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Memoria procedurale

Che cos’è la memoria procedurale?

La memoria procedurale rappresenta quella parte della nostra memoria a lungo termine che conserva le competenze motorie e le procedure automatizzate acquisite attraverso la pratica ripetuta. A differenza della memoria dichiarativa, che gestisce fatti ed eventi consapevoli, la memoria procedurale opera a livello largamente inconsapevole, permettendoci di eseguire azioni complesse senza doverci pensare. Un esempio illuminante è l’atto di guidare l’automobile: mentre un principiante deve concentrarsi su ogni singola azione – dalla pressione sul pedale alla rotazione del volante – un guidatore esperto esegue queste operazioni automaticamente, potendo persino sostenere una conversazione durante la guida.

Questa automaticità è il risultato dell’apprendimento procedurale, un processo che trasforma azioni inizialmente complesse e consapevoli in sequenze fluide e automatiche. I gangli della base e il cervelletto giocano un ruolo fondamentale in questo tipo di memoria, creando e consolidando i programmi motori che ci permettono di svolgere innumerevoli attività quotidiane con naturalezza ed efficienza. La principale caratteristica della memoria procedurale è la sua capacità di operare in background, liberando risorse cognitive per altre attività mentali più complesse e impegnative.

Come si forma e si consolida la memoria procedurale?

Il processo di formazione e consolidamento della memoria procedurale segue un percorso che coinvolge diverse fasi di apprendimento, ognuna caratterizzata da specifici cambiamenti neurobiologici:

  • Fase cognitiva. Durante questa fase iniziale, l’individuo deve prestare massima attenzione a ogni singolo aspetto dell’azione da apprendere. Pensiamo a quando si impara a suonare uno strumento musicale: il principiante deve pensare consciamente alla posizione di ogni dito, alla pressione da esercitare sui tasti, alla coordinazione tra le mani. In questa fase, l’attività cerebrale è intensa e coinvolge multiple aree corticali.
  • Fase associativa. In questo stadio intermedio, i movimenti cominciano a fluire di più e gli errori diminuiscono progressivamente grazie alla formazione di collegamenti neurali sempre più efficienti. È la fase in cui un pianista principiante inizia a leggere lo spartito senza dover guardare costantemente la tastiera, o quando un tennista comincia a eseguire i colpi base con maggiore naturalezza. Il cervello ottimizza i circuiti neurali coinvolti, riducendo il consumo di energia.
  • Fase autonoma. Rappresenta il culmine dell’apprendimento procedurale, quando l’azione diventa completamente automatica grazie alla creazione di stabili reti neurali dedicate. In questa fase l’attività cerebrale si concentra principalmente nelle aree motorie e nel cervelletto.

Quali sono le principali caratteristiche della memoria procedurale?

Le peculiarità della memoria procedurale la distinguono nettamente da altri tipi di memoria, rendendola un sistema fondamentale per il nostro funzionamento quotidiano:

  • Resistenza all’oblio. Una volta consolidate, le procedure rimangono stabili per lunghissimo tempo, resistendo anche a lunghi periodi di inattività. Un esempio emblematico è la capacità di andare in bicicletta o di nuotare, che si mantiene anche dopo anni senza pratica. Questa caratteristica è dovuta alla formazione di connessioni neurali robuste nei gangli della base e nel cervelletto.
  • Accesso implicito. Le informazioni procedurali vengono richiamate automaticamente attraverso l’azione stessa, senza necessità di un recupero conscio. È sorprendente osservare come le dita di un pianista si muovano sulla tastiera al solo riconoscimento di una melodia familiare, o come un calciatore esperto esegua un dribbling complesso in una frazione di secondo senza pensarci.
  • Gradualità dell’apprendimento. L’acquisizione delle competenze procedurali richiede pratica ripetuta e costante. Esempi concreti sono l’allenamento necessario per padroneggiare una nuova lingua straniera a livello di pronuncia e fluidità, o il lungo percorso di un chirurgo per perfezionare le proprie tecniche operatorie.

Come interagisce la memoria procedurale con altri sistemi cognitivi?

La memoria procedurale non opera in isolamento, ma si integra con numerosi processi cognitivi, creando una rete interconnessa di funzioni mentali:

  • Attenzione selettiva: durante l’apprendimento iniziale di una nuova procedura, l’attenzione focalizzata è cruciale. Questa fase richiede un significativo dispendio di energia mentale e un’attivazione estesa delle aree prefrontali.
  • Controllo motorio: il sistema procedurale lavora in stretta collaborazione con le aree motorie del cervello, creando una sinergia che permette movimenti sempre più raffinati e precisi. Pensiamo a un ballerino professionista che coordina perfettamente movimenti complessi del corpo intero, o a un violinista che esegue passaggi velocissimi con assoluta precisione. Questa integrazione coinvolge il cervelletto, la corteccia motoria e i gangli della base.
  • Feedback sensoriale: l’affinamento delle procedure dipende dal costante feedback dei sistemi sensoriali, che permettono aggiustamenti in tempo reale. Un esempio quotidiano è quando impariamo a modulare la forza nel digitare su una nuova tastiera basandoci sulla resistenza dei tasti, o quando uno chef esperto regola la temperatura della padella dal suono dello sfrigolìo degli ingredienti.

Quale ruolo svolge la memoria procedurale nel benessere globale della persona?

L’efficiente funzionamento della memoria procedurale contribuisce al benessere complessivo dell’individuo, intrecciandosi con la memoria dichiarativa in un delicato equilibrio che influenza ogni aspetto della vita quotidiana. Quando entrambi i sistemi operano armoniosamente, la persona può dedicare le proprie risorse cognitive ad attività più complesse e gratificanti, invece di concentrarsi su azioni di routine. Questo libera energia mentale per la creatività, la socializzazione e la crescita personale. La fluidità dei movimenti automatizzati influenza positivamente l’autostima e la percezione di competenza, creando un circolo virtuoso che favorisce l’apprendimento di nuove abilità. Inoltre, il mantenimento di una buona memoria procedurale nell’invecchiamento rappresenta un fattore protettivo contro il declino cognitivo, contribuendo a preservare l’autonomia e la qualità della vita. Le ricerche più recenti suggeriscono che l’integrazione tra memoria procedurale e dichiarativa sia fondamentale per lo sviluppo di una personalità equilibrata e per il mantenimento di un elevato livello di funzionamento cognitivo anche in età avanzata.

Bibliografia
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Sitografia
  • https://www.psychomedia.it/neuro-amp/02-03-sem/rossi.htm Consultato a novembre 2024
  • https://www.simplypsychology.org/procedural-memory.html Consultato a novembre 2024
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