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La mamma multitasking

L’importanza del riposo e della condivisione

Il multitasking descrive la capacità di seguire più attività contemporaneamente: una caratteristica che accomuna le mamme. Si tratta di una strategia che risponde al bisogno di velocità e alla complessità delle nostre vite. Il multitasking permette di modulare responsabilità diverse, simultanee e, a volte, in concorrenza tra loro. L’entusiasmo materno e femminile del fare, tra famiglia e lavoro, può portare, tuttavia, ansia e stress. Quando il multitasking si fa necessario, il riposo è fondamentale. Una ricerca punta sulla condivisione, per rendere più positiva la giocoleria del tempo.

Multitasking: dall’informatica alla vita umana

Il termine multitasking nasce nel linguaggio informatico, per indicare la capacità di un software di eseguire più programmi o compiti (“task”) contemporaneamente. Il programma può passare dal processo 1 al processo 2, seguendo le indicazioni del sistema operativo, che ottimizza tempi e prestazioni. Il termine è passato dall’informatica all’essere umano, per descrivere quei momenti in cui la nostra attenzione esegue più compiti contemporaneamente. Questa capacità rientra fra le principali funzioni esecutive: processi cognitivi che coordinano informazioni e azioni per il raggiungimento di uno scopo. Il multitasking avviene, per esempio, mentre guidiamo e, nello stesso momento, parliamo col passeggero al nostro fianco. Una parte del nostro cervello è, in questo caso, impegnata a monitorare la strada, mentre l’altra a seguire la conversazione. Una cosa simile accade quando cuciniamo la cena: rosoliamo qualcosa in pentola, mentre monitoriamo il forno dove lievita il pane.

Il costo del multitasking

Il nostro cervello è programmato per un leggero multitasking, grazie all’attenzione divisa. Inoltre, la dopamina ci rende soddisfatti, quando completiamo con successo un compito. Eppure, il cambio dell’attenzione da un compito a un altro ha un costo. Già negli anni Novanta, uno studio aveva pesato questo passaggio. Dai dati emergeva che eseguire due compiti in multitasking richiede più tempo che portarli a termine separatamente. Uno studio del 2001 ha dimostrato che il tempo perso nel cambio diventa maggiore con l’aumentare della difficoltà dei compiti. Insomma, il multitasking non è sempre sinonimo di efficienza. Rischia inoltre di diventare veramente eccessivo, in una quotidianità sempre più accelerata. Fare troppe cose contemporaneamente può avere effetti nocivi sul benessere psicologico: può farci sentire più ansiosi, stressati, addirittura depressi.

La mamma e la donna multitasking

Secondo una ricerca israeliana, le madri trascorrono in modalità multitasking dieci ore in più a settimana rispetto ai padri. Si tratta principalmente di necessità correlate ai lavori domestici e alla cura dei figli. Per le mamme, tuttavia, il multitasking è maggiormente associato ad un aumento delle emozioni negative, stress, disagio psicologico e conflitto lavoro-famiglia. Eppure, una ricerca britannica suggerisce che le donne tendono a essere più efficaci degli uomini nel multitasking. Dall’analisi, sembrerebbe che le donne riescano a organizzare meglio il proprio tempo, sotto pressione. La mamma, quindi, sarebbe più efficace nel multitasking ma ne soffrirebbe anche di più. Con lo smart working, inoltre, la sfida di coniugare necessità famigliari e lavorative si è fatta spesso più pressante, per uomini e donne.

Il riposo

Quando i compiti sono troppi o la pressione del tempo è eccessiva, il nostro cervello si sovraccarica, proprio come una macchina. In questo caso è essenziale il tempo del recupero e del riposo, per riprendersi dallo sforzo e ricaricarsi. Una buona strategia di coping per gestire lo stress e le varie sfide della vita deve comprendere necessariamente il riposo. Una pausa breve, da 3 a 10 minuti, se utilizzata per un rilassamento profondo e rigenerante, permette di ripristinare e rinnovare l’attenzione. Anche una micro-pausa, di meno di 3 minuti, è preziosa per ridurre il sovraccarico cognitivo.

