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Cinema ed empatia

Quando l’arte incontra la scienza

Il cinema è un’arte in grado di trasportarci in mondi diversi, capace di farci vivere storie lontanissime come se fossero le nostre. Com’è possibile che scenari palesemente “irreali” e simulati generino in noi emozioni così autentiche? Le neuroscienze, negli ultimi vent’anni, hanno cercato di dare una risposta a questa domanda.

Cinema, emozioni e neuroscienze

Abbiamo esultato insieme a Rocky sulle scale del Philadelphia Museum e ci siamo commossi fino alle lacrime nel vedere Cooper riabbracciare la figlia, ormai anziana, nella scena finale di Interstellar. I film sono in grado di divertirci, emozionarci e insegnarci qualcosa, indipendentemente dalla nostra età, dal nostro vissuto e dal nostro background culturale. Riusciamo ad emozionarci al cinema grazie a meccanismi adattativi che, come animali sociali, abbiamo affinato nel corso dell’evoluzione per entrare in contatto emotivo con gli altri e comprenderne le emozioni. Ma la scienza si è spinta anche oltre, arrivando a dimostrare che la visione dei film possa giocare un ruolo nell’educazione all’empatia e coinvolgere così profondamente da condizionare i nostri comportamenti nella vita reale.

I neuroni specchio: una base scientifica che lega cinema ed empatia

I neuroni specchio sono un gruppo di cellule del cervello che permettono di immedesimarsi in ciò che vediamo al cinema, facendoci vivere le scene come se fossero reali. Scoperti nel 1992 da un team dell’Università di Parma guidato dal professor Giacomo Rizzolatti, questi neuroni si attivano sia quando eseguiamo un’azione sia quando vediamo altri compierla. Studi sui macachi hanno mostrato che questi neuroni, situati nelle aree del cervello che pianificano il movimento, si attivano allo stesso modo quando un macaco afferra una banana o quando osserva qualcun altro farlo.

Ricerche successive hanno dimostrato che i neuroni specchio esistono anche nel cervello umano e sono fondamentali per comprendere e interpretare le azioni altrui. Si tratta quindi della componente anatomica alla base del sentimento di empatia. Il neuroscienziato Vittorio Gallese e il teorico del cinema Michele Guerra hanno esplorato scientificamente questo fenomeno. Utilizzando la risonanza magnetica funzionale, hanno dimostrato che, quando guardiamo un attore in un film, si attivano le stesse aree del nostro cervello che si attivano quando compiamo noi stessi quelle azioni. I neuroni specchio ci permettono di immedesimarci, coinvolgendoci profondamente, perché il nostro cervello reagisce a ciò che vede sullo schermo come se osservasse la realtà.

 


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Il cinema e la comprensione dell’altro

Come ci insegna Aristotele, “l’uomo è un animale sociale” e, fin dai tempi antichi, si è organizzato in comunità per affrontare insieme le avversità della vita. In questo contesto, l’empatia è una capacità evolutiva preziosa, che ci permette di immedesimarci negli altri e capirne il punto di vista. Riconoscere le emozioni altrui e sapere che gli altri riconoscono le nostre, facilita le interazioni. Esiste dunque un meccanismo naturale e biologico che ci mette in relazione con gli altri, permettendoci di comprendere al meglio gesti, azioni ed emozioni.

Molti si sono chiesti se esista un modo per allenare l’empatia e sembra che il cinema venga, ancora una volta, in nostro aiuto. Un gruppo di ricercatori dell’Università di Teheran ha condotto uno studio per valutare se guardare film sull’incontro tra paziente e medico potesse migliorare il livello di empatia in un gruppo di studenti di medicina. Ne è risultato che la visione di film selezionati sull’argomento aveva effettivamente effetti positivi, per quanto limitati nel tempo, sugli studenti.

“Il cinema è uno specchio dipinto”, diceva il grande regista Ettore Scola. Come tale, non è solo un’arte che rappresenta la realtà, ma anche un modo per esplorare le emozioni umane. Il grande potere del cinema che commuove ed emoziona è proprio quello di saper creare un legame tra gli spettatori e i personaggi che lo animano, nei quali capita, spesso, di vedere riflessi noi stessi.

 


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Sitografia
  • https://cinema.fcsh.unl.pt/index.php/revista/article/view/180/180
  • https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/35803832/
  • https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/31807222/
  • https://www.hassonlab.com/_files/ugd/b75639_e94c2e6a08ec4d2f9680f5ed99549203.pdf
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