla morale autonoma, dove i principi da seguire sono frutto di una libera scelta.

Nondimeno, gli amici sono figure grazie alle quali l’adolescente può esercitare quello che Erikson definisce “turismo psicologico”, ovvero un processo di identificazione e differenziazione dagli altri, attraverso il quale strutturare la propria personalità.

L’appartenenza provata nel rapporto con l’amico del cuore, o all’interno del gruppo, consente al giovane di identificarsi con i sentimenti, valutazioni, interpretazioni della realtà che animano la mente della coppia amicale o della cerchia di amici, sperimentando ruoli sociali e molteplici prospettive di sviluppo. Successivamente, la mente adolescenziale trascende queste identificazioni per costruire un’identità personale, non omologata, fedele ai propri bisogni, gusti, tendenze e in grado di muoversi autonomamente nel contesto sociale.



  • AMICI IN RETE

    Una video-lezione per comprendere il paradosso della solitudine digitale degli adolescenti e guidarli verso relazioni autentiche, dentro e fuori dal web.

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Le relazioni autentiche: alla scoperta della moralità e del proprio io profondo

La progressiva creazione dell’identità favorisce la nascita di legami amicali più profondi tra i ragazzi, fatti di empatia, reciprocità e uguaglianza tra ciò che viene affettivamente dato e ricevuto. In questa interazione intima, rivelare sé stessi ad un’altra persona conduce al contatto con il proprio sé più autentico e alla maturazione della coscienza morale, poiché nella relazione amicale prende forma il senso di responsabilità e accettazione verso qualcuno che è fuori da sé.

Il filosofo Emmanuel Lévinas scrive: “Comprendo chi sono, quando l’altro instaura una relazione con me. L’uomo vince il suo egoismo, nel momento in cui va verso l’altro. […] La dimensione etica dell’esistenza prende avvio dalla rinuncia all’assolutezza dell’io e dalla risposta a un appello che viene dall’altro”.

Le amicizie autentiche possono vincere il senso di solitudine e l’isolamento adolescenziale, perché colmano un bisogno primario dell’essere umano. In una lezione pubblica, Bauman ha affermato che “la condizione fondamentale dell’essere umano è il rapporto con un altro essere umano. È il suo sguardo che definisce e forma noi stessi. Così come non possiamo vivere senza mangiare e dormire, non possiamo comprendere quello che siamo senza lo sguardo e la risposta dell’altro”.

Bibliografia
  • Aristotele, Etica Nicomachea, VIII, 1
  • Z. Bauman, La solitudine del cittadino globale, Feltrinelli, 2014
  • Z. Bauman, Consumo, dunque sono, Laterza, 2010
  • R. Comte, J. Lacroix, R. Schultz e AA. VV., L’avventura dell’amicizia, Qiqajon, 2007
  • M. Ghisleni, P. Rebughini, Dinamiche dell’amicizia, riconoscimento e identità, Franco Angeli, 2006
  • E. Lévinas, G. Marcel, P. Ricoeur, Il pensiero dell’altro, Edizioni Lavoro, 2008
  • E. Lévinas, Tra noi. Saggi sul pensare all’altro, Rusconi, 2021
Sitografia
  • http://www.pietrolombardo.it/il-valore-dell-amicizia-in-adolescenza/
  • https://www.notedipastoralegiovanile.it/pastorale-giovanile/i-soggetti/gli-adolescenti/amicizia-sfida-e
    traguardo
  • https://iris.unito.it/retrieve/e27ce426-c784-2581-e053
    d805fe0acbaa/7_Vacirca%20%26%20Rabaglietti_2010_ETA_EVOL.pdf
  • https://thesis.unipd.it/retrieve/2bbd6114-6965-4a6d-a746-de8db503fb7c/Colella_Sara.pdf
  • https://www.serenis.it/articoli/problemi-di-amicizia-adolescenza/
  • https://www.irpps.cnr.it/rischio-hikikomori-tra-gli-adolescenti-italiani-articolo-su-scientific-report/
  • https://www.nature.com/articles/s41598-024-84187-5
  • https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/38190214/
  • https://www.frontiersin.org/journals/developmental-psychology/articles/10.3389/fdpys.2024.1435727/full
  • https://u-pad.unimc.it/retrieve/de3e5026-5a16-83cd-e053-3a05fe0a1d44/FERMANI_DEF.pdf
  • https://www.irpps.cnr.it/musa-mutamenti-sociali-valutazioni-e-metodi/
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