Meditazioni guidate
Tre pratiche per allenare la mente con Patrizio Paoletti, Tal D. Ben-Soussan e Ruben Laukkonen
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I progressi della ricerca nelle pratiche meditative
Metà ‘900
Sebbene le pratiche meditative siano state oggetto di ricerca in prima persona in tradizioni millenarie, è tra gli anni ’50 e ’70 del Novecento, che sono stati effettuati i primi studi scientifici sulla meditazione, inizialmente in ambito fisiologico e poi clinico. Queste ricerche erano focalizzate principalmente sui cambiamenti indotti dalle pratiche meditative di tradizione vedica dal punto di vista elettrofisiologico in meditatori esperti.
Anni ’80 e ’90
Gli anni ’80 e ’90 hanno visto un aumento dell’interesse scientifico verso la meditazione, con la scoperta di benefici come il miglioramento dell’attenzione, la riduzione dell’ansia e la promozione del benessere emotivo. Tra gli effetti ancora solo parzialmente esplorati è stato rilevato anche un rallentamento dell’invecchiamento.
Anni 2000
A partire dagli anni 2000, gli studi sulla meditazione hanno utilizzato tecniche di neuroimaging per esplorare gli effetti della pratica meditativa sul cervello. In questi studi la meditazione è stata intesa come una forma di autoregolazione cosciente, connessa ai processi elettrochimici di attivazione dei neuroni, alla regolazione epigenetica della trascrizione genica e ai cambiamenti nella connettività neurale. La prospettiva neurofenomenologica, nata con gli studi di Francisco Varela e colleghi, ha inoltre contribuito a recuperare il valore dell’esperienza in prima persona nel quadro della ricerca empirica.
2010
la rapida diffusione delle pratiche di mindfulness ha portato ad un notevole incremento delle ricerche in merito, superando intorno al 2010 le 500 pubblicazioni annue. Gli studi hanno mostrato benefici in ambiti come la gestione del dolore, la riduzione dell’infiammazione e l’aumento della resilienza emotiva. Sono, inoltre, state sviluppate metodologie che integrano le tecniche di mindfulness nella pratica psicoterapeutica, come la Dialectic Behavior Therapy e la Mindful-Based Cognitive Therapy.
2019
A partire dal 2019, in oltre 370 scuole del Regno Unito è stata avviata una sperimentazione per il benessere mentale dei minori e la prevenzione del disagio psicologico. Questa sperimentazione ha permesso la raccolta di dati su fasce d’età e contesti differenti da quelli finora indagati, dimostrando come le tecniche meditative in ambienti sociali allargati, per essere efficaci, necessitino della creazione di contesti educativi appositamente creati.
2020
In anni recenti le pratiche meditative sono state utilizzate sempre più frequentemente per indagare la coscienza umana. Saperi provenienti dalle tradizioni secolari e nuove tecniche vengono utilizzati come strumenti per l’esplorazione tanto della coscienza in sé, quanto di stati così detti “alterati” o “superiori” di coscienza, indotti da particolari esperienze.
2023
Negli ultimi anni è stata introdotta una classificazione delle pratiche di meditazione sulla base delle loro caratteristiche cognitive secondo tre tipologie: Focused Attention Meditation, Open Monitoring Meditation e Non-Dual Meditation. Le più recenti pubblicazioni del RINED hanno proposto una elettrotopografia del sé che associa i diversi tipi di meditazione alle dimensioni del Sé Narrativo, Sé Minimo e Superamento del Sé ed i loro correlati elettrofisiologici.
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