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Educare il mondo interiore per una salute consapevole

Il 7 aprile si è tenuta la 75° Giornata Mondiale della Salute all’insegna del motto Salute per Tutti! La giornata, indetta dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, è un’occasione per riflettere sui passi in avanti compiuto negli anni e sull’attuale crisi nella salute mentale specialmente tra gli adolescenti.

La Fondazione Patrizio Paoletti, con all’attivo oltre venti anni di ricerca neuro-psicopedagogica e didattica, partecipa all’attività di presa di consapevolezza evidenziando come porre l’accento sul processo educativo costituisca la miglior strategia di prevenzione per il benessere mentale.

Stiamo vivendo una crisi mondiale della salute mentale

All’indomani della pandemia da Covid19, mentre la scienza sta ancora valutando gli effetti sulla nostra mente di un’esperienza tanto complessa, lo scoppio di un conflitto di rilievo mondiale insieme alle enormi sfide socioeconomica e climatica, hanno generato uno stato di crisi psicologica planetaria.

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, sono aumentati in modo esponenziale i disturbi mentali:

    • Incremento delle patologie depressive: +27%,
    • 1 persona su 8 al mondo soffre di disturbi mentali,
    • nel mondo 300 milioni di persone soffrono di ansia,
    • 280 milioni di depressione (in Italia 3,5 milioni),
    • 64 milioni le persone cui è stato diagnosticato un disturbo bipolare,
    • 700.000 sono le persone che ogni anno si tolgono la vita (3.000 al giorno)

In particolare tra gli adolescenti, sono aumentati i casi di disturbo mentale, con un +40% di fenomeni di autolesionismo, isolamento, abbandono e disagio scolastico:

    • 1 adolscente su 7 convive con il disturbo mentale,
    • sono in costante aumento i ricoveri per casi di ansia e depressione presso i reparti di pronto soccorso psichiatrici (+25% Ospedale Bambin Gesù di Roma),
    • il suicidio rappresenta oggi la seconda causa di morte per i giovani.

Inoltre, secondo l’AXA Mind Health Report 2023, indagine condotta da Ipsos e realizzata su un campione di oltre 30.00 persone in 16 paesi del mondo, l’Italia si conferma ultima in Europa per il livello di benessere mentale. D’altra parte, lo stesso report evidenza come stia parallelamente crescendo la propensione a prendersene cura e parlarne, superando lo stigma sociale riguardo questa tematica. Secondo il report, le donne rappresentano i soggetti maggiormente a rischio, a causa della disparità di genere, insieme agli adolescenti.

Infine, è stato stimato che il costo sociale della salute mentale in termini di depressione, abbandono scolastico, minore occupazione e produttività, si aggiri attorno al 4% del PIL mondiale.

Lo stato di emergenza ci porta ad interrogarci più profondamente su cosa sia davvero la salute mentale e come potenziarla attraverso i fattori protettivi individuati dalla ricerca scientifica.

Di che cosa parliamo quando parliamo di salute mentale?

La Dichiarazione Universale dei Diritti Umani definisce la salute mentale quale diritto umano fondamentale. Essa è ritenuta basilare per lo sviluppo personale, comunitario e socioeconomico.

Con salute mentale non si intende la semplice assenza di disturbi mentali, esiste un continuum complesso, che viene vissuto in modo diverso da una persona all’altra, con vari gradi di benessere e difficoltà e con esiti potenzialmente molto diversi.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità definisce la salute mentale come uno stato di benessere psichico caratterizzato dall’espressione di particolari capacità: far fronte agli stress della vita, rendere produttive le proprie abilità, imparare e lavorare proficuamente, contribuire alla propria comunità. Conseguentemente, la salute mentale è alla base delle nostre capacità individuali e collettive di prendere decisioni, costruire relazioni, plasmare in definitiva il mondo in cui viviamo.

Le straordinarie capacità connesse con la salute mentale sono il prodotto della nostra struttura cerebrale estremamente complessa. Proprio la complessità del nostro cervello lo rende, infatti, ricco di potenzialità, ma anche esposto a potenziali disfunzioni. La complessità che ci costituisce ci richiede di educare noi stessi per poter essere gestita al meglio.

Qual è il ruolo dell’educazione nella promozione del benessere mentale?

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità: l’educazione è il più importante determinante sociale modificabile della salute.

Non solo una educazione di qualità offre migliori possibilità di avere buona salute in generale, allungando l’aspettativa di vita mediamente di 4 anni, ma fornisce basi solide anche per quelli che sono i principali fattori di protezione del benessere mentale: abitudini salutari, connessioni sociali supportanti, accesso ad un buon lavoro, la capacità di gestire le sfide che la vita presenta.

Tali fattori di protezione della salute mentale sono nutriti da competenze interiori ed esteriori che possono essere apprese e potenziate attraverso un efficace processo educativo: l’auto-consapevolezza, l’auto-efficacia, le capacità di lifelong learning e problem-solving, ovvero le competenze costitutive della resilienza.

Proprio le correnti crisi ci stanno mostrando quanto poco siamo resilienti agli urti, ovvero impreparati a far fronte alle rapidissime trasformazioni che coinvolgono la nostra vita sul pianeta. Per realizzare un futuro sostenibile, ci occorre trovare non solo soluzioni esteriori, ma ancor di più concentrarci sul nostro mondo interiore. Non troveremo soluzioni energetiche davvero sostenibili a lungo termine, se non ci occupiamo della sostenibilità energetica dell’essere umano.

Dal punto di vista della struttura fisiologica, il potenziale del nostro cervello è pressoché illimitato, ma questo potenziale è così ampio proprio perché espressione di una macchina complessa, che può funzionare in molti modi e anche in modi nocivi per noi stessi.

Il metodo Pedagogia per il Terzo Millennio, sviluppato da Patrizio Paoletti e dalla sua équipe a partire dalla ricerca neuro-psicopedagogica, nasce proprio per rispondere alle sfide che il nostro tempo pone ai sistemi educativi. In Pedagogia per il Terzo Millennio, l’essere umano viene considerato in senso globale. Un benessere completo e sostenibile può essere realizzato solo se si prendono in considerazione le nostre componenti fondamentali, la dimensione fisica, quella emotiva, quella razionale e quella dell’aspirazione più elevata. Occorre considerare questi diversi fattori per sviluppare stili di vita protettivi del benessere mentale in cui la resilienza sia allenata e potenziata.

Tutte le parti che ci compongono, infatti, sono profondamente interconnesse ed è necessario considerarle nelle loro interazioni reciproche. Fin dall’infanzia, gli individui hanno necessità di imparare a relazionarsi con il funzionamento del proprio corpo, scoprendo l’importanza del movimento per i processi cognitivi, ad esempio. Ma anche di conoscere la dimensione emotiva con la sua intelligenza e l’utilizzo efficace delle risorse cognitive. La capacità di prefigurazione del proprio futuro, basata sui propri valori più intimi, costituisce, infine, un preziosissimo fattore di orientamento per tutta la nostra vita.

Dalla ricerca di Fondazione Patrizio Paoletti: il benessere mentale richiede un’educazione olistica

Proprio in una recente pubblicazione scientifica a firma di un team interdisciplinare di ricercatori nelle aree della psicologia dello sviluppo, delle neuroscienze, dello sviluppo motorio, della scienza sportiva e della salute mentale, che comprende Tal D. Ben-Soussan direttrice del RINED, è stata trattata la necessità di un’educazione olistica come fattore di prevenzione per il benessere psicologico. L’articolo affronta il tema della mancanza di comprensione dell’interconnessione di molti aspetti critici dello sviluppo e come connettere intenzionalmente questi fattori per promuovere un approccio più olistico.

La necessità di un simile approccio più olistico e inclusivo allo sviluppo del bambino e dell’adolescente – è sostenuto nell’articolo – è sempre più evidente per promuovere la salute e il benessere a lungo termine. Le idee delineate nella corposa pubblicazione mirano a rispondere alla necessità di superare i confini disciplinari e delineare collegamenti sinergici tra più ambiti di ricerca che supportino lo sviluppo olistico e la salute e il benessere lungo tutto l’arco della vita.

Nella pubblicazione si propone un quadro concettuale che affronta in modo completo l’integrazione dei domini fisici, cognitivi, psicologici, sociali ed emotivi dello sviluppo del bambino e dell’adolescente, tenendo conto: a) della natura critica di un approccio sistemico relazionale allo sviluppo umano, b) di una prospettiva contemporanea sui legami tra sviluppo cognitivo, sociale, emotivo, psicologico e fisico, sviluppo sociale, emotivo, psicologico e fisico, c) l’importanza critica dello sviluppo olistico che influenza le traiettorie di salute mentale a lungo termine e che inizia nella prima infanzia, e d) un approccio pragmatico alla promozione dello sviluppo olistico utilizzando un’impostazione pedagogica detta MTSS multi-tiered system of support (sistema di supporto multi-livello).

Questo approccio olistico all’educazione come strumento di protezione e sviluppo del benessere mentale, secondo Pedagogia per il Terzo Millennio, per essere reso pienamente efficace necessita di un coefficiente cruciale: la capacità di prefigurare un futuro sostenibile.

