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Giornata Mondiale per il Cuore: il dialogo tra corpo e cervello

Benessere psicologico e salute cardiaca

In occasione della Giornata Mondiale per il Cuore del 29 settembre, approfondiamo il rapporto fra cuore e cervello, tra salute cardiaca e benessere della psiche. Spunti per un nuovo approccio al disagio psicoemotivo, all’ansia e alla depressione arrivano proprio dal battito del cuore e dalla nostra capacità interocettiva e meditativa di ascoltarlo.

Il dialogo tra cuore e cervello

Il cervello è in grado di influire sul funzionamento del nostro cuore. La natura e tonalità dei nostri pensieri possono rallentare o aumentarne la frequenza del battito. Un vortice di pensieri stressanti o ansiogeni può addirittura generare fibrillazione atriale, un ritmo atriale rapido e irregolare, che aumenta significativamente il rischio di ictus.

Se è noto che il cervello, attraverso i pensieri, può modulare l’attività cardiaca, si pensa relativamente meno alla risposta del cuore, che a sua volta invia importanti messaggi al cervello. Ogni singolo battito del cuore è un segnale per il cervello, che risponde con il potenziale evocato del battito cardiaco, ossia la risposta del Sistema Nervoso Centrale in termini di variazione del potenziale elettrico. Il cuore modula l’attività cerebrale, influendo per esempio nell’immagazzinamento dei ricordi. Una ricerca del 2014 ha anche scoperto che il battito cardiaco incide sull’esperienza visiva del cervello: più intensa è la risposta cerebrale al cuore, migliore è la nostra capacità di vedere.

L’importanza dell’interocezione: ascoltare il proprio cuore

Uno studio del 2023 di Tallon-Baudry approfondisce l’affascinante interazione corpo-cuore-cervello, invitando a valorizzare maggiormente il ruolo dell’interocezione, ossia la capacità di percepire e interpretare i segnali del corpo, al pari di quello dell’esterocezione, ovvero la decodifica dei segnali provenienti dal mondo attorno a noi.

Una ricerca pubblicata sull’International Journal of Psychophysiology ha testimoniato la forte connessione fra la sensibilità interocettiva in merito al proprio battito cardiaco e l’intensità dell’esperienza emotiva. La capacità di percepire il proprio cuore fisico sarebbe quindi connessa a quella di ascoltare il cuore emotivo, ossia essere coscienti del proprio vissuto affettivo e del proprio mondo psichico interiore.

L’importanza dell’interocezione è sottolineata anche da uno studio del 2020, che correla una bassa interocezione addirittura a un maggior rischio di ideazione e azione suicidaria. Indagare il profondo dialogo tra corpo e cervello potrebbe aprire la strada a nuovi approcci terapeutici per il disagio psicoemotivo e i disturbi come l’ansia. Per esempio, una ricerca del 2021 ha appurato che l’allenamento interocettivo è risultato efficace nel ridurre l’ansia negli adulti con autismo. Una preziosa strada per moderare l’ansia sarebbe quindi, non solo agire sugli aspetti cognitivi e sul pensiero, ma allenare il corpo e la nostra sintonizzazione con esso.

 


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Sofferenza del cuore, isolamento, stress e depressione

Diversi studi scientifici correlano lo stress alla sofferenza cardiaca. Lo stress cronico, anche lavoro-correlato, e l’isolamento sociale sono fattori di rischio appurati nella malattia coronarica. La sofferenza cardiovascolare è stata associata anche al rischio di depressione, con la presenza di biomarcatori congiunti per entrambe le condizioni mediche e psicologiche. Un’indagine pubblicata su PLOS ONE conferma che in età avanzata il rischio cardiovascolare è associato a quello depressivo, suggerendo che migliorando la salute del cuore si potrebbe anche prevenire la depressione tra gli anziani.

L’elemento di connessione tra la sofferenza del cuore fisico e quella del cuore emotivo potrebbe essere l’infiammazione, che spiegherebbe la comorbilità di patologie cardiovascolari e depressive, secondo una ricerca del 2017. In questa direzione va anche uno studio dell’Università di Siena, che ha indagato la relazione bidirezionale tra l’infiammazione del sistema nervoso e la depressione, scoprendo che la risposta infiammatoria può portare alla depressione e la depressione può contribuire all’infiammazione. Quest’ultima potrebbe quindi essere un trait d’union tra la sofferenza di cuore, cervello e psiche.

I benefici della meditazione e del mindful movement

In aiuto del cuore, fisico ed emotivo, vengono la respirazione consapevole, la meditazione e lo Yoga. Al congresso Heart Failure 2024 della Società Europea di Cardiologia, è stata presentata una ricerca che dimostra i benefici dello Yoga incentrato sulla respirazione, meditazione e rilassamento sulla salute del cuore di pazienti con insufficienza cardiaca. Lo Yoga è una pratica di mindful movement, ossia di movimento consapevole, che ha effetti positivi sull’invecchiamento cellulare, salute mentale, equilibrio, mobilità e prevenzione del declino cognitivo.

Fondazione Patrizio Paoletti investe nella ricerca e diffusione del mindful movement, in particolar modo del Quadrato Motor Training, una pratica motoria meditativa che ha dimostrato di migliorare le funzioni cognitive, coordinazione, creatività e plasticità neurale. L’impegno di Fondazione Patrizio Paoletti è volto alla condivisione di stili di vita sani, che proteggano la salute, compresa quella cardiaca e mentale, attraverso il contrasto al disagio psicosociale, allo stress e all’isolamento, e al potenziamento dell’intelligenza emotiva, dell’autoregolazione e delle competenze relazionali.

L’obiettivo è una rinnovata sostenibilità ambientale, psicofisica e sociale, per una salute globale che passa dal cuore e si estende alla comunità e al Pianeta. Questa unisce le dimensioni macro e micro della vita, in una visione integrata e olistica che guarda al benessere della persona all’interno del mondo e, parallelamente, al benessere del mondo interiore, che vive e si muove in ognuno di noi.

 


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Bibliografia
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