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Intelligenza emotiva

Amarezza

Definizione neuroscientifica e psicologica

L’amarezza è un’emozione persistente che si manifesta in risposta a esperienze di ingiustizia, delusione o rifiuto. Dal punto di vista neuroscientifico, coinvolge principalmente l’attivazione dell’amigdala, che elabora le emozioni negative, e della corteccia prefrontale, responsabile del pensiero riflessivo e della regolazione emotiva.

Psicologicamente, l’amarezza è caratterizzata da sentimenti di risentimento e frustrazione che derivano dalla percezione di essere stati trattati ingiustamente o di aver subito un torto. A differenza di emozioni più transitorie come la rabbia o la tristezza, l’amarezza può persistere a lungo, alimentata dal continuo rimuginare su eventi passati. Questo stato emotivo spesso è associato a un senso di impotenza, poiché la persona si sente incapace di modificare la situazione che ha causato il suo malessere.

Come il nostro cervello sperimenta l’amarezza

Il cervello elabora l’amarezza attraverso un processo complesso che coinvolge diverse aree neurali. L’amigdala, responsabile della risposta emotiva, viene attivata in risposta a eventi percepiti come ingiusti o deludenti, mentre la corteccia prefrontale tenta di regolare la risposta emotiva.

Le principali fasi del processo includono:

  • Identificazione del torto: il cervello percepisce un’ingiustizia o una delusione, attivando l’amigdala.
  • Elaborazione emotiva: la corteccia prefrontale cerca di regolare l’intensità della risposta emotiva, ma se la situazione è percepita come irrisolvibile, l’amarezza può persistere.
  • Ruminazione: la continua elaborazione degli eventi negativi può rafforzare l’emozione, rendendola più resistente al cambiamento. Questo processo neurale rende l’amarezza un’emozione particolarmente difficile da superare, poiché coinvolge sia una risposta emotiva immediata sia una riflessione cognitiva prolungata.

La componente cognitiva e psicologica dell’amarezza

La componente cognitiva dell’amarezza è strettamente legata al pensiero ripetitivo e alla ruminazione. Le persone che sperimentano amarezza tendono a ripensare continuamente agli eventi che hanno causato il loro malessere, senza riuscire a trovare una soluzione o un modo per superare l’ingiustizia percepita. Questo ciclo di pensieri negativi può contribuire a sentimenti di frustrazione e impotenza.

Dal punto di vista psicologico, l’amarezza può portare a una distorsione del pensiero, in cui l’individuo vede il mondo come ingiusto o ostile. Questa distorsione può influenzare le relazioni interpersonali, poiché la persona amareggiata può diventare cinica o diffidente verso gli altri, aspettandosi continuamente delusioni o trattamenti ingiusti. L’amarezza, quindi, non solo influenza l’umore attuale, ma può anche avere un impatto a lungo termine sulla salute psicologica e sul benessere sociale. La gestione dell’amarezza richiede consapevolezza emotiva e flessibilità cognitiva. Imparare a riformulare le situazioni negative, praticare la gratitudine e sviluppare resilienza sono strategie efficaci per superare questa emozione corrosiva.

La componente di attivazione fisiologica dell’amarezza

L’amarezza, come altre emozioni negative, può causare una risposta fisiologica simile a quella dello stress. Quando una persona si sente amareggiata, possono verificarsi le seguenti reazioni fisiche:

  • Aumento della tensione muscolare. In particolare nella zona del collo e delle spalle, come reazione allo stress emotivo.
  • Aumento della pressione sanguigna. L’attivazione prolungata del sistema nervoso simpatico può portare a una maggiore pressione arteriosa.
  • Cambiamenti nella frequenza cardiaca. Simile a una situazione di stress cronico, l’amarezza può accelerare il battito cardiaco.
  • Problemi digestivi. Lo stress emotivo può influenzare anche il sistema gastrointestinale, causando disturbi digestivi.

Questi effetti fisiologici possono portare a un malessere generale e contribuire a peggiorare la salute fisica dell’individuo, soprattutto se l’amarezza persiste per lunghi periodi.

