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Genomica sociale

Perché la genomica sociale sta rivoluzionando la scienza del comportamento umano?

La genomica sociale è una disciplina emergente che unisce genetica, biologia molecolare e scienze sociali per esplorare come l’ambiente sociale possa influenzare l’espressione dei geni. La genetica sociale spiega come i fattori ambientali si incarnano nel DNA ed il sociale si fa biologico. Non si limita a studiare il DNA come una sequenza immutabile, ma indaga il modo in cui le relazioni sociali, lo stress, l’isolamento o il supporto affettivo modulano l’attività genica in tempo reale. In altre parole, il nostro codice genetico non è un destino scritto nella pietra, ma un sistema dinamico che risponde al contesto in cui viviamo.

Questa nuova prospettiva sta trasformando il modo in cui interpretiamo la salute, il comportamento e persino le disuguaglianze sociali. Ad esempio, individui che vivono in condizioni di esclusione sociale o povertà cronica mostrano un’attivazione più intensa di geni legati all’infiammazione e una soppressione di quelli connessi alla risposta antivirale. Questi cambiamenti non modificano la sequenza del DNA, ma la sua espressione, attraverso meccanismi epigenetici come la metilazione del DNA (aggiunta del gruppo metile in punti specifici del DNA) o la modifica degli istoni (aggiunta o rimozione di gruppi chimici alle code degli istoni, proteine attorno a cui è avvolto il DNA). La genomica sociale sfida la dicotomia tra “biologico” e “sociale” e suggerisce che la nostra biologia è, almeno in parte, scritta con l’inchiostro dell’esperienza. Ma come funziona esattamente questo dialogo tra geni e ambiente sociale?

In che modo l’ambiente sociale “parla” ai nostri geni?

Le interazioni sociali attivano nel cervello una serie di risposte neurochimiche che, a cascata, influenzano il funzionamento delle cellule. Questo processo, noto come regolazione genica sociale, avviene attraverso una rete complessa di segnali biologici. Vediamo come:

  • Stress cronico e isolamento

Vivere in una condizione di isolamento sociale o sperimentare stress protratto nel tempo può aumentare l’attività dell’asse ipotalamo-ipofisi-surrene (HPA), portando alla secrezione di cortisolo. Questo ormone, se in eccesso, può alterare l’espressione di geni coinvolti nell’infiammazione, rendendo l’organismo più vulnerabile a malattie cardiovascolari o autoimmuni.

  • Supporto sociale e affiliazione

Le relazioni positive e il sostegno emotivo attivano il sistema della dopamina e dell’ossitocina, ormoni associati al benessere. Questo stato neurofisiologico favorisce l’espressione di geni protettivi, come quelli che migliorano la risposta immunitaria antivirale o che regolano positivamente la riparazione cellulare.

  • Esperienze precoci nella vita

L’infanzia è un periodo particolarmente sensibile. Bambini cresciuti in ambienti negligenti o violenti mostrano spesso, in età adulta, un pattern di espressione genica associato a una maggiore reattività allo stress e a una minore regolazione emotiva, con ricadute importanti sulla salute mentale.

  • Contesto socioeconomico

Studi longitudinali mostrano che le persone appartenenti a classi sociali svantaggiate tendono a esprimere più fortemente geni pro-infiammatori. Il DNA, in questo senso, “registra” la realtà sociale, confermando che le disuguaglianze non sono solo culturali ma anche biologiche.

Quali sono le implicazioni della genomica sociale per la medicina e la salute pubblica?

La genomica sociale non è solo una teoria affascinante, ma uno strumento potente per ripensare le politiche sanitarie e l’approccio clinico alle malattie croniche. Vediamo perché:

  • Prevenzione personalizzata

Comprendere come l’ambiente sociale moduli i profili genetici permette di anticipare con maggiore precisione chi è più a rischio per certe malattie. Questo apre la strada a interventi preventivi mirati, basati non solo sul patrimonio genetico, ma anche sulle condizioni di vita.

  • Trattamenti più efficaci

Alcune terapie farmacologiche risultano più o meno efficaci a seconda dello stato epigenetico dei pazienti. Per esempio, una persona con un’espressione alterata di geni coinvolti nella risposta infiammatoria potrebbe beneficiare di farmaci antinfiammatori diversi rispetto a chi presenta un’attività genica nella norma.

  • Integrazione tra medicina e politiche sociali

Le evidenze della genomica sociale rafforzano l’idea che salute e benessere non dipendano solo da fattori individuali, ma anche dal tessuto sociale. Investire in coesione sociale, lotta alla povertà e istruzione può avere effetti positivi sulla salute a livello genetico.

