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Salute mentale

Stigma

Come possiamo definire lo stigma?

Lo stigma verso la salute mentale è definibile come il pregiudizio e la valutazione arbitraria di una caratteristica individuale in modo svalutante, con la finalità, più o meno intenzionale, di alterare la personalità “normativa” peculiare in un’identità “anormale” o “deviante” nel contesto socio-relazionale dell’individuo. Tuttavia, non solo il piano socio-relazionale è coinvolto, ma anche quello del sé della persona stigmatizzata, quello familiare e quello comunitario.

 

Quali tipi di stigma esistono?

Esistono, infatti, quattro tipi di stigma: stigma pubblico, auto-stigma, stigma per associazione e stigma strutturale. In età evolutiva, nello specifico, la letteratura scientifica si è concentrata sullo “stigma pubblico” e sui relativi atteggiamenti stereotipati di una parte di società verso certi sottogruppi e sull’”auto-stigma”, un processo in cui l’individuo stigmatizzato accetta e interiorizza tali atteggiamenti, a partire dall’ambiente familiare. L’auto-stigma, soprattutto se si sviluppa in giovane età, porta alla strutturazione di modelli operativi interni disfunzionali che orientano i comportamenti e gli atteggiamenti dell’individuo.

 

Stigma e prevenzione

Le conseguenze di un giudizio percepito – e delle conseguenti: svalutazione, delegittimazione, vergogna e presa di distanze – verso una fragilità relativa all’area della salute mentale ha riflessi gravi sull’intervento preventivo e precoce di cura. Se si tiene conto che, in età evolutiva, il ritardo diagnostico e di intervento relativamente alla patologia mentale può essere rinforzato anche dallo stigma che i familiari hanno (o di cui sono vittime indirette), è evidente come sia profonda la gravità delle conseguenze sulla qualità di vita del giovane e sulla possibilità di un accesso prioritario a cure specifiche.

 

Superare lo stigma

Al fine di spezzare questi (pre)giudizi sono fondamentali:

i) in ottica preventiva, programmi educativi per i giovani (non solo in contesto scolastico) per informare ed educare circa i problemi di salute mentale, circa le strategie per promuovere benessere e minimizzare i rischi e per guidare i soggetti in età evolutiva, le famiglie e la comunità educante tutta nella conoscenza dei servizi specialistici cui far riferimento per sostenere chi si trova in difficoltà;

ii) nel contesto familiare, favorire l’ascolto non giudicante e il dialogo tra genitori e figli per poter favorire una presa in carico precoce ed efficace delle problematiche psicologiche emergenti, senza vergogna e paura generate da false credenze;

iii) in ambito istituzionale, la diffusione di programmi educativi e di intervento specialistici per sostenere il giovane e tutta la sua rete di supporto e di una comunicazione improntata su chiarezza e accoglienza, per favorire il passaggio di informazioni corrette minimizzando l’ansia e le paure che possono nascere quando si affronta un tema delicato come quello della salute mentale.

 

 

Bibliografia
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