Il sonno infine, compreso un sonnellino, aiuta la memoria, con la stabilizzazione delle tracce mnestiche e la risoluzione dei problemi. Se il riposo diventa eccessivo può diventare controproducente, nel caso comporti un ritardo. Anche quest’ultimo, infatti, può essere causa di stress. Organizzare e riorganizzare dinamicamente le priorità è, quindi, un’arte che richiede una raffinata sensibilità. Significa anche imparare ad ascoltarsi, per mantenere un ritmo sano e costruttivo.

Per migliorare la consapevolezza, Fondazione Patrizio Paoletti ha dedicato alle madri l’Edukit gratuito 10 esercizi della Mamma Consapevole. Diventando più consapevoli, potremo organizzare una buona pausa. Una navigazione di svago sui social network sicuramente ci permette di staccare ma, probabilmente, non di riposare e ricaricarci davvero. Uno studio della Stanford University suggerisce che, quando il multitasking si trasferisce sui media e diventa cronico, la nostra capacità di memorizzazione cala. Inoltre, aumenta l’impulsività e la distraibilità, impedendo una vera rigenerazione. È molto meglio concederci una passeggiata in mezzo alla natura, coi profondi benefici che ne possiamo trarre, a livello psichico e fisico. Oppure possiamo dedicare del tempo alla meditazione, magari nelle sue versioni in movimento, come il Quadrato Motor Training.

 



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La condivisione e la programmazione

Quando correre su più fronti diventa proprio necessario, il rapporto umano può venirci in aiuto. La ricerca israeliana sopracitata sul multitasking materno ha scoperto infatti che, se il lavoro è condiviso col coniuge o i figli, l’esperienza è percepita come positiva. Lo studio sottolinea l’importante ruolo della condivisione e della relazione, anche nell’onorare i nostri vari doveri. Lavorare insieme ci aiuterà a suddividerci i compiti, facendoci sentire sollevati da pesi multipli e troppo gravosi e stabilire una scala di priorità. Spesso, infatti, non è davvero tutto urgente come può sembrare. Calendarizzare, programmare, rimandare e, a volte, demandare, è essenziale per non vivere in cronica emergenza. La presenza del coniuge può rendere più leggero il multitasking gestionale casalingo e aiutare nella programmazione.

A questo scopo, Fondazione Patrizio Paoletti mette a disposizione gratuitamente l’Agenda del Papà, per ricordarci scadenze e, soprattutto, priorità. Tra queste, la più importante è la salute, che comprende anche soddisfazione e felicità, possibilmente condivisa.

 


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Sitografia
  • Multitasking: Switching costs https://www.apa.org/topics/research/multitasking
Bibliografia
  • Offer, S., & Schneider, B. (2011). Revisiting the gender gap in time-use patterns: Multitasking and well-being among mothers and fathers in dual-earner families. American Sociological Review76(6), 809-833.
  • Rogers, R. D., & Monsell, S. (1995). Costs of a predictible switch between simple cognitive tasks. Journal of experimental psychology: General124(2), 207.
  • Rubinstein, J. S., Meyer, D. E., & Evans, J. E. (2001). Executive control of cognitive processes in task switching. Journal of experimental psychology: human perception and performance27(4), 763.
  • Sayer, L. C. (2007). More work for mothers? Trends and gender differences in multitasking. In Competing claims in work and family life (pp. 41-56). Edward Elgar Publishing.
  • Schumann, F., Steinborn, M. B., Kürten, J., Cao, L., Händel, B. F., & Huestegge, L. (2022). Restoration of attention by rest in a multitasking world: Theory, methodology, and empirical evidence. Frontiers in Psychology13, 867978.
  • Stoet, G., O’Connor, D. B., Conner, M., & Laws, K. R. (2013). Are women better than men at multi-tasking?. BMC psychology1, 1-10.
  • Uncapher, M. R., K Thieu, M., & Wagner, A. D. (2016). Media multitasking and memory: Differences in working memory and long-term memory. Psychonomic bulletin & review23, 483-490.
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