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Educazione

Modeling

Che cos’è il modeling (modellamento) nella psicologia dell’apprendimento?

Nel contesto della psicologia dell’apprendimento e della didattica, il “modeling” si riferisce alla tecnica di apprendimento in cui gli individui acquisiscono nuove competenze, comportamenti o atteggiamenti osservando e imitando altri. Questo metodo si basa sulla teoria dell’apprendimento sociale proposta da Albert Bandura, che sostiene che gran parte dell’apprendimento umano avviene tramite l’osservazione delle azioni altrui e delle conseguenze di queste azioni. Il modeling può essere particolarmente potente in contesti educativi in quanto gli insegnanti, attraverso la loro condotta e le loro interazioni, servono da modelli per gli studenti. I comportamenti, le strategie cognitive, i modi di pensare e anche gli atteggiamenti degli educatori possono essere implicitamente appresi dagli studenti attraverso il processo di osservazione. Questo tipo di apprendimento non richiede necessariamente un’esperienza diretta o una serie di tentativi ed errori da parte dello studente, ma avviene attraverso l’esposizione a esempi vivi. Nella pratica didattica, il modeling si manifesta in vari modi. Gli insegnanti possono ad esempio modellare processi di pensiero complessi verbalizzando il proprio pensiero mentre risolvono problemi, una pratica nota come “pensiero ad alta voce”: questo permette agli studenti di comprendere come approcciare analiticamente una questione, organizzare le informazioni, valutare soluzioni alternative e prendere decisioni razionali.

Un altro aspetto rilevante del modeling in ambito educativo è il suo impatto sulla regolazione emotiva e sul comportamento sociale. Gli insegnanti che mostrano rispetto, empatia e gestione efficace delle emozioni possono influenzare positivamente lo sviluppo socio-emotivo degli studenti. Questo tipo di modeling è fondamentale per creare un ambiente di apprendimento sano e stimolante, in cui gli studenti si sentono sicuri di esplorare e di impegnarsi attivamente.

Infine, è essenziale che il modeling sia coerente e congruente con i messaggi che si desidera trasmettere. Gli studenti sono particolarmente sensibili alle incongruenze tra ciò che gli insegnanti dicono e ciò che effettivamente fanno. Pertanto, l’autenticità e l’integrità del modello offerto sono cruciali per l’efficacia di questa tecnica di apprendimento.

 

Chi ha introdotto questo concetto?

Il concetto di modeling nel contesto della psicologia è stato introdotto e ampiamente sviluppato da Albert Bandura, uno psicologo canadese-americano. Bandura è particolarmente noto per la sua teoria dell’apprendimento sociale, che ha rivoluzionato la comprensione di come gli individui apprendano osservando gli altri all’interno di un contesto sociale. Albert Bandura ha presentato la sua teoria negli anni ’60 e ’70, partendo dall’osservazione che molte forme di apprendimento non avvengono attraverso il condizionamento diretto o l’esperimento, ma piuttosto attraverso l’osservazione dei comportamenti altrui e delle relative conseguenze. Questa teoria è stata un ampliamento significativo delle teorie comportamentiste dell’epoca, che si focalizzavano soprattutto sull’apprendimento attraverso rinforzi e punizioni dirette.

 

Uno degli esperimenti più famosi di Bandura, noto come l'”esperimento della bambola Bobo” condotto nel 1961, ha dimostrato in modo efficace come i bambini possano imparare e ripetere comportamenti osservando altri, in questo caso adulti che agivano aggressivamente verso un pupazzo gonfiabile. I risultati di questo studio hanno evidenziato che i bambini non solo imitavano le azioni violente osservate, ma elaboravano anche nuovi modi di giocare aggressivamente, mostrando l’influenza dell’osservazione nel modificare comportamenti anche in assenza di rinforzo diretto. La teoria dell’apprendimento sociale di Bandura enfatizza l’importanza dei fattori cognitivi nel processo di apprendimento. Non si tratta solo di imitare meccanicamente, ma di assimilare e reinterpretare l’informazione osservata, un processo che Bandura ha definito come “autoefficacia”, ovvero la convinzione di un individuo nella propria capacità di eseguire comportamenti che porteranno a determinati risultati.

Questo principio ha aperto la via a una più ampia comprensione del ruolo dell’ambiente, delle strutture sociali e del contesto nel processo di apprendimento, sottolineando come l’apprendimento sia un fenomeno molto più ricco e complesso del semplice rispondere a stimoli esterni. Le ricerche e le teorie di Bandura hanno avuto un impatto profondo e duraturo su diverse discipline, inclusa l’educazione, la psicologia e anche le politiche sociali, dimostrando come il modeling sia un elemento fondamentale nella trasmissione di conoscenze e comportamenti tra individui.

 

Che rapporto esiste tra modeling ed empatia?

