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Prima che sia troppo tardi: l’importanza di riconoscere le emozioni

L’intensità emotiva in adolescenza: da sfida a risorsa

In occasione della nuova campagna “Prima che sia troppo tardi di Fondazione Patrizio Paoletti, riflettiamo sul ruolo della consapevolezza emotiva come fattore protettivo per la salute mentale degli adolescenti, che favorisce il benessere psicosociale e può anche contribuire a salvare vite. L’adolescenza rappresenta un periodo di profondi cambiamenti fisici, cognitivi ed emotivi. In questa fase delicata dello sviluppo, imparare la nominalizzazione, ossia la capacità di riconoscere e dare un nome alle proprie emozioni, si configura come uno strumento fondamentale per la protezione della salute mentale e la prevenzione del disagio psicologico.

Il cervello adolescente: pruning e autoregolazione

Per comprendere l’importanza della nominalizzazione in adolescenza, è utile considerare le peculiarità neurobiologiche del cervello adolescente. In primis, in questa importante fase di transizione, il sistema nervoso centrale attraversa un processo di rimodellamento chiamato pruning sinaptico, che comporta l’eliminazione delle connessioni neurali meno utilizzate e il rafforzamento di quelle più attive, con la progressiva selezione anche di abitudini e comportamenti che tenderanno a perdurare nell’età adulta.

La corteccia prefrontale, area deputata alle funzioni esecutive superiori come il controllo degli impulsi, la pianificazione e la regolazione emotiva, completa la sua maturazione solo intorno ai 25 anni. Nel frattempo, tuttavia, il sistema limbico e in particolare l’amigdala, centro di elaborazione delle emozioni, risultano iperattivi. Questo diverso ritmo di maturazione tra sistema limbico e corteccia prefrontale crea il tipico setting neurobiologico che caratterizza l’adolescenza, con un’intensa emotività e una relativamente bassa regolazione degli impulsi.

La nominalizzazione per il benessere psicosociale giovanile

In questa fase speciale e delicata di maturazione, nella quale i sistemi cerebrali si sviluppano a ritmi differenti, la nominalizzazione diventa cruciale per il benessere psicosociale degli adolescenti. La nominalizzazione è il processo cognitivo attraverso il quale riusciamo a identificare, etichettare, descrivere e comunicare le nostre esperienze emotive.

La nominalizzazione richiede lo sviluppo sia di un ascolto interiore sia di una consapevolezza sul ruolo e natura delle emozioni, sostenuta anche da un adeguato vocabolario emotivo, che permetta di distinguere tra diverse intensità e tipologie di stati affettivi.

Per allenare la nominalizzazione, Fondazione Patrizio Paoletti mette a disposizione il Glossario di Intelligenza Emotiva, con la descrizione di tantissime emozioni e approfondimenti sui loro elementi fisici, psicologici, cognitivi, tonalità edonica e finalità evolutive e adattive.

I benefici della nominalizzazione

Quando un adolescente riesce a identificare, nominare e comunicare in modo costruttivo un’emozione, attiva circuiti neurali specifici che producono effetti misurabili a livello cerebrale. Le neuroimmagini funzionali mostrano che la verbalizzazione delle emozioni:

  1. Riduce l’attivazione dell’amigdala: anche semplicemente dare un nome a un’emozione diminuisce l’intensità della risposta emotiva automatica
  2. Aumenta l’attività prefrontale: il processo di etichettatura attiva le aree responsabili del controllo cognitivo
  3. Facilita la comunicazione interemisferica: migliora l’integrazione tra elaborazione emotiva e linguistica, tipiche rispettivamente dell’emisfero destro e sinistro.

La nominalizzazione agisce come un ponte tra il corpo e la mente, permettendo di trasformare sensazioni viscerali, spesso incomprese o confuse, in rappresentazioni cognitive chiare, gestibili e anche orientabili, verso i nostri migliori obiettivi. Non si tratta ovviamente di eliminare le emozioni difficili, che sono invece parti integranti e utili dell’esperienza umana, ma di sviluppare la capacità di riconoscerle, comprenderle e gestirle in modo costruttivo

Implicazioni psicopedagogiche per la prevenzione

Dal punto di vista psicopedagogico, la nominalizzazione rappresenta quindi una competenza chiave, per uno sviluppo integrato, che può essere sviluppata attraverso interventi mirati. La sua importanza nella prevenzione del disagio psicologico si manifesta in diversi ambiti, in particolare:

Regolazione emotiva

Adulti e adolescenti che possono contare su un vocabolario emotivo ricco sviluppano maggiori capacità di autoregolazione. Riconoscere la differenza tra “frustrazione”, “delusione” e “rabbia” permette di attivare strategie di coping più specifiche ed efficaci per ogni stato emotivo.

