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Il riposo, il segreto del successo

Il “farmaco” naturale per migliorare le prestazioni sportive

“Chi dorme non piglia pesci” è uno dei proverbi più popolari che, seppur radicato nella cultura, stride con le evidenze scientifiche e l’esperienza dei grandi dello sport. Al contrario, è proprio nel sonno che si “pescano” le energie, la lucidità e la forza necessarie per affrontare le sfide, dentro e fuori dal campo.

Un processo attivo di recupero

Dell’importanza di un riposo ristoratore è testimone un maestro del tennis come Roger Federer, che ha sempre indicato un sonno abbondante di undici-dodici ore come uno dei segreti della sua longevità e delle sue straordinarie prestazioni. E se volgiamo lo sguardo a un altro gigante dello sport, LeBron James, la sua “arma segreta” a quarant’anni – un’età in cui molti atleti pensano al ritiro – è un sonno di ben dodici ore, un vero e proprio “farmaco naturale” che gli permette di mantenere statistiche impressionanti stagione dopo stagione.

Il sonno come riparazione

Contrariamente a una visione superficiale, il riposo non è una semplice interruzione passiva delle nostre attività. Per chi pratica sport, si tratta di un processo dinamico e profondamente rigenerativo, orchestrato finemente dal sonno. Durante le ore di quiete, il corpo si dedica attivamente al recupero.

L’intensa attività fisica, pur essendo benefica, provoca inevitabilmente delle microlesioni alle fibre muscolari. È proprio durante il riposo che l’organismo si mobilita per riparare e rigenerare questi “danni”, un passaggio cruciale per la crescita muscolare e la prevenzione di infortuni. In questo scenario, la sintesi proteica, il meccanismo chiave per la ricostruzione dei muscoli, raggiunge il suo culmine proprio nelle ore del sonno.

Il sonno come ricarica

Ma il recupero fisico non si esaurisce nella riparazione dei tessuti. L’esercizio consuma le preziose riserve di glicogeno, il “carburante” primario dei nostri muscoli. Il riposo interviene come una vera e propria “ricarica”, permettendo al corpo di ricostituire queste scorte energetiche, preparandoci al meglio per affrontare le sfide dei successivi allenamenti o delle competizioni.

Il sonno come regolatore

Il sonno, inoltre, svolge un ruolo insostituibile nella regolazione di ormoni fondamentali per la prestazione sportiva. Pensiamo all’ormone della crescita, essenziale per la riparazione e lo sviluppo muscolare, e al cortisolo, l’ormone dello stress. La mancanza di riposo può sbilanciare questo delicato equilibrio ormonale, in particolare innalzando i livelli di cortisolo, con ripercussioni negative sul recupero e sulle nostre capacità atletiche.

Il sonno per il cervello e la memoria

Infine, il riposo non è un beneficio esclusivo per il corpo; anche la nostra mente ne trae vantaggi significativi. Durante il sonno, il cervello lavora attivamente per consolidare le abilità motorie apprese durante le sessioni di allenamento. Questo processo di “memorizzazione” affina la coordinazione e la tecnica, rendendo i nostri movimenti più fluidi ed efficienti.

 



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Effetti di un riposo insufficiente

Per il campione svizzero, il legame tra sforzo e riposo è inequivocabile:

“La privazione del sonno è la cosa peggiore. Ti rende irritabile. Subito dopo ti ammali o ti fai male”.

Un riposo insufficiente, infatti, come dimostrato da uno dei primi studi condotti dalla Stanford University sulla privazione del sonno, può avere ripercussioni sulla prestazione e sulla salute degli atleti.

Riduzione delle capacità

Uno dei primi segnali di un “debito di sonno” si manifesta con una tangibile riduzione delle capacità fisiche:

  • la forza muscolare diminuisce
  • la velocità si affievolisce
  • la resistenza crolla
  • la precisione dei movimenti ne risente inevitabilmente.

