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Adolescenza

Talento

Che cos’è il talento

Nell’antica Grecia, il talento era una misura di peso utilizzata per valutare l’oro e l’argento. Tuttavia, nel Nuovo Testamento della Bibbia si trova una parabola in cui il “talento” viene descritto come una somma di denaro affidata a dei servitori da parte di un padrone, con l’aspettativa che essi lo moltiplicassero durante la sua assenza. Questa parabola ha contribuito a trasformare il significato del termine “talento” da una misura di peso a un’unità di misura di valore e abilità. Col passare dei secoli, il termine “talento” è stato adottato nel linguaggio comune per indicare una capacità o abilità speciale che una persona possiede. Ha quindi assunto un significato più ampio, andando oltre il suo legame originario con il denaro e l’economia.

Oggi, il talento viene generalmente inteso come un dono o una predisposizione naturale per eccellere in un particolare campo. Esso rimane una delle qualità più affascinanti e misteriose dell’essere umano: è un insieme di abilità e capacità che una persona possiede in modo innato o che sviluppa con facilità rispetto ad altre persone. Può manifestarsi in vari ambiti come, ad esempio, la musica, lo sport, la scienza, le arti visive o la leadership.

Proprio in un momento come quello attuale, in cui stanno emergendo sfide complesse rispetto alla sostenibilità dell’impatto umano sull’ambiente, si parla sempre di più di talento: questo perché è un tipo di risorsa che per sua natura è a disposizione delle persone in modo più sostenibile di altre, in quanto è molto diffuso e utilizzabile con facilità.

Cosa vuol dire avere talento

Spesso pensiamo che avere talento significhi solo possedere un dono speciale, una predisposizione che permette di eccellere in un’attività specifica. In effetti le persone talentuose dimostrano spesso una padronanza eccezionale delle loro competenze, un apprendimento rapido e una creatività fuori dal comune.  Occorre dire comunque che ognuno di noi ha i propri talenti, a ben osservare: quando usiamo i nostri talenti spesso non sempre siamo consapevoli esattamente di quali risorse stiamo utilizzando, ma quel che facciamo ci viene particolarmente bene, ci fa stare bene e sentiamo che la nostra energia si consuma lentamente e si rinnova con facilità.

Il talento non può essere ridotto a una semplice abilità pratica: ciò che siamo in grado di fare o che decidiamo di fare è il risultato del nostro talento. Le manifestazioni del talento possono essere evidenti in competenze specializzate, ma anche nelle capacità trasversali, note come “competenze soft”, come ad esempio la capacità di comunicazione, la gestione del tempo, l’affidabilità, la flessibilità e così via.

Questo dimostra come il talento possa declinarsi in forme anche molto diverse e soggettive. Possiamo considerare in questa prospettiva la Teoria delle Intelligenze Multiple di Howard Gardner, secondo la quale ognuno di noi possiede in misura maggiore o minore almeno 9 tipi di intelligenza:

1. Intelligenza visuo-spaziale
2. Intelligenza linguistico-verbale
3. Intelligenza logico-matematica
4. Intelligenza corporea-cinestetica
5. Intelligenza musicale
6. Intelligenza interpersonale
7. Intelligenza intra-personale
8. Intelligenza naturalistica
9. Intelligenza esistenziale

Il talento quindi non si limita al “genio” che spesso viene celebrato per le sue scoperte, intuizioni e formule, ma si trova anche nell’umanità, nella sensibilità e nella fragilità che emergono dall’espressione di una parte così profonda delle nostre risorse. È importante infine sottolineare che il talento da solo non garantisce il successo. È solo l’inizio, una risorsa che richiede di essere coltivata e sviluppata per raggiungere risultati significativi.