  • Nuove frontiere nella salute mentale

Disturbi come depressione, ansia o schizofrenia sono influenzati da una combinazione di fattori genetici e ambientali. La genomica sociale aiuta a decifrare come esperienze traumatiche, discriminazioni o esclusione possano “riaccendere” predisposizioni latenti.

È possibile modificare l’espressione genica attraverso interventi sociali?

Uno degli aspetti più affascinanti della genomica sociale è la sua plasticità. Anche se il nostro genoma resta invariato, l’espressione genica può essere modulata nel tempo attraverso cambiamenti ambientali e stili di vita. Alcuni esempi lo dimostrano con chiarezza:

  • Terapie psicologiche e mindfulness

Interventi come la terapia cognitivo-comportamentale o la meditazione mindfulness hanno dimostrato di ridurre l’espressione di geni legati all’infiammazione cronica. Questo effetto si osserva già dopo poche settimane di pratica costante.

  • Interventi educativi e comunitari

Programmi educativi destinati a bambini in contesti a rischio possono attenuare l’impatto negativo dell’ambiente sociale sull’espressione genica. In alcuni casi si è osservata una normalizzazione del profilo epigenetico a distanza di anni.

  • Esercizio fisico regolare

L’attività fisica agisce come un potente regolatore epigenetico. Camminare, nuotare o fare sport almeno tre volte a settimana è associato a una riduzione dell’attività genica pro-infiammatoria e a un miglioramento generale del metabolismo cellulare.

  • Reti di supporto sociale

Rafforzare i legami familiari o comunitari può influenzare positivamente il sistema immunitario attraverso una regolazione più equilibrata dei geni coinvolti nella risposta allo stress. Non è un caso che la solitudine sia oggi considerata un fattore di rischio biologico.

La genomica sociale può aiutarci a comprendere le disuguaglianze?

Sì, e in modo sorprendente. Le disuguaglianze sociali non si esprimono soltanto attraverso dati economici o livelli di istruzione, ma anche attraverso l’attività dei geni. La genomica sociale mostra come lo svantaggio sociale possa “scriversi nel corpo”, contribuendo ad amplificare i divari di salute tra gruppi diversi. Ecco alcune implicazioni:

  • Meccanismi biologici della marginalizzazione

L’esperienza di discriminazione razziale, povertà o esclusione può attivare un profilo genetico simile a quello associato a situazioni di pericolo fisico prolungato. Il corpo interpreta lo stress sociale come una minaccia reale, con effetti negativi sulla salute.

  • Effetto cumulativo delle esperienze avverse

Chi vive situazioni difficili fin dall’infanzia tende a sviluppare un’espressione genica che favorisce l’infiammazione cronica, anche in assenza di malattie conclamate. Questo può spiegare perché alcune patologie si presentano prima o in forma più grave in determinati gruppi sociali.

  • Transgenerazionalità del rischio

Le modifiche epigenetiche non si limitano a un singolo individuo: in certi casi possono essere trasmesse alla prole. Così, le conseguenze biologiche delle disuguaglianze possono estendersi anche alle generazioni successive.

  • Potere trasformativo delle politiche pubbliche

L’investimento in equità sociale non è solo un imperativo etico, ma una strategia di salute pubblica. Ridurre lo stress sociale, migliorare l’accesso ai servizi e rafforzare la coesione può letteralmente cambiare il modo in cui i geni si esprimono in una popolazione.

Dove ci porterà la genomica sociale nei prossimi anni?

La genomica sociale è destinata a diventare una delle chiavi interpretative più promettenti della biologia del XXI secolo. In futuro, potremmo assistere a una personalizzazione sempre più spinta della medicina, che tenga conto non solo del DNA ma anche del contesto sociale in cui vive il paziente. Potremmo sviluppare protocolli terapeutici epigenetici mirati o persino valutare l’efficacia di interventi sociali attraverso biomarcatori genetici.

La ricerca si sta muovendo anche verso nuove frontiere: come la possibilità di “decodificare” gli effetti del razzismo sistemico sulla biologia, o di studiare come la pandemia di COVID-19 abbia modificato, a livello epigenetico, intere generazioni. Allo stesso tempo, si aprono interrogativi etici importanti: fino a che punto è lecito misurare la vulnerabilità biologica di una persona sulla base del suo vissuto sociale? In definitiva, la genomica sociale ci invita a guardare l’essere umano non come il prodotto isolato di un corredo genetico, ma come un nodo vivo in una rete di relazioni, esperienze e significati che si scrivono — anche — nei nostri geni. Una rivoluzione culturale, prima ancora che scientifica.

Bibliografia
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Sitografia
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  • https://humantechnopole.it/it/centri-di-ricerca/genomica/?utm_source=chatgpt.com Consultato a maggio 2025
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