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Pressione arteriosa e stili di vita

Fattori protettivi e di rischio per la salute circolatoria

Tutti abbiamo provato almeno una volta nella vita a misurare la pressione arteriosa, dal medico, in farmacia o a casa. Ma perché è così importante controllare questo valore e cosa significa esattamente? E quanto influiscono lo stile di vita e le piccole scelte quotidiane sulla nostra salute circolatoria?

Cos’è la pressione arteriosa?

La pressione arteriosa è la forza esercitata dal sangue sulle pareti dei vasi arteriosi, similmente a quanto avviene in un impianto idraulico. Tuttavia, il sistema circolatorio umano è alimentato da una pompa molto particolare: il cuore. Questo è un muscolo capace di contrarsi autonomamente in modo ritmico, producendo una propulsione ciclica del sangue all’interno dei vasi arteriosi. La pressione arteriosa risulta quindi dall’interazione tra il cuore e l’apparato vascolare. Quando il cuore si contrae (sistole), il sangue viene eiettato con forza nell’aorta, il principale e più grande vaso arterioso. Viene spinto fino in periferia attraverso arterie e arteriole di calibro sempre minore. Man mano che questo avviene, la velocità del sangue si riduce e la resistenza al flusso aumenta, a causa della progressiva riduzione del calibro dei vasi.

Questa resistenza si traduce in una spinta centrifuga dal centro del lume delle arterie verso le pareti, rappresentando la pressione arteriosa sistolica, o “massima”. Analogamente, quando il cuore si rilascia (diastole), la propulsione del sangue nel sistema arterioso si riduce notevolmente. La spinta è sostenuta dalla capacità elastica dell’aorta, che cerca di tornare al suo stato basale, dopo essere stata distesa durante la sistole. Inoltre, è collegata al fatto che il sangue precedentemente eiettato ha avuto il tempo di scaricarsi sul versante venoso. Il risultato di questa fase del ciclo, caratterizzata da una minore spinta centrifuga sulle pareti delle arterie, è chiamato pressione arteriosa diastolica, o “minima”.

Ipertensione: valori massimi e minimi

Quando leggiamo il risultato su un dispositivo per misurare la pressione, il primo numero rappresenta la “massima” e il secondo numero la “minima”. La ragione per cui la pressione arteriosa è così importante per la nostra salute è correlata a questi valori. Quando i valori di massima e minima, insieme o separatamente, si innalzano, determinano la condizione di ipertensione arteriosa. Questa esercita uno stress sulle pareti dei vasi arteriosi. Se questo stress si protrae a lungo, per mesi o anni, può provocare danni ai vasi e agli organi che essi nutrono. Inizialmente possono essere danni reversibili, ma successivamente diventano irreversibili. Peraltro, molto spesso i valori aumentati di pressione arteriosa non determinano alcun sintomo (salvo essere veramente molto elevati). È quindi difficile accorgersene, se non si provvede ad una misurazione di controllo ogni tanto.

Complicanze dell’ipertensione

L’ipertensione non controllata può portare a gravi complicazioni. Ad esempio, l’indurimento e l’ispessimento delle arterie possono provocare un infarto o un ictus. Un altro rischio è la formazione di aneurismi, dove un vaso sanguigno si indebolisce e si gonfia. Se un aneurisma porta ad una rottura, può essere pericoloso per la vita. L’ipertensione costringe il cuore a lavorare di più, portando all’ispessimento delle pareti del cuore, noto come ipertrofia ventricolare sinistra. Con il tempo, il cuore non riesce a pompare abbastanza sangue, causando insufficienza cardiaca. Inoltre, l’ipertensione può danneggiare i reni, restringendo o indebolendo i vasi arteriosi, portando a insufficienza renale cronica. Anche gli occhi possono essere colpiti, a causa dei danni ai piccoli vasi arteriosi che nutrono la retina, causando perdita della vista.

L’ipertensione non controllata può anche influire sulle capacità cognitive, rendendo più difficile pensare, ricordare e apprendere. Infine, le arterie danneggiate possono ridurre il flusso di sangue al cervello, causando un tipo di demenza chiamata demenza vascolare. È molto importante sottolineare che il danno provocato dall’ipertensione non è determinato tanto dalle normali fluttuazioni quotidiane dei valori pressori. È normale e fisiologico, infatti, avere la pressione arteriosa più alta durante l’esercizio fisico o con una forte emozione. Piuttosto, è significativa la persistenza di elevati valori medi o la frequente presenza di singoli episodi di valori molto elevati.

I dati a livello globale

Nel 2015, circa 1,13 miliardi di persone nel mondo soffrivano di ipertensione, inclusi più di 150 milioni di persone in Europa centrale e orientale. Tra gli adulti, circa il 30-45% soffre di ipertensione. Questa condizione è comune in tutto il mondo, sia nei paesi poveri che in quelli ricchi. La pressione alta diventa più frequente con l’età: più del 60% delle persone sopra i 60 anni ne soffre. Studi scientifici suggeriscono che già valori più alti di 115 mmHg di pressione massima sono associati a un maggior rischio cardiovascolare (come infarto, ictus) e renale (insufficienza renale cronica). Tuttavia, questo dato non deve allarmare. È stato stabilito, infatti, che è utile abbassare i valori della pressione (tramite interventi sullo stile di vita o con farmaci) solo quando l’ipertensione raggiunge il “grado 1”. Questo significa superare i 140 mmHg di massima e/o 90 mmHg di minima.

Fattori di rischio e prevenzione: dieta, movimento, dipendenze

Diversi fattori di rischio modificabili sono associati a un aumento del rischio di ipertensione. Per esempio citiamo il consumo di sale, l’assunzione di potassio, il consumo di alcolici, la mancanza di attività fisica, il sovrappeso, l’obesità e diete malsane. Nel 2010, l’assunzione globale di sodio era di 3.950 mg al giorno, ben oltre i 2.300 mg raccomandati. Studi epidemiologici e clinici hanno dimostrato una relazione causale tra l’assunzione di sodio e l’aumento della pressione arteriosa. Studi osservazionali hanno riportato un’associazione inversa tra l’assunzione di potassio e i livelli di pressione arteriosa. Ciò significa che un maggiore consumo di potassio determina una riduzione dei valori pressori medi. Numerosi studi hanno dimostrato che il consumo elevato di alcol è un fattore di rischio per l’ipertensione.

Ridurre il consumo di alcol è associato a una significativa riduzione della pressione arteriosa. L’inattività fisica è associata a un aumento del rischio di ipertensione. Anche modesti livelli di attività fisica, come camminare, se eseguiti con regolarità, rappresentano un potente intervento per abbassare i valori medi di pressione. Esiste una relazione diretta e quasi lineare tra l’indice di massa corporea (BMI) e la pressione arteriosa.

La perdita di peso, pertanto, rappresenta un efficace intervento per abbassare i valori medi di pressione. Diete ad alto contenuto di sale e basso contenuto di potassio, fibre, proteine e grassi saturi sono associate a un aumento dei valori di pressione arteriosa. La dieta DASH e quella mediterranea, invece, sono molto efficaci nel ridurre la pressione arteriosa e nel prevenire le complicanze a lungo termine. Sono entrambe ricche di frutta, verdura, proteine vegetali e con un ridotto apporto di sale. Altri potenziali fattori di rischio includono il fumo, l’inquinamento atmosferico, lo stress psicologico, i disturbi del sonno e l’esposizione al rumore. Le evidenze a sostegno del loro effetto sui valori di pressione arteriosa a lungo termine sono, tuttavia, ancora in corso di raccolta.

La prevenzione consapevole: stili di vita per la salute globale

I fattori di rischio modificabili, su cui possiamo intervenire attivamente cambiando il nostro stile di vita, giocano un ruolo essenziale. Il controllo periodico della pressione arteriosa è, al contempo, molto importante. Monitorare i valori pressori e migliorare lo stile di vita permettono di prevenire le complicanze a lungo termine dell’ipertensione e prolungare la vita. Con l’invecchiamento o certe condizioni patologiche, i soli interventi sullo stile di vita possono non essere sufficienti per ottenere un controllo ideale della pressione arteriosa. Fortunatamente, esistono molti farmaci, estremamente ben studiati e sicuri. Se utilizzati correttamente, questi permettono di raggiungere l’obiettivo e restituire l’aspettativa di vita, che sarebbe altrimenti influenzata negativamente dalla ipertensione non controllata.

Abbiamo visto insieme come l’ipertensione arteriosa sia una disfunzione del sistema cardiovascolare, spesso asintomatica. A lungo termine può causare seri problemi di salute, disabilità e persino mortalità. Sebbene sia in parte legata ai normali fenomeni dell’invecchiamento, è principalmente dovuta a stili di vita non salutari. Prendersi cura della nostra salute globale significa riconoscere e valorizzare il profondo nesso tra comportamento e salute psicofisica. L’ipertensione arteriosa è una delle condizioni su cui è più possibile intervenire precocemente, attraverso una buona educazione e scelte consapevoli nella quotidianità. Così facendo, potremo preservare il più possibile l’aspettativa e la qualità della vita.

Dott. Davide Donelli
Cardiologia, Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma.

 


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Bibliografia
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