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Alleniamo così i diversi tipi di memoria

Esercizi per un approccio integrato alla memoria

Il 21 settembre si celebra la Giornata Mondiale dell’Alzheimer, che ci ricorda l’importanza della memoria per la nostra salute globale. La memoria è una delle funzioni cognitive più affascinanti e complesse del cervello umano. Una rete di processi neurali ci permette di acquisire, conservare e recuperare informazioni, consentendoci di navigare la vita mantenendo un senso di continuità nelle narrazioni interiori e nell’identità e un orientamento radicato e consapevolmente al futuro. Non abbiamo tuttavia una sola memoria, ma diverse tipologie: tutte da conoscere e allenare per migliorare l’apprendimento, la produttività e il benessere.

Come funziona la memoria

La memoria coinvolge diverse aree del cervello che lavorano in sinergia. Per esempio, l’ippocampo, situato nel lobo temporale mediale, funge da “centro di smistamento” per la formazione di nuovi ricordi, mentre la corteccia prefrontale orchestra i processi di memoria di lavoro.

Il cervello impara e consolida i ricordi a livello sinaptico. Le connessioni tra sinapsi si rafforzano, attraverso un processo chiamato potenziamento a lungo termine (LTP), che rappresenta la base biologica dell’apprendimento e della memorizzazione. L’LTP rafforza stabilmente le connessioni tra neuroni quando questi vengono stimolati ripetutamente o intensamente. Un’attività neuronale temporanea si traduce quindi in cambiamenti strutturali permanenti, creando dei pattern di attivazione, che il cervello “ricorda”.

Le principali tipologie di memoria

Memoria dichiarativa (esplicita)

La memoria dichiarativa comprende tutte le informazioni che possiamo richiamare consapevolmente e verbalizzare. Si divide in due sottocategorie principali:

  • Memoria episodica: conserva i ricordi personali legati a specifici eventi, luoghi e momenti. È quella che ci permette di ricordare il nostro primo giorno di scuola, una vacanza speciale o cosa abbiamo mangiato ieri sera. Dal punto di vista neurologico, coinvolge principalmente l’ippocampo e le aree associative della corteccia.
  • Memoria semantica: contiene la nostra conoscenza generale del mondo, i fatti, i concetti e le informazioni culturali condivise. Include moltissime informazioni: dalla capitale dell’Italia al significato delle parole, dalle regole matematiche ai principi scientifici.

Memoria procedurale (implicita)

Questa tipologia di memoria governa le nostre abilità motorie e cognitive automatizzate. La memoria procedurale è responsabile della nostra capacità di andare in bicicletta, guidare l’auto, suonare uno strumento musicale o digitare sulla tastiera senza pensare consapevolmente a ogni movimento. A livello neurologico, coinvolge principalmente i gangli della base e il cervelletto.

Memoria di lavoro (working memory)

Identificata dallo psicologo Alan Baddeley, la memoria di lavoro è il sistema cognitivo che ci permette di mantenere e manipolare temporaneamente le informazioni, durante l’esecuzione di compiti complessi. Ha componenti principali:

  • il loop fonologico, per informazioni verbali
  • il taccuino visuo-spaziale, per informazioni visive e spaziali
  • l’esecutivo centrale, che coordina e controlla i processi.

Memoria sensoriale

Rappresenta il primo stadio del processo mnemonico, che trattiene brevemente le informazioni sensoriali (visive, uditive, tattili) per alcuni millisecondi o secondi. È il filtro che determina quali stimoli ambientali meritano un’ulteriore elaborazione.


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Prospettive pedagogiche: la memoria nell’apprendimento

Dal punto di vista pedagogico, comprendere le diverse tipologie di memoria offre strumenti preziosi per ottimizzare i processi di apprendimento. La teoria del carico cognitivo di John Sweller suggerisce che l’apprendimento è più efficace quando rispetta i limiti della memoria di lavoro, senza sovraccaricarla. La giusta formazione sarebbe quindi breve e focalizzata, perché la nostra memoria, se eccessivamente oberata di informazioni e stimoli, rischia di “impallarsi”, proprio come un computer.

Le più innovative strategie di apprendimento approfondiscono e valorizzano le diverse tipologie di memoria simultaneamente. Per esempio, quando impariamo una nuova lingua, utilizziamo la memoria semantica per i significati, quella procedurale per la pronuncia, quella episodica per ricordare i contesti d’uso e quella di lavoro per costruire frasi in tempo reale.

Imparare ad allenare le diverse tipologie di memoria può essere una chiave vincente per migliorare il processo di apprendimento e un supporto efficace anche alla performance lavorativa, oltre che una ginnastica neurale e cognitiva che rafforza le nostre potenzialità, dandoci soddisfazione.

Memoria e neuroplasticità

Attraverso l’allenamento costante e mirato possiamo rimodellare la nostra memoria e modificare le nostre connessioni sinaptiche, grazie alla neuroplasticità.

Gli esercizi di memoria migliorano le prestazioni cognitive specifiche, ma promuovono anche la neurogenesi, ossia la formazione di nuovi neuroni, nell’ippocampo adulto, contribuendo al mantenimento delle funzioni cognitive con l’avanzare dell’età e alla prevenzione della neurodegenerazione.

Come allenare i diversi tipi di memoria

Allenare la memoria episodica

  • Esercizio del diario: ogni sera, scriviamo tre eventi significativi della nostra giornata, includendo dettagli sensoriali (colori, suoni, odori) ed emotivi. Questo rafforza le connessioni neurali dell’ippocampo e migliora la codifica episodica. Preferiamo la scrittura a mano, su carta, che è dimostrato partecipi maggiormente al potenziamento della memoria.
  • Tecnica del palazzo della memoria o metodo dei Loci: associamo informazioni da ricordare a luoghi familiari della nostra casa. Visualizziamo un percorso mentale, per “collocare” ogni informazione in una stanza specifica. Questa antica tecnica sfrutta la naturale capacità della memoria spaziale.

Allenare la memoria semantica

  • Mappe concettuali: creiamo diagrammi che collegano concetti correlati, utilizzando colori e simboli. Questo esercizio stimola le connessioni associative e facilita il recupero delle informazioni, divenendo un importante strumento nello studio e apprendimento.
  • Metodo Feynman: proviamo a spiegare concetti complessi usando solo parole comuni della lingua italiana, come se dovessimo spiegarli a un bambino. Questo esercizio consolida la comprensione semantica, ci aiuta a imparare e migliora parallelamente le nostre capacità di comunicazione.

Allenare la memoria di lavoro

  • Dual N-Back: è un esercizio che consiste nel ricordare simultaneamente sequenze di posizioni e suoni. Studi neuroscientifici hanno dimostrato che questo allenamento può aumentare la capacità della memoria di lavoro.
  • Calcoli mentali progressivi: iniziamo con semplici addizioni (7+3), per aggiungere poi un altro numero (risultato +5) e continuare aggiungendo numeri, mantenendo il totale in mente e aumentando gradualmente la complessità.

Allenare la memoria procedurale

  • Apprendimento motorio graduale: scegliamo una nuova abilità motoria (come giocoleria, origami o suonare uno strumento musicale) e pratichiamola quotidianamente per 15-20 minuti. Consideriamo che la costanza è più importante della durata delle sessioni.
  • Scrittura speculare: proviamo a scrivere con la mano non dominante o in modo speculare, con entrambe le mani contemporaneamente. Questo esercizio stimola nuove connessioni neurali e migliora la plasticità cerebrale.

Ricordarsi l’importanza di… dimenticare

Se la memoria è fondamentale per il nostro benessere, anche la dimenticanza è una strategia funzionale dei processi cognitivi. Lungi da essere un difetto del nostro sistema mnemonico, la dimenticanza è una caratteristica evolutiva fondamentale che ci ha conferito significativi vantaggi adattivi.

Dal punto di vista neurobiologico, ricordare tutto sarebbe in primis energeticamente insostenibile, considerato il volume di energia che consuma il cervello umano. E sarebbe anche controproducente per la nostra sopravvivenza. La capacità di dimenticare informazioni irrilevanti, dettagli superflui e ricordi dolorosi ci permette infatti di concentrarci su ciò che è davvero importante nel presente, liberando risorse cognitive per l’apprendimento di nuove competenze e per l’adattamento a situazioni mutevoli.

Inoltre, la dimenticanza svolge una funzione cruciale nel processo di generalizzazione: cancellando i dettagli specifici e mantenendo i pattern generali, il nostro cervello può estrarre regole e principi applicabili a contesti diversi. Il nostro cervello distilla insomma l’elisir dall’esperienza, anche attraverso la dimenticanza, che è comunque un processo di selezione.

Un’equilibrata e sana capacità di dimenticare può supportarci anche nel superamento delle difficoltà, ci consente di aggiornare le nostre credenze al cambiare delle circostanze e di rinnovare le relazioni sociali, senza restare rigidamente ancorati ai dettagli del passato. Un equilibrato dimenticare è insomma parte del ricordare: una strategia evolutiva e adattiva per l’economia e l’ottimizzazione delle risorse.

Strategie integrate per la memoria

Una buona memoria inizia anche a tavola. Il nostro cervello consuma circa il 20% dell’energia totale del corpo. Alimenti contenenti Omega-3, antiossidanti e vitamine del gruppo B non devono mancare nei nostri pasti, per supportare la funzione neuronale e la formazione di nuove connessioni sinaptiche.

Per la nostra memoria è essenziale anche un sonno di qualità, della durata di circa otto ore al giorno. Specialmente nella fase REM, infatti, il cervello consolida i ricordi, trasferendo informazioni dalla memoria a breve termine a quella a lungo termine.

Anche l’attività fisica aerobica favorisce la memorizzazione, perché stimola la produzione di BDNF (Brain-Derived Neurotrophic Factor), una proteina che promuove la crescita neuronale e migliora le prestazioni della memoria. Anche 30 minuti di camminata quotidiana possono fare la differenza.

Un buon sonno, il movimento e sani stili di vita a tavola fanno bene alla nostra memoria, ma al contempo sostengono la nostra salute globale, dal punto di vista fisico, emotivo, psicologico e cognitivo. Allenare la nostra memoria può diventare anche un gioco da condividere in famiglia o con gli amici, andando ad arricchire la nostra vita sociale, con occasioni per crescere e migliorare insieme.

Le nostre funzioni vitali – cognitive, neurali, emotive – sono un insieme integrato, dove il benessere genera benessere, in un circolo virtuoso che si avvia dai piccoli gesti e cambiamenti quotidiani, che possono essere anche un semplice gioco di memoria.

 

 

Bibliografia
  • Li, W., Zhang, Q., Qiao, H., Jin, D., Ngetich, R. K., Zhang, J., … & Li, L. (2021). Dual n-back working memory training evinces superior transfer effects compared to the method of loci. Scientific reports11(1), 3072.
  • Jaeggi, S. M., Buschkuehl, M., Jonides, J., & Perrig, W. J. (2008). Improving fluid intelligence with training on working memory. Proceedings of the National Academy of Sciences105(19), 6829-6833.
Sitografia
  • https://www.cyberguru.it/2023/07/31/le-fondamenta-di-un-efficace-formazione-la-teoria-del-carico-cognitivo/
  • https://nbackchallenge.com/articles/why-its-worth-the-pain-to-complete-20-sessions-of-dual-n-back
  • https://cordis.europa.eu/article/id/442230-can-you-burn-calories-by-thinking-hard/it
  • https://www.psicologiapathos.it/migliorare-lintelligenza-dual-n-back-task/
  • https://www.unicusano.it/blog/universita/come-riuscire-a-studiare-piu-in-fretta-la-tecnica-feynman/
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