La tonalità edonica dell’amarezza

La tonalità edonica dell’amarezza si colloca decisamente sul versante negativo dello spettro emotivo. Questa emozione è caratterizzata da una sensazione di disagio psicologico persistente, che colora di grigio la percezione della realtà circostante. L’amarezza si manifesta come un sapore sgradevole nell’esperienza soggettiva, simile al suo equivalente gustativo. Provoca una contrazione interiore, un senso di chiusura verso il mondo e le sue possibilità. Spesso chi la prova descrive una sensazione di peso al petto o un nodo alla gola, sintomi fisici che riflettono il malessere emotivo.

Dal punto di vista edonico, l’amarezza si distingue da altre emozioni negative per la sua natura prolungata e corrosiva. A differenza della rabbia esplosiva o della tristezza acuta, l’amarezza tende a stabilizzarsi, diventando uno sfondo costante dell’esperienza quotidiana.

Questa tonalità affettiva influenza negativamente la capacità di provare piacere. Le esperienze positive vengono filtrate attraverso la lente dell’amarezza, perdendo gran parte della loro carica positiva. Ciò può portare a un circolo vizioso, dove la mancanza di gratificazione alimenta ulteriormente il senso di amarezza.

I sistemi motivazionali dell’amarezza

L’amarezza innesca una serie di risposte motivazionali che possono influenzare il comportamento dell’individuo:

  • Ritiro sociale. Le persone amareggiate possono allontanarsi dagli altri, sentendosi fraintese o tradite.
  • L’amarezza può portare le persone a evitare situazioni che potrebbero esporle a ulteriori delusioni o ingiustizie.
  • Desiderio di rivalsa. In alcuni casi, l’amarezza può spingere l’individuo a cercare vendetta o a comportarsi in modo ostile verso chi ha causato il malessere.

Questi sistemi motivazionali possono variare da persona a persona, ma tendono a seguire il filone comune del desiderio di proteggersi da ulteriori ferite emotive e di ristabilire un senso di giustizia o equilibrio. Tuttavia, tali comportamenti spesso non conducono a una reale risoluzione dell’amarezza e possono anzi prolungare la sofferenza.

Emozioni associate all’amarezza

L’amarezza è spesso accompagnata da una serie di altre emozioni che possono amplificarne l’intensità. Tra le emozioni comunemente associate all’amarezza ci sono:

  • Rabbia: l’amarezza può nascere dalla rabbia non espressa o repressa.
  • Frustrazione: l’incapacità di cambiare o risolvere una situazione può alimentare la frustrazione.
  • Risentimento: l’individuo può provare risentimento verso coloro che percepisce come responsabili del suo malessere.
  • Delusione: l’amarezza è spesso legata a una delusione profonda per aspettative non realizzate.

Queste emozioni interagiscono tra loro, rendendo l’amarezza una condizione complessa e difficile da gestire, poiché ogni emozione associata può rafforzare il senso di ingiustizia e amplificare il malessere.

Le micro-espressioni facciali associate all’amarezza

Le micro-espressioni facciali che accompagnano l’amarezza possono essere sottili ma rivelatrici Queste espressioni facciali possono emergere rapidamente e scomparire altrettanto velocemente, ma possono rivelare la presenza di emozioni amare anche quando una persona cerca di mascherarle. Tra le micro-espressioni più comuni ci sono:

  • Sopracciglia abbassate e incurvate verso l’interno: segno di frustrazione e pensieri negativi.
  • Bocca serrata o labbra strette: indicativa di tensione emotiva e rabbia repressa.
  • Sguardo fisso o evitante: le persone amareggiate tendono a distogliere lo sguardo o a fissare un punto, segnalando distacco emotivo.
  • Pieghe nasolabiali accentuate: le pieghe intorno alla bocca possono diventare più marcate, segnalando disapprovazione o risentimento.

Amarezza

Micro-espressioni facciali associate all’amarezza – immagine a scopo illustrativo generata con l’IA.

Bibliografia
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Sitografia
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  • https://www.stateofmind.it/2012/02/amarezza-cronica-post-traumatica/ Consultato a settembre 2024

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