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Come coltivare l’empatia e prevenire il sovraccarico empatico?

5 esercizi pratici per allenare una sana empatia e preservare il benessere

L’empatia rappresenta una delle capacità più straordinarie e importanti dell’essere umano: la possibilità di comprendere e condividere le emozioni altrui, creando ponti sottili che connettono visioni, esperienze e vissuti. Coltivare l’empatia è una vera competenza da allenare, a tutte le età, a partire dall’infanzia, in grado di influenzare profondamente la nostra salute globale, il benessere psicologico, le relazioni sociali e la crescita personale e professionale. È fondamentale imparare a coltivarla in modo sano, senza cadere nel sovraccarico empatico o nel burnout emotivo, che intaccano il senso del sé e impediscono un concreto ed efficace aiuto agli altri.

Le radici neurologiche dell’empatia

La ricerca neuroscientifica ha rivelato che l’empatia non risiede in un’unica area cerebrale, ma emerge dall’orchestrazione di diverse reti neurali. Similmente a come l’empatia crea un ponte di connessione emotiva tra le persone, anche a livello neurobiologico l’empatia si genera grazie al lavoro di rete neurale.

In particolare, nello sviluppo dell’empatia, sono coinvolti i neuroni specchio, scoperti negli anni ’90 dal team di Giacomo Rizzolatti. I neuroni specchio rappresentano il fondamento biologico stesso dell’empatia e della nostra capacità di “rispecchiare” le azioni e le emozioni altrui. Questi neuroni si attivano sia quando compiamo un’azione sia quando osserviamo qualcuno che la compie, creando una simulazione interna dell’esperienza dell’altro.

Le tecniche di neuroimaging mostrano che i processi empatici implicano l’attivazione di diverse aree cerebrali, correlate a 3 principali componenti dell’empatia:

  • La condivisione emotiva, che coinvolge l’insula anteriore e la corteccia cingolata anteriore, permettendoci di “sentire” letteralmente le emozioni altrui
  • La mentalizzazione, che include la corteccia prefrontale mediale e il solco temporale superiore, responsabile della comprensione degli stati mentali
  • L’autoregolazione emotiva, guidata dalla corteccia prefrontale, che modula le nostre risposte empatiche.

Le dimensioni psicologiche dell’empatia

La primissima dimensione dell’empatia è quella affettiva, che comprende la risposta emotiva automatica alle emozioni percepite degli altri. Possiamo definirla la forma più primitiva di empatia, osservabile già nei neonati, che spesso piangono in risposta al pianto di altri bambini.

Da un punto di vista cognitivo, l’empatia rappresenta invece la capacità di comprendere intellettualmente il punto di vista altrui: una particolare espressione della teoria della mente, che ci permette di anticipare pensieri e reazioni degli altri. Questa dimensione si sviluppa gradualmente durante l’infanzia e raggiunge la piena maturazione nell’adolescenza. Da questa dimensione nasce la motivazione ad aiutare e il senso di responsabilità sociale verso il benessere altrui, che rappresenta l’aspetto più maturo e costruttivo dell’esperienza empatica.

I benefici dell’empatia per la salute globale

La ricerca scientifica ha documentato numerosi benefici dell’empatia per il benessere psicofisico. Le persone con maggiori capacità empatiche mostrano livelli più bassi di stress cronico, depressione e burnout, una migliore regolazione delle emozioni e relazioni interpersonali più soddisfacenti. Favorendo la creazione di legami sociali profondi e duraturi, l’empatia è un fattore fondamentale per contrastare la solitudine.

Dal punto di vista neurobiologico, i comportamenti empatici stimolano il rilascio di ossitocina, spesso chiamata “ormone dell’amore”, che riduce l’attivazione dell’asse ipotalamo-ipofisi-surrene, il sistema di risposta allo stress. Questo meccanismo spiega perché le interazioni empatiche generano sensazioni di calma e benessere.

 


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Cos’è il sovraccarico empatico

Se l’empatia è un elemento fondamentale del benessere personale e sociale, esiste tuttavia il pericolo di un sovraccarico empatico, che può verificarsi quando tendiamo ad assorbire eccessivamente le emozioni altrui, portando a burnout emotivo, ansia o depressione. Questo fenomeno può essere comune tra i professionisti dell’aiuto, come medici, psicologi e operatori sociali. L’identificazione con la sofferenza altrui può divenire così intensa da paralizzare, paradossalmente, la nostra capacità di offrire un aiuto efficace.

Per questo è importante ricordare che un’empatia sana si traduce in una giusta vicinanza all’altra persona, ma non eccessiva, mantenendo invece uno spazio di distinzione tra ciò che sono/sento e ciò che è/sente l’altra persona. La giusta vicinanza/distanza permette il coinvolgimento emotivo ma anche la capacità di preservare un equilibrio personale e una vista limpida, essenziali per poter offrire davvero un aiuto concreto. Se vogliamo, possiamo definire metaforicamente l’empatia come la giusta vicinanza/distanza a cui osservare un bel quadro, né troppo vicino né troppo lontano, per metterlo a fuoco al meglio, nei suoi preziosi dettagli.

Per prevenire il distress empatico, strumenti essenziali sono l’autocompassione, l’autoconsapevolezza e la regolazione emotiva, che ci aiutano a modulare la preziosa abilità dell’empatia, per il bene nostro e condiviso. Anche la pratica della mindfulness si rivela particolarmente efficace, accompagnandoci a riconoscere i nostri confini emotivi e a mantenere una presenza compassionevole, senza perdere il senso del sé.

5 esercizi pratici per allenare una sana empatia

Possiamo allenare una sana empatia in molti modi e quotidianamente. Per esempio possiamo provare a:

  • Potenziare l’ascolto attivo, non pianificando subito la risposta, ma portando attenzione ai segnali non verbali e paraverbali dell’interlocutore, come le espressioni facciali, la postura e il tono di voce, e facendo domande per approfondire la comprensione, mentre restiamo anche in ascolto delle nostre emozioni;
  • Tenere un diario dell’empatia, annotando ogni sera eventuali incomprensioni sperimentate durante il giorno, cercando di scrivere il punto di vista dell’altro e le sue eventuali motivazioni, mettendole anche in relazione con le nostre;
  • Leggere vari punti di vista, come romanzi, biografie o articoli di persone con esperienze e pareri molto diversi dai nostri, per cercare di comprenderne la prospettiva;
  • Praticare la Loving Kindness Meditation, che prevede l’orientamento di pensieri benevoli, di amore e felicità, verso se stessi, gli altri e tutti gli esseri viventi.
  • Praticare la mindfulness, per allenarci a osservare i nostri stati emotivi, senza esserne assorbiti, ridurre il disordine mentale e coltivare uno “spazio sacro” di presenza e amorevole compassione, in primo luogo per noi stessi.

L’empatia e l’alfabetizzazione emotiva

In un’epoca caratterizzata da una crescente polarizzazione, solitudine e isolamento sociale, sviluppare le capacità empatiche è un contributo essenziale alla costruzione di una società più comprensiva, consapevole, coesa, equa e interconnessa. L’empatia, coltivata con saggezza ed equilibrio, diventa una risorsa preziosa per il benessere individuale e la salute globale, trasformando il modo in cui comprendiamo e accogliamo, non solo gli altri, ma anche noi stessi. Risulta particolarmente importante coltivare l’empatia e investire nell’alfabetizzazione emotiva fin dall’infanzia, nei banchi di scuola, per crescere gli adulti di domani nel rispetto, comprensione e valorizzazione reciproca.

L’impegno di Fondazione Patrizio Paoletti

Per contribuire al contrasto dell’analfabetismo emotivo e prevenire l’alessitimia, Fondazione Patrizio Paoletti investe nella divulgazione, sensibilizzazione e autoeducazione a sani stili di vita e alle competenze interiori, tramite il suo portale web per una salute globale.

La Collana delle Emozioni

Tra i contenuti online, di libero accesso, è disponibile anche una collana dedicata alle emozioni, in tutto l’arco della vita, comprensiva di EduKit e videolezioni, per imparare a conoscere le emozioni dei bambini, adolescenti, adulti e anziani. Un glossario di intelligenza emotiva, in costante aggiornamento, partecipa alla mission di autoeducazione e allenamento delle competenze empatiche, partendo dalla conoscenza di cosa e quali siano le emozioni, da un punto di vista neurobiologico, evolutivo, psicologico, cognitivo e sociale.

I progetti sul territorio

Parallelamente, Fondazione Patrizio Paoletti contribuisce all’educazione all’empatia all’interno della progettazione didattica arricchita nella sua scuola AIS Assisi International School, ma anche nei progetti nelle scuole superiori italiane come Prefigurare il Futuro, volto ad allenare le risorse interiori degli adolescenti, compresa l’empatia.

Allenare l’empatia vuol dire imparare l’alfabeto del cuore e il linguaggio delle emozioni, centrale nella comunicazione e per il benessere psicosociale. Significa ricordare e onorare la nostra natura sociale, che ha trovato nella collaborazione, connessione emotiva e interconnessione la chiave per il successo evolutivo e il benessere condiviso, la via maestra per la crescita e la realizzazione personale e comunitaria.

 

 

 

Bibliografia
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  • Batson, C. D. (2009). These things called empathy: Eight related but distinct phenomena.
  • Chung, Y. W., Im, S., & Kim, J. E. (2021, October). Can empathy help individuals and society? Through the lens of volunteering and mental health. In Healthcare (Vol. 9, No. 11, p. 1406). MDPI.
  • Decety, J., & Jackson, P. L. (2004). The functional architecture of human empathy. Behavioral and cognitive neuroscience reviews3(2), 71-100.
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  • Eisenberg, N., & Miller, P. A. (1987). The relation of empathy to prosocial and related behaviors. Psychological bulletin101(1), 91.
  • Hoffman, M. L. (1996). Empathy and moral development. The annual report of educational psychology in Japan35, 157-162.
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  • Rizzolatti, G., & Craighero, L. (2004). The mirror-neuron system. Annu. Rev. Neurosci.27(1), 169-192.
  • Shamay-Tsoory, S. G. (2011). The neural bases for empathy. The Neuroscientist17(1), 18-24.
  • Zaki, J. (2019). The war for kindness: Building empathy in a fractured world. Crown.

Sitografia
  • https://lamenteemeravigliosa.it/linsula-sorgente-emozioni-empatia/
  • https://www.lescienze.it/mente-e-cervello/2019/04/12/news/empatia_corteccia_cingolata_ratti_esseri_umani-4363692/
  • https://www.stateofmind.it/2015/05/empatia-sistematizzazione-studio-casistico/
  • https://www.neuropsicomotricista.it/argomenti/tesi-di-laurea-in-tnpee/empatia-origine-significato-e-disordini/emozioni-correlazione-neuroanatomica.html
  • https://lamenteemeravigliosa.it/sindrome-eccesso-di-empatia/
  • https://amitray.com/empathy/
  • https://www.istitutobeck.com/via-neuroendocrina-trauma

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