Comunicazione interpersonale

La capacità di verbalizzare le proprie emozioni migliora significativamente anche la qualità delle relazioni sociali, riducendo incomprensioni e conflitti che spesso caratterizzano l’adolescenza e migliorando l’autenticità e profondità della comunicazione.

Prevenzione dei disturbi psicologici

La ricerca evidenzia come difficoltà nella nominalizzazione e comprensione delle proprie emozioni, tipiche dell’alessitimia, siano associate a un maggior rischio di sviluppare depressione e disturbi d’ansia durante l’adolescenza.

Strategie educative per sviluppare intelligenza emotiva e nominalizzazione

Educatori, genitori e insegnanti possono adottare diverse strategie e strumenti per favorire lo sviluppo dell’intelligenza emotiva e della nominalizzazione, per esempio:

  • Diario emotivo: incoraggiare i ragazzi a tenere un diario delle emozioni, annotando non solo cosa provano ma anche le sensazioni fisiche associate e i trigger scatenanti.
  • Ruota delle emozioni: utilizzare strumenti visivi che presentino una gamma ampia di termini emotivi, dalle emozioni primarie alle sfumature più sottili.
  • Mindfulness: praticare esercizi di consapevolezza che aiutino a restare con le emozioni senza giudizio, osservandone le caratteristiche e i cambiamenti.
  • Modeling  emotivo: gli adulti di riferimento fungono sempre da modelli. Come adulti, imparare a verbalizzare le nostre emozioni in modo appropriato e costruttivo significa offrire ai più giovani modelli di comportamento e autoregolazione che ispireranno positivamente la loro crescita.

L’importanza di un’educazione emotiva

Le neuroscienze hanno dimostrato che le emozioni non sono fenomeni puramente soggettivi, ma processi neurobiologici complessi che possono essere compresi e anche orientati attraverso l’esperienza e l’apprendimento. E la plasticità cerebrale tipica dell’adolescenza offre una finestra di opportunità unica per sviluppare competenze emotive che si manterranno nell’età adulta.



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La nominalizzazione in età evolutiva e in adolescenza è quindi una necessità per lo sviluppo di una personalità equilibrata, integrata e resiliente. Investire nello sviluppo di questa competenza significa fornire ai giovani strumenti concreti per navigare la complessità emotiva della vita, riducendo il rischio di disagio psicologico e promuovendo un benessere duraturo.

In un’epoca in cui i disturbi mentali tra gli adolescenti sono in crescita, la nominalizzazione e l’intelligenza emotiva si configurano come strategia preventive basate su solide evidenze neuroscientifiche. Riconoscere e dare un nome alle emozioni è un atto di autoconsapevolezza e un investimento sulla salute globale e mentale, presente e futura.

Fondazione Patrizio Paoletti investe nell’educazione emotiva e nell’allenamento alla nominalizzazione nei vari programmi dedicati agli adolescenti, nelle scuole, come Prefigurare il Futuro, e nei territori a più alto rischio psicosociale, come Oltre le Periferie. Partecipando alla nuova campagna “Prima che sia troppo tardi, puoi sostenere i progetti psicopedagogici di Fondazione Patrizio Paoletti, contribuendo in modo concreto al benessere degli adolescenti, aiutandoli a trasformare la sfida dell’intensità emotiva, tipica della loro età, in preziosa risorsa per la crescita personale e la costruzione di un’identità resiliente e consapevole, supportandoli nel percorso di crescita, per costruire una comunità più sana, resiliente e felice.

    Non temere mai di chiedere aiuto!
    Tutti i contenuti di divulgazione scientifica di Fondazione Patrizio Paoletti sono elaborati dalla nostra équipe interdisciplinare e non sostituiscono in alcun modo un intervento medico specialistico. Se pensi che tu o qualcuno a te vicino abbia bisogno dell'aiuto di un professionista della salute mentale, non esitare a rivolgerti ai centri territoriali e agli specialisti.

Bibliografia
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Sitografia
  •  https://www.huffingtonpost.it/cultura/2015/02/16/news/l_adolescenza_finisce_a_25_anni_uno_studio_statunitense_spiega_come_il_cervello_resta_teenager_piu_a_lungo_di_noi-5662858/
  • https://www.studiopsicoterapia.com/il-pruning-neuronale-negli-adolescenti/
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