Il talento e la vocazione

Il talento e la vocazione sono strettamente legati, ma non sempre coincidono. La vocazione si riferisce alla chiamata interiore che spinge una persona verso una particolare attività o professione. Mentre il talento può facilitare il percorso verso la vocazione, non è l’unico fattore determinante. Infatti, molte persone talentuose non riescono a trovare la loro vera vocazione, mentre altre con meno talento si dedicano appassionatamente a un’attività e raggiungono grandi risultati. La passione, la perseveranza e l’impegno sono altrettanto importanti nella ricerca della propria vocazione.

In questa direzione possiamo affermare che non tutti possediamo talenti straordinari, tuttavia tutti noi abbiamo la capacità di trovare un significato nelle nostre azioni e di sentirci a nostro agio in ciò che facciamo, come pesci che nuotano nell’acqua. La nostra vita non viene arricchita solo da un lavoro di prestigio, dalla conquista di un record o dalla celebrità, ma dal significato che attribuiamo alle azioni che compiamo quotidianamente nel nostro lavoro e dalla nostra capacità di plasmare il nostro mondo, anche se all’interno di confini limitati.

Il talento in Pedagogia per il Terzo Millennio

Patrizio Paoletti afferma in “L’intelligenza del cuore” che i talenti sono virtualmente infiniti: alcuni sono comuni a tutti gli esseri umani, mentre altri sono unici per ognuno di noi. Alcuni sono evidenti, mentre altri richiedono una ricerca attenta nel profondo di noi stessi affinché possano sbocciare e dare frutti. Tuttavia, sappiamo anche che tutti i talenti in qualche modo incarnano la nostra capacità di comprendere le richieste della vita e ciò che chiediamo ad essa, in otto specifici ambiti dell’esistenza. Gli ambiti che in Pedagogia per il Terzo Millennio vengono definiti come “Gli 8 campi della vita” sono: Corpo-Spirito, Famiglia-Affetti, Lavoro-Finanze, Amicizia-Collettività.

Provare a dedicare la nostra attenzione a ciascuno di questi ambiti aiuta a far emergere i talenti che sono legati a ciascuno di essi. Focalizzare e rispondere in modo personale a domande come: “Cosa significa per me questo aspetto della vita? Cosa posso fare in questo campo? Quali idee risuonano con il mio mondo interiore in questa particolare area di conoscenza?”, rappresenta un esercizio pratico per definire e potenziare i talenti.

Come valorizzare il talento

Valorizzare il talento richiede un mix di ingredienti fondamentali. Innanzitutto, è necessaria l’autoconsapevolezza: comprendere le proprie inclinazioni, i punti di forza e di debolezza e i propri interessi. Questo permette di focalizzare l’energia nel campo in cui si ha il talento naturale. Successivamente, è importante dedicarsi con impegno e disciplina alla pratica costante. Il talento, anche se innato, ha bisogno di essere nutrito e sviluppato attraverso l’apprendimento e l’esperienza. Il feedback e la collaborazione con esperti nel campo possono aiutare a perfezionare le abilità e ad acquisire nuove conoscenze.

Inoltre, la resilienza è fondamentale per superare gli ostacoli e i fallimenti che inevitabilmente si presentano lungo il cammino. Il talento da solo non basta per raggiungere grandi traguardi: è la perseveranza e la determinazione che permettono di superare le difficoltà e di crescere continuamente. Infine, è importante trovare un equilibrio tra sfruttare il proprio talento e godere del processo. La passione e il piacere nel praticare l’attività talentuosa sono gli elementi che alimentano la motivazione e consentono di mantenere una prospettiva a lungo termine.

Inoltre, è essenziale essere aperti alle opportunità di apprendimento e di crescita. Valorizzare il talento significa anche essere disposti a mettersi in gioco, ad affrontare nuove sfide e ad ampliare le proprie competenze. Partecipare a corsi, workshop o collaborare con altre persone talentuose può offrire nuove prospettive e stimoli per il proprio sviluppo.

Infine, il talento può trovare il massimo riconoscimento e valorizzazione attraverso la condivisione con gli altri. Mostrare il proprio talento al mondo, sia attraverso esibizioni pubbliche, opