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Frontiere educative

Dove il futuro diventa realtà

Un pilastro fondamentale della salute globale è l’educazione, in particolare l’educazione alle competenze trasversali e a stili di vita sani e sostenibili, come fattori preventivi e protettivi della salute dell’essere umano, delle comunità e del pianeta. Un’educazione inclusiva e trasformativa è in grado di impattare positivamente sulla salute globale della persona e della comunità. Attraverso l’educazione si può diffondere la consapevolezza su rischi e risorse per la salute fisica e mentale, si può prevenire la discriminazione, la violenza di genere, le dipendenze e le forme di aggressività sociale come il bullismo. Con l’educazione, è possibile costruire un presente e un futuro di maggiore soddisfazione e felicità condivisa.

Per garantire un’educazione di qualità è necessario prendersi cura di tutta la comunità educante – che comprende la famiglia – con programmi di sostegno, aggiornamento e potenziamento. Fondamentale è l’educazione all’alfabetizzazione emotiva e all’autoregolazione, alle soft skills e alle competenze relazionali, in grado di favorire il benessere della persona e delle sue relazioni. Per la salute globale è necessario concepire l’educazione come un percorso continuo, che dura tutto l’arco della vita. L’innovazione educativa è garantita dall’applicazione puntuale delle attuali ricerche neuroscientifiche. Le contemporanee frontiere educative valorizzano l’integrazione tra conoscenze tradizionali e tecnologie digitali. Particolarmente promettente è l’integrazione dell’intelligenza artificiale nei programmi didattici, per esempio con Teachers Outreach, progetto di formazione degli insegnanti nel mondo.

L’alfabetizzazione emotiva

Fondamentale obiettivo e strumento dell’educazione è l’alfabetizzazione emotiva, che permette lo sviluppo globale della persona, contribuendo a creare una società equa ed equilibrata. L’alfabetizzazione emotiva consente alle persone di riconoscere, comprendere e gestire le proprie emozioni. Le competenze emotive e relazionali favoriscono il benessere psicologico e sociale, contribuendo a costruire relazioni interpersonali sane e a promuovere un ambiente sociale e di apprendimento positivo.

In ambito educativo, la capacità di riconoscere ed esprimere le emozioni in modo appropriato aiuta a gestire lo stress e risolvere i conflitti in modo costruttivo. Così facendo, contribuisce a ridurre i comportamenti problematici e a favorire un clima armonioso, migliorando l’apprendimento e la collaborazione. Inoltre, l’alfabetizzazione emotiva è collegata a una maggiore motivazione e autostima, elementi cruciali per l’evoluzione e il progresso nelle competenze.

L’empatia è una componente chiave dell’alfabetizzazione e dell’intelligenza emotiva, essenziale per comprendere e rispettare le differenze individuali, promuovendo l’inclusione e il rispetto reciproco. L’empatia ci supporta nell’affrontare le sfide della vita quotidiana di oggi e domani, inclusi i rapporti di lavoro e le dinamiche sociali complesse.

Le scarse competenze emotive gravano sulla persona e sulla società in diversi modi, anche da un punto di vista economico. Ingenti sono infatti i costi sanitari per affrontare l’attuale crisi di salute mentale, che è aggravata dall’analfabetismo emotivo. L’emergenza del disagio psicologico impatta in particolar modo sui giovani e, per estensione, su tutta la comunità, in termini di costi sanitari e giorni di lavoro persi a causa del malessere psichico.

Per favorire l’alfabetizzazione emotiva, Fondazione Patrizio Paoletti ha ideato una collana dedicata alla consapevolezza delle emozioni caratterizzanti tutte le stagioni della vita. Il progetto affronta e approfondisce le emozioni da un punto di vista neuroscientifico e psicologico, per favorire la crescita condivisa e la felicità.

 



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Le soft skills: competenze personali, relazionali e comportamentali

Accanto all’alfabetizzazione emotiva e all’autoregolazione emotiva, l’educazione ha il fondamentale compito di trasmettere le cosiddette soft skills, o competenze trasversali. Queste sono abilità interpersonali e comportamentali che influenzano il modo in cui ci comportiamo, interagiamo, comunichiamo e collaboriamo insieme. Includono capacità di comunicazione, lavoro di gruppo, problem solving, gestione del tempo, adattabilità ed empatia. A differenza delle competenze tecniche (o hard skills), le soft skills sono collegate al comportamento e alla personalità e risultano essenziali in tutti i settori, professionali e personali. Sviluppare queste competenze nel bambino lo aiuta ad affrontare e gestire efficacemente situazioni anche complesse e dinamiche.

Centrale è l’apprendimento della creatività, che ha un forte potere trasformativo, per imparare ad applicare un maggiore pensiero creativo in tutti gli ambiti della nostra esistenza. Il linguaggio artistico permette la fondamentale espressione del sé, migliorando consapevolezza e problem solving. La creatività è elemento centrale dell’approccio montessoriano all’insegnamento, applicato in Assisi International School di Fondazione Patrizio Paoletti, in integrazione alla Pedagogia per il Terzo Millennio e a un’immersione precoce e stimolante nella lingua inglese.

Fondamentale è imparare a collaborare e lavorare in gruppo, valorizzando la naturale e positiva interdipendenza che caratterizza i gruppi, la società e la vita. Da un punto di vista educativo, la collaborazione è massimizzata dall’apprendimento cooperativo, che migliora sia lo sviluppo sociale dei bambini sia le performance accademiche.

Meditazione ed educazione

La ricerca neuro-psicopedagogica didattica si dedica allo studio di come tradizioni millenarie come la meditazione possano influire sul nostro cervello e sull’apprendimento. L’Istituto di Ricerca per le Neuroscienze, Educazione e Didattica (RINED) di Fondazione Patrizio Paoletti indaga gli effetti delle pratiche contemplative sulla percezione del tempo, al fine di migliorare i metodi di insegnamento. Il movimento consapevole, o mindful movement, educa i bambini alla riflessione e all’attesa, migliorando il loro controllo inibitorio e ritardando la reazione emotiva e all’azione. Il Quadrato Motor Training, per esempio, coniuga i benefici dell’attività fisica e della meditazione, dimostrando importanti benefici su cognizione, consapevolezza e creatività.

La tecnoferenza

Viviamo immersi in una grande quantità di informazioni, tale da poter essere considerata una vera epidemia di informazioni, non sempre di alta qualità: un’infodemia. La tecnologia moltiplica le opportunità di informazione e connessione, divenendo una potenziale distrazione nelle relazioni umane.

L’interferenza della tecnologia nelle interazioni quotidiane si chiama tecnoferenza e influisce significativamente sull’educazione. L’uso eccessivo di dispositivi digitali può distrarre sia gli studenti sia gli insegnanti e gli educatori, riducendo la qualità del tempo dedicato all’apprendimento e alle relazioni interpersonali. La dipendenza dalla tecnologia può compromettere la capacità di concentrazione e le competenze sociali di giovani e bambini.

La tecnoferenza è particolarmente rischiosa in ambito familiare. Quando i genitori fanno un uso eccessivo dei dispositivi digitali, non solo offrono un modello di comportamento negativo per i figli, ma possono innalzare una barriera comunicativa con essi. Ripetute interruzioni, notifiche e messaggi ostacolano il senso di connessione e persino lo sviluppo cognitivo e linguistico dei bambini.

La tecnologia è uno strumento potente, il cui uso ne determina e orienta gli effetti, sulla nostra salute ed educazione. Un ambiente educativo sano ed efficace coniuga correttamente tecnologia e tradizione, migliorando e potenziando l’apprendimento, per il benessere di tutta la comunità educante.

Intelligenza artificiale e nuove tecnologie

La tecnologia non comporta solo sfide, ma anche preziose risorse. Per esempio, la didattica a distanza ha evidenziato rischi ma anche benefici per l’educazione. Si evidenzia la necessità di sviluppare una resilienza d’adattamento a diverse tipologie di apprendimento. Parallelamente, risulta ormai necessaria una formazione e aggiornamento puntuale degli educatori, facilitati anche dalla recente istituzione degli albi specialistici in ambito educativo e pedagogico.

