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Salute mentale

Eco-resilienza

  1. Che cos’è la resilienza ecologica?

La resilienza ecologica è un concetto chiave nel mondo della biologia e dell’ecologia, che si riferisce alla capacità degli ecosistemi di affrontare e riprendersi da cambiamenti o perturbazioni. In termini più semplici, è la capacità di un ambiente naturale di mantenere la sua struttura e funzionalità nonostante le sfide o gli stress a cui può essere sottoposto. Questo concetto è emerso come un importante pilastro nella progettazione di strategie per la gestione sostenibile delle risorse naturali. Infatti la resilienza ecologica si sta rivelando fondamentale per preservare la salute del nostro pianeta e garantire un futuro sostenibile per le generazioni a venire. Investire nella conservazione degli ecosistemi e nell’adozione di pratiche agricole e gestionali sostenibili è essenziale per promuovere la resilienza ecologica e affrontare le sfide ambientali globali.

 

  1. Origine e storia del concetto di resilienza ecologica

Il termine “resilienza” ha radici nel campo della fisica dei materiali, dove indica la capacità di un materiale di assorbire energia senza subire danni permanenti. La sua applicazione all’ecologia è stata introdotta negli anni ’70 dallo scienziato canadese C.S. Holling. Holling ha utilizzato il concetto di resilienza ecologica per descrivere la capacità di un ecosistema di adattarsi e ritornare al suo stato originale dopo essere stato disturbato. Da allora, il concetto ha guadagnato popolarità e si è evoluto, diventando una lente attraverso cui gli scienziati esplorano la stabilità degli ecosistemi. Oggi, la resilienza ecologica è oggetto di un’ampia ricerca, a causa soprattutto della sua attualità e della vastità dei problemi ambientali, che fino a poche decadi fa erano compresi solo in modo approssimativo. Si sono sviluppati organismi e istituti specializzati per affrontare questa problematica, come la Resilience Alliance, fondata nel 1999, e l’Istituto di Resilienza di Stoccolma, nel 2007. Sono nate anche riviste dedicate a questo campo di studio, come “Ecology and Society”. In questo contesto si parla spesso – in modo più generale –  di resilienza socio-ecologica, sottolineando la responsabilità umana per le profonde trasformazioni in corso nell’ambiente, che a loro volta possono avere effetti negativi su individui e comunità. Anche quando si adopera il termine più semplice “resilienza ecologica” per motivi di concisione, gli aspetti sociali e, in generale, umani sono comunque impliciti.

 

  1. Quali sono le caratteristiche di un ecosistema resiliente?

Gli ecosistemi resilienti condividono diverse caratteristiche fondamentali. Innanzitutto, presentano una diversità biologica significativa. La presenza di una vasta gamma di specie fornisce al sistema la flessibilità necessaria per adattarsi a cambiamenti ambientali. Inoltre, la connettività ecologica è essenziale. Gli ecosistemi resilienti sono interconnessi, consentendo lo scambio di energia, nutrienti e informazioni tra le diverse componenti.

Un altro aspetto chiave è la presenza di feedback positivi e negativi. I feedback positivi amplificano i cambiamenti, rendendo l’ecosistema più suscettibile alle perturbazioni. D’altro canto, i feedback negativi agiscono come meccanismi di controllo, contribuendo a mantenere l’equilibrio. La flessibilità genetica e la capacità di adattarsi a condizioni mutevoli sono ulteriori elementi distintivi degli ecosistemi resilienti.

 

  1. Perché la resilienza ecologica è importante per la sostenibilità ambientale e l’impatto sulla salute umana?

La resilienza ecologica è cruciale per la sostenibilità ambientale e ha un impatto diretto sulla salute umana. In primo luogo, gli ecosistemi resilienti forniscono servizi essenziali, come la produzione di cibo, la purificazione dell’acqua e la regolazione del clima. Un ambiente sano e funzionante è fondamentale per garantire la sicurezza alimentare e idrica e mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici. Inoltre, la biodiversità presente negli ecosistemi resilienti è una risorsa preziosa per la medicina e la farmacologia. Molte piante e organismi contengono composti chimici con potenziali applicazioni medicinali, e la perdita di biodiversità può limitare le opportunità di scoperta di nuovi farmaci. La resilienza ecologica contribuisce anche a ridurre il rischio di eventi catastrofici legati all’ambiente: ecosistemi ben gestiti sono meno suscettibili a fenomeni estremi come alluvioni, incendi forestali e tempeste, riducendo così il rischio di perdite di vite umane e danni materiali. Un aspetto spesso trascurato è il legame tra ambiente e benessere umano. Gli spazi verdi e gli ecosistemi sani hanno dimostrato di promuovere la salute mentale e fisica delle persone. La presenza di parchi, foreste e aree naturali offre opportunità per l’esercizio fisico, riduce lo stress e migliora la qualità della vita. Solo attraverso un impegno condiviso possiamo sperare di mantenere un equilibrio armonioso tra l’umanità e il mondo naturale che ci circonda.

 

Bibliografia
  • Adger, W. N. (2000). Social and ecological resilience: are they related? Progress in human geography, 24(3), 347-364.
  • Chambers, J. C., Allen, C. R., & Cushman, S. A. (2019). Operationalizing ecological resilience concepts for managing species and ecosystems at risk. Frontiers in Ecology and Evolution, 7, 241.
  • Worstell, J. (2020). Ecological resilience of food systems in response to the COVID-19 crisis. Journal of Agriculture, Food Systems, and Community Development, 9(3), 23-30.

 

Sitografia

 

 

 

 

 


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