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Amnesia

Che cos’è l’amnesia e come si manifesta?

L’amnesia è una condizione neurologica che comporta la perdita parziale o totale della memoria, influendo sulla capacità di ricordare esperienze, dettagli della propria vita o persino la propria identità. È importante sottolineare che l’amnesia può manifestarsi in varie forme e intensità, dalla dimenticanza temporanea di eventi specifici alla totale incapacità di immagazzinare nuovi ricordi.

Non è una condizione legata esclusivamente a un’età avanzata, come si potrebbe credere, ma può colpire chiunque, indipendentemente dall’età o dalle abitudini di vita, a causa di traumi, infezioni o altri eventi che coinvolgono il cervello. Capire che cos’è l’amnesia, quindi, non significa solo comprendere cosa accade al cervello durante episodi di perdita di memoria, ma anche riconoscere che questo disturbo può avere profonde implicazioni emotive e sociali, non solo per chi ne soffre, ma anche per le persone a lui vicine. Il termine stesso “amnesia” deriva dal greco e significa letteralmente “senza memoria”, un’etimologia che riflette appieno l’esperienza debilitante e disorientante vissuta da coloro che ne sono affetti.

Quali sono le principali cause dell’amnesia?

Le cause dell’amnesia sono molteplici e includono sia fattori fisici che psicologici. Tra le cause fisiche più comuni troviamo i traumi cranici, che possono derivare da incidenti stradali, cadute o infortuni sportivi che colpiscono direttamente il cervello. In questi casi, la perdita di memoria può essere causata dalla compromissione delle aree cerebrali responsabili dell’immagazzinamento delle informazioni.

Altre cause di natura medica includono infezioni cerebrali come encefaliti o meningiti, oltre a condizioni neurologiche degenerative come l’Alzheimer, che provocano il progressivo deterioramento delle funzioni cerebrali.

Tuttavia esistono anche forme di amnesia psicogena, scatenate da traumi psicologici o periodi di intenso stress. In questi casi, la perdita di memoria non è causata da un danno fisico al cervello, ma è piuttosto una reazione psicologica volta a “rimuovere” ricordi dolorosi o stressanti. È interessante notare come, in molte forme di amnesia psicogena, le persone siano incapaci di ricordare solo determinati eventi o dettagli, mantenendo intatta la memoria generale. Questo fenomeno rende la diagnosi complessa, poiché i sintomi possono variare notevolmente da individuo a individuo.

Esistono diversi tipi di amnesia?

L’amnesia non è una condizione uniforme e si presenta in diverse varianti, ognuna con caratteristiche e sintomi peculiari. L’amnesia retrograda, ad esempio, comporta la perdita di ricordi precedenti a un determinato evento traumatico, rendendo difficile per la persona ricordare eventi accaduti prima del trauma.

Al contrario, l’amnesia anterograda rende complicato, se non impossibile, formare nuovi ricordi successivamente all’evento traumatico. Questo tipo di amnesia è spesso associato a condizioni neurologiche come il morbo di Alzheimer o a lesioni all’ippocampo, l’area del cervello responsabile della formazione della memoria a lungo termine.

Esiste anche una condizione nota come amnesia globale transitoria, che comporta una perdita di memoria improvvisa e temporanea che può durare da alcune ore a un giorno. Tale fenomeno è più comune negli adulti e negli anziani e, sebbene possa essere un’esperienza destabilizzante, tende a risolversi spontaneamente e senza gravi conseguenze.

Esiste infine la cosiddetta amnesia dissociativa che è una condizione psicologica caratterizzata dalla perdita di memoria relativa a informazioni personali importanti, spesso associata a eventi traumatici o stressanti. A differenza delle forme di amnesia causate da traumi fisici al cervello, questo tipo di amnesia è di origine psicologica e non c’è un danno fisico evidente al cervello: si manifesta solitamente come una perdita di memoria circoscritta, limitata a specifici eventi o periodi di vita del soggetto, che possono riguardare situazioni difficili o traumatiche, come abusi, incidenti o altre esperienze molto stressanti. Ciascun tipo di amnesia rappresenta una sfida unica sia per i pazienti sia per i professionisti sanitari, poiché richiede un approccio diagnostico e terapeutico specifico.

Come si diagnostica l’amnesia?

La diagnosi dell’amnesia è un processo articolato che richiede una valutazione dettagliata delle capacità cognitive e della storia clinica del paziente. Gli strumenti diagnostici più comuni includono test neuropsicologici e indagini di imaging cerebrale, come la risonanza magnetica (RM) o la tomografia computerizzata (TAC), che permettono di identificare eventuali anomalie nelle strutture cerebrali coinvolte nella memoria. I test neuropsicologici, invece, consentono di valutare le specifiche aree della memoria compromesse, come la capacità di richiamare ricordi a lungo termine o di immagazzinare nuove informazioni.

In alcuni casi, specialmente quando si sospetta una causa psicogena, si coinvolgono anche psicologi o psichiatri per esplorare eventuali traumi emotivi che potrebbero essere alla base del disturbo. Il processo diagnostico, quindi, è altamente personalizzato e richiede l’integrazione di competenze multidisciplinari per comprendere a fondo l’origine e la natura dell’amnesia, permettendo così di sviluppare un piano di trattamento adeguato.

Si può curare l’amnesia?

La possibilità di cura per l’amnesia dipende strettamente dalla causa e dal tipo specifico di perdita di memoria. Nel caso dell’amnesia anterograda, ad esempio, le terapie possono concentrarsi sull’uso di strategie compensative, come l’utilizzo di dispositivi tecnologici, applicazioni o note per aiutare il paziente a ricordare gli impegni quotidiani. Per le amnesie di origine psicogena, invece, la psicoterapia è spesso lo strumento più efficace, poiché permette al paziente di elaborare i traumi emotivi che hanno contribuito alla perdita di memoria. La riabilitazione cognitiva è utile anche nei casi in cui l’amnesia è causata da traumi fisici o malattie neurologiche degenerative, aiutando il paziente a recuperare, ove possibile, le capacità mnemoniche compromesse e a migliorare la qualità della vita. Tuttavia, è importante notare che non sempre è possibile ottenere un recupero totale: in alcuni casi, i danni alla memoria sono irreversibili e il focus della terapia si sposta sul miglioramento dell’autonomia e del benessere del paziente.

 


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Bibliografia
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  • https://www.poliambulatorioes.it/428/perdite-di-memoria-quando-preoccuparsi
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