Il rapporto tra modeling ed empatia nel contesto dell’apprendimento e della didattica è profondamente intrecciato e fondamentale. L’empatia, definita come la capacità di comprendere e condividere i sentimenti di un altro, è un aspetto cruciale che viene spesso modellato attraverso comportamenti osservati, specialmente in ambienti educativi. Come abbiamo visto, nel framework dell’apprendimento sociale di Albert Bandura il modeling non solo serve come mezzo per trasmettere conoscenze o abilità tecniche, ma anche per veicolare competenze socio-emotive come l’empatia. Attraverso l’osservazione dei modelli di ruolo, gli individui apprendono come interpretare e rispondere emotivamente alle situazioni, come gestire i conflitti e come dimostrare comprensione e supporto verso gli altri. Gli insegnanti che esprimono empatia nei confronti degli studenti o che risolvono i conflitti in maniera empatica forniscono esempi concreti di come questi comportamenti possano essere emulati.

L’importanza del modeling nell’empatia è evidenziata anche dalla ricerca nel campo delle neuroscienze, che ha identificato i neuroni specchio come una possibile spiegazione biologica di come gli esseri umani imitano e apprendono comportamenti sociali. Questi neuroni si attivano sia quando un individuo compie un’azione sia quando osserva un’altra persona che compie la stessa azione, suggerendo un meccanismo neurologico per l’imitazione e la condivisione delle emozioni. Ciò implica che vedere un insegnante comportarsi in modo empatico può facilitare lo sviluppo di comportamenti empatici negli studenti.

Inoltre, il modeling di comportamenti empatici ha un impatto diretto sulla creazione di un ambiente di apprendimento positivo. Gli studenti che percepiscono empatia dai loro insegnanti sono più propensi a sentirsi sicuri, valorizzati e compresi, il che può migliorare la loro motivazione, il coinvolgimento e il successo accademico. Inoltre, l’empatia modellata dagli insegnanti aiuta a costruire una comunità di classe più coesa e solidale, dove gli studenti si sentono parte di un gruppo che li sostiene.

Il modeling dell’empatia, quindi, non solo aiuta gli studenti a sviluppare competenze interpersonali importanti, ma funge anche da catalizzatore per una cultura scolastica più inclusiva e accogliente. L’esempio degli insegnanti che dimostrano comprensione e cura nei confronti degli altri insegna agli studenti il valore e l’importanza del sostegno reciproco, preparandoli a essere cittadini compassionevoli e partecipativi nella società.

 

Quali sono gli obiettivi pedagogici del modeling?

Il modeling, come tecnica didattica, si pone diversi obiettivi pedagogici essenziali che mirano a migliorare l’efficacia dell’apprendimento e a promuovere lo sviluppo integrale degli studenti. Questi obiettivi includono:

-Facilitare l’apprendimento di competenze e comportamenti specifici. Gli insegnanti usano il modeling per dimostrare pratiche e tecniche specifiche nelle diverse materie scolastiche, facilitando così l’acquisizione di competenze pratiche e teoriche attraverso l’osservazione diretta.

-Incoraggiare l’acquisizione di strategie metacognitive. Attraverso il modeling, gli insegnanti possono mostrare agli studenti come approcciare i problemi in maniera critica e creativa, promuovendo abilità di pensiero superiore come l’analisi, la sintesi e la valutazione.

-Promuovere comportamenti positivi. Il modeling è utilizzato per insegnare e rinforzare norme sociali e comportamenti desiderabili all’interno della scuola, come il lavoro di squadra, l’integrità, la responsabilità personale e il rispetto per gli altri.

-Sviluppare l’empatia e la sensibilità sociale. Attraverso l’esempio di comportamenti empatici e inclusivi, gli insegnanti possono influenzare direttamente la capacità degli studenti di comprendere e rispondere ai sentimenti altrui, rafforzando il tessuto sociale della comunità scolastica.

-Migliorare l’autoefficacia degli studenti. Il modeling aiuta gli studenti a sviluppare una maggiore fiducia nelle proprie capacità, mostrando che il successo è accessibile attraverso impegno e pratica e che gli ostacoli possono essere superati con strategie adeguate.

-Supportare l’apprendimento differenziato. Gli insegnanti possono utilizzare il modeling per adattare il loro insegnamento a diversi stili di apprendimento, mostrando concetti attraverso vari metodi (visivi, auditivi, kinestetici) per venire incontro alle diverse esigenze degli studenti.

-Fornire un riferimento concreto per l’applicazione della teoria. Attraverso esempi pratici, gli insegnanti possono mostrare come le teorie e i principi appresi in classe si traducano in applicazioni reali, colmando il divario tra conoscenza teorica e pratica.

-Sviluppare la resilienza e la gestione delle emozioni. Modelli di comportamenti che mostrano come gestire efficacemente lo stress e le sfide preparano gli studenti a fronteggiare le avversità sia in ambito scolastico che nella vita quotidiana.

In definitiva, gli obiettivi del modeling nella didattica sono diretti a creare un ambiente di apprendimento più completo e supportivo, dove gli studenti non solo acquisiscono conoscenze, ma imparano anche come essere membri efficaci e empatici della società. Questa tecnica, pertanto, è essenziale per educare individui in grado di affrontare le sfide personali e professionali.

 

Bibliografia

 

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