L’atleta si ritrova così incapace di esprimere appieno il potenziale faticosamente costruito durante l’allenamento. La sensazione di affaticamento sopraggiunge più rapidamente, rendendo anche sforzi consueti più ardui. Inoltre, la mancanza di riposo ha un impatto significativo sulle capacità cognitive e sulla sfera psicologica. L’umore ne risente, diventando più instabile e incline all’irritabilità.

Rischio di errori e infortuni

La stanchezza indotta dalla carenza di sonno non è solo una sensazione, ma altera la nostra fisiologia e la nostra reattività, aprendo la strada a un terreno fertile per gli infortuni:

  • i tempi di reazione si allungano
  • la coordinazione si fa meno precisa
  • la capacità di prendere decisioni rapide e accurate diminuisce.

Questo scenario aumenta significativamente la probabilità di commettere errori durante l’attività fisica, aprendo la strada a infortuni di varia natura, da stiramenti e strappi muscolari a problemi tendinei e articolari. Un corpo affaticato è un corpo più vulnerabile.

Indebolimento del sistema immunitario

La privazione cronica di sonno non risparmia nemmeno le nostre difese immunitarie. Un riposo inadeguato indebolisce la capacità del sistema immunitario di contrastare agenti patogeni come virus e batteri. Di conseguenza, gli atleti con un “debito di sonno” diventano più suscettibili a infezioni e malattie, ritrovandosi costretti a interrompere i loro preziosi programmi di allenamento e a compromettere la loro preparazione.

Coltivare il riposo e seminare il benessere

Come possiamo quindi tradurre questa consapevolezza in azioni concrete per migliorare il nostro riposo? Non basta solo dormire le ore necessarie, ma serve creare un ambiente di riposo ottimale, silenzioso, buio e fresco, e instaurare un “rituale del sonno” che segnali al corpo e alla mente l’avvicinarsi del riposo.

Fondazione Patrizio Paoletti con la Pedagogia per il Terzo Millennio promuove la tecnica dell’Auto Bene-dizione che si rivela un potente alleato per un buon sonno. Dedicare alcuni momenti prima di dormire a rilassarsi attraverso la meditazione o semplici respiri profondi e poi “dirsi bene” la propria giornata, focalizzandosi sugli aspetti positivi e rielaborando le esperienze in modo proattivo, aiuta la mente a mettere ordine e a prepararsi a un sonno ristoratore. Questo “auto-bene-dirsi” favorisce il rilassamento, un senso di sicurezza ed efficacia, predisponendoci a un riposo notturno rigenerante e a un risveglio con mente lucida e positiva.

L’esempio illuminante di campioni come Roger Federer e LeBron James, che attribuiscono apertamente al riposo una parte significativa del loro successo e della loro longevità sportiva, non è quindi un caso isolato, ma riflette una profonda comprensione dei meccanismi che regolano il nostro corpo e la nostra mente.

Fondazione Patrizio Paoletti, con la sua dedizione alla promozione del benessere, sottolinea come coltivare un riposo di qualità sia un investimento prezioso nella nostra salute globale e nel nostro potenziale, nello sport come nella vita. Integrare queste pratiche, basate sull’evidenza scientifica, può trasformare il riposo nel nostro miglior farmaco naturale per una vita piena e serena.

 

 

Bibliografia
  • Halson, S. L. (2014).  “Sleep and athletic performance: the effects of sleep loss on exercise performance, and physiological and hormonal responses to exercise”. Sports Medicine, 44(Suppl 1), S23-S36
  • Machado, L., Ferreira, P. H., Micheletti, J. K., de Almeida, A. C., Lemes, I. R., Lobo, D. A., … & Ugrinowitsch, C. (2020). Effects of recovery modalities on performance and fatigue indicators after acute muscle injury: a systematic review with meta-analysis. British Journal of Sports Medicine, 54(18), 1099-1109.
  • Vanrenterghem, J., de Weijer, P., Peeters, W., & Robinson, M. A. (2017). The science of recovery. Journal of Human Kinetics, 55(1), 99-113
Sitografia
  • https://duvetsuisse.com/it-ch/blog/un-sonno-sufficiente-e-buono-migliora-le-prestazioni/
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