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Salute mentale

Burnout genitoriale

Che cos’è il burnout genitoriale

Con l’espressione ‘burnout genitoriale’ si indica nella ricerca la condizione di un genitore che, sopraffatto dalla carenza di risorse tanto sul piano fisico che su quello emotivo e razionale, si trovi a mettere profondamente in discussione le proprie capacità nel rivestire il ruolo, con conseguente distacco emotivo dai figli. Nella condizione di burnout, il genitore finisce per limitarsi ad occuparsi dei soli aspetti funzionali dell’accudimento dei figli, come lavarli, vestirli, dare loro da mangiare, ecc.

La ricerca su questo fenomeno ne ha individuato tre aspetti caratteristici, traslati dallo studio del burnout studiato in ambito lavorativo:

  1. Distacco relazionale
  2. Esaurimento delle risorse emotive
  3. Percezione di insufficienza rispetto al ruolo di genitore

Sebbene i tre aspetti siano traslati dalla ricerca sul burnout lavorativo, la correlazione tra i due fenomeni risulta bassa o moderata, ovvero i due tipi di burnout possono o meno presentarsi in modo concomitante.

Sintomi del burnout genitoriale

Tra i segnali più comuni, che meritano quindi particolare attenzione, si rilevano:

  • Affaticamento e astenia
  • Sonno disturbato da risvegli frequenti
  • Difficoltà di contatto emotivo con i figli
  • Irritabilità
  • Allerta e apprensione pressoché costante
  • Rimuginare mentale negativo

Inoltre, il burnout genitoriale è spesso associato a idee di fuga, abbandono dei figli e comportamenti negligenti e violenti nei loro confronti. La ricerca ha sottolineato come queste manifestazioni siano indipendenti dallo status socioeconomico dei genitori e possano manifestarsi anche in situazioni inattese. Tutti segnali che indicano che si tratta di una condizione di difficoltà che richiede un intervento specialistico e rispetto alla quale non bisogna temere di chiedere aiuto.

Diffusione del fenomeno

Alcune ricerche hanno stimato che in Europa il burnout genitoriale coinvolga tra il 2% e il 12% della popolazione con il 18% di madri a rischio. Inoltre, il fenomeno sembra colpire più facilmente i genitori più giovani, mentre quelli in età più avanzata sarebbero meno a rischio di esperire la mancanza di realizzazione. Le ricerche hanno anche rilevato che i fattori di rischio sono differenti tra padri e madri e pertanto variano secondo il contesto.

Infine, le diverse esperienze di isolamento vissute durante la pandemia da Covid19, con le condizioni di convivenza forzata e di limitato movimento, hanno contribuito a rafforzare i fattori di rischio del fenomeno di burnout genitoriale.

Apprendimento e prevenzione del burnout genitoriale

Mentre è sempre necessario rivolgersi a specialisti della salute mentale nel caso di segnali perduranti, formarsi alla genitorialità con gli opportuni accorgimenti può rappresentare una strategia preventiva efficace.

Ecco alcuni elementi da tenere a mente:

Prenderci cura di noi stessi

Il punto di partenza di ogni cambiamento salutare è rivolgere un’attenzione accogliente verso se stessi. Le azioni con le quali esprimiamo la capacità di avere cura di noi possono essere a volte molto soggettive, legate al nostro vissuto, mentre altre sono generalizzabili alla gran parte dei casi. Tra queste ultime c’è l’attenzione all’alimentazione, il movimento consapevole, la qualità del sonno, specie quando la quantità è necessariamente limitata.

Azioni di tipo più soggettivo potranno includere tutto ciò che ci mette in contatto con le nostre emozioni e aspirazioni: praticare meditazione, yoga, un hobby, un tempo con gli amici. Anche nei casi in cui il tempo disponibile per queste attività è molto limitato, saranno comunque efficaci nel migliorare lo stato psicofisico.

Coltivare uno stato di serenità ci aiuterà ad essere maggiormente accoglienti verso noi stessi, capaci di mediare tra modelli ideali e difficoltà quotidiane, alla ricerca di quel punto intermedio in cui possiamo esprimere al meglio ciò che siamo attimo dopo attimo.

Educarsi alla relazione

Possiamo farlo sia all’interno del nucleo familiare – attraverso la ricerca di soluzioni per distribuire i carichi nella coppia e, per quel che riguarda piccoli compiti, anche tra i bambini – ma anche all’esterno del nucleo familiare, ricordando a noi stessi che la vita è innanzitutto relazione e nessuno può fare a meno dell’aiuto degli altri. Costruire o rafforzare una rete di sostegno con la famiglia allargata, gli amici e il contesto sociale può rivelarsi straordinariamente supportante e arricchente.

 

Bibliografia
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