Prefigurare mantiene la mente vitale e flessibile

Sono molti i dati relativi all’attuale crisi del benessere mentale tra gli adolescenti che indicano che l’elemento forse più debilitante in assoluto è la difficoltà di immaginare un futuro migliore. L’Eco-Anxiety, termine con cui si intende nella ricerca il generalizzato sentimento di frustrazione delle nuove generazioni di fronte alla crisi climatica, è ben sintetizzato da questa citazione: “quando il futuro di tutti gli esseri viventi è in pericolo, è difficile non sentirsi depressi”.

Sono le parole di un partecipante ad un’indagine su 10.000 minori in 10 Paesi. Oltre il 50% dei partecipanti ha riportato sentimenti di tristezza, ansia, rabbia, impotenza e colpa rispetto alla crisi climatica in corso. Il 73% dei giovani tra i 16 e i 24 anni del Regno Unito hanno dichiarato che la crisi climatica sta avendo un effetto negativo sulla loro salute mentale, in linea con le tendenze espresse dagli adolescenti di tutto il mondo.

Ulteriori ricerche condotte immediatamente dopo la pandemia da Covdi19 mostrano come la difficoltà di prefigurare il futuro si correli con un decremento nella produzione di senso, specialmente tra gli studenti universitari, giovani che si trovano sulla soglia della vita adulta.

Una ricerca post Covid19 condotta su 3.100 studenti universitari ha mostrato come la ricerca attiva di visione per il futuro si correla con l’attribuzione di maggior significato alla propria vita che conduce ad arricchirsi maggiormente di ogni esperienza.

Sul versante opposto, è stato osservato come la mancanza di visione per il futuro si correli con i fenomeni di radicalizzazione violenta.

La ricerca neuroscientifica conferma l’importanza della prefigurazione come competenza. Prefigurare il futuro, infatti, è un’attività che il cervello svolge in modo diverso dal semplice sognare ad occhi aperti. Quando visualizziamo un futuro con l’intenzione di realizzarlo, si ha un’attivazione nelle aree correlate con: l’auto-regolazione delle emozioni, l’utilizzo intenzionale delle memorie, la valutazione della conoscenza di sé stessi.

Imparare a prefigurare il futuro è il fattore vivificante di tutte le competenze del benessere psicologico, che ci permette non solo di stare bene, ma anche di muoverci verso uno stato ancora migliore. Il benessere mentale, infatti, oggi più che mai, non può essere considerato in senso statico, ma sempre dinamico, di adattamento e miglioramento. Acquisire questa eccezionale competenza della nostra mente che è prefigurare consapevolmente, può fare la differenza per la vita dei più giovani, come dei più grandi.

Lo sviluppo della capacità di prefigurazione si inserisce nella prospettiva di educazione alle Life Skills, abilità psicosociali dell’area personale, sociale, interpersonale, cognitiva e affettiva dell’individuo, che il Dipartimento di Salute Mentale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità ha confermato tali quali tecniche privilegiate per la promozione dell’Educazione alla Salute nell’ambito scolastico.

L’importanza dell’educazione socio-affettiva si fonda nella sua capacità di non concentrarsi su un tema specifico di prevenzione – si legge nel comunicato dell’ISS – bensì su una metodologia finalizzata ad incrementare le competenze di dialogo e comunicazione, di ascolto e relazione efficace in chi sta crescendo. L’educazione socio-affettiva prevede strategie e attività che possono essere portate anche molto precocemente all’interno del mondo della scuola.

È per questo che Fondazione Patrizio Paoletti è impegnata da anni in programmi di formazione alle Life Skill come la serie dei webinar dedicati alle famiglie Emergenza Adolescenza, AIS – Assisi International School scuola in cui si applica il Metodo Montessori e la Pedagogia per il Terzo Millennio, e ancora Prefigurare il Futuro, programma, inizialmente nato per supportare le popolazioni colpite dal sisma del centro Italia del 2016, che ha avuto un impatto così positivo da crescere costantemente, venire portato nelle scuole secondarie di tutta Italia. Inoltre, la Fondazione è attiva nella promozione di queste competenze in ambito europeo con la partecipazione a progetti come EQ Students – Emotional Intelligence, the mind that feels, che mira aumentare la consapevolezza dell’IE nelle scuole e nel mercato del lavoro.

 

Bibliografia
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  • The healthy life expectancy figure is from a June 2017 report by the Office for National Statistics: An overview of lifestyles and wider characteristics linked to Healthy Life Expectancy in England.
  • The AXA Study of Mind Health and Wellbeing in 2023, disponibile online all’indirizzo: https://www.axa.com/en/about-us/mind-health-report (consultato nell’aprile 2023)
  • Stodden, D. F., Pesce, C., Zarrett, N., Tomporowski, P., Ben-Soussan, T. D., Brian, A., … & Weist, M. D. (2023). Holistic Functioning from a Developmental Perspective: A New Synthesis with a Focus on a Multi-tiered System Support Structure. Clinical Child and Family Psychology Review, 1-19.
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Sitografia

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