Le frontiere educative puntano a una didattica arricchita e interdisciplinare, che coniughi efficacemente la cultura digitale e le nuove tecnologie nei processi d’apprendimento. Ci si interfaccia sempre di più con l’intelligenza artificiale, che può efficacemente divenire strumento a servizio della salute globale. L’intelligenza artificiale è un’area di studi in rapida crescita, che mira a sviluppare sistemi informatici in grado di svolgere compiti intelligenti, simili a quelli eseguiti dall’uomo. Attraverso l’uso di algoritmi sofisticati, l’intelligenza artificiale è in grado di apprendere, ragionare e prendere decisioni in modo autonomo. Offre potenziali straordinari per migliorare molteplici settori della società, con applicazioni nella sanità, nell’automazione industriale, nelle finanze e nella vita quotidiana.

In ambito educativo, l’innovazione tecnologica può migliorare l’efficacia dell’apprendimento e promuovere il benessere degli studenti. Le ricerche sull’intelligenza artificiale includono tutor virtuali che permettono percorsi d’apprendimento personalizzati e la precoce identificazione di eventuali difficoltà. L’intelligenza artificiale può applicarsi anche in ambito preventivo, per monitorare il benessere mentale degli studenti, rilevando segnali di stress o depressione attraverso l’analisi dei comportamenti e delle interazioni online.

L’intelligenza artificiale supporta la formazione continua dei docenti, adattando i programmi educativi in base alle esigenze specifiche delle classi e permettendo programmi personalizzati. Per esempio, il programma Teachers Outreach di Fondazione Patrizio Paoletti promuove la formazione e l’aggiornamento personalizzato degli insegnanti in tutto il mondo.  Il progetto mira a garantire un’istruzione di qualità, indipendentemente dalla posizione geografica, dall’età e dal genere, per una vita dignitosa e significativa per l’individuo e la società.

Assisi International School

Assisi International School di Fondazione Patrizio Paoletti è un modello di esplorazione delle attuali frontiere educative. La scuola offre un percorso scolastico innovativo, completo e potenziato che comprende una didattica d’avanguardia, l’insegnamento della lingua inglese sin dai primi anni di età, la formazione continua dei docenti e un’ampia offerta di attività extra-scolastiche. Integra il Metodo Montessori alla Pedagogia per il Terzo Millennio, utilizzando i risultati della ricerca neuro-psicopedagogica, che viene immediatamente applicata alla didattica e continuamente aggiornata.

La scuola accoglie bambini e ragazzi fino ai 14 anni. Assisi International School comprende: la Sezione Primavera (24-36 mesi), la Scuola dell’Infanzia (3-6 anni), la Scuola Primaria (6-11 anni) e la Scuola Secondaria di primo grado (11-14 anni). Il nuovo nido dell’infanzia applica i principi delle neuroscienze alla Pedagogia per il Terzo Millennio e alla didattica in natura.

Ad Assisi International School la cura e il miglioramento degli ambienti sono costanti e i metodi d’insegnamento in continuo aggiornamento, per raggiungere l’obiettivo principale della scuola: promuovere la parte migliore di ogni studente, per prepararlo ai continui e rapidi cambiamenti del mondo contemporaneo, permettendo la sua piena e felice realizzazione, per il bene proprio e della comunità.

 


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Bibliografia
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  • Paoletti, P. (2008). Crescere nell’eccellenza. Armando editore.
  • Paoletti P. e Selvaggio A. (2013) Normalizzazione. Quaderni di Pedagogia per il Terzo Millennio. Perugia: Edizioni 3P.
  • Paoletti P. (2020) La vita nelle tue mani, Infinito Edizioni
  • Paoletti, P., & Ben-Soussan, T. D. (2021). Emotional intelligence, identification, and self-awareness according to the sphere model of consciousness. The Science of Emotional Intelligence31.
  • Weinstein, C. S. (1979). The physical environment of the school: A review of the research. Review of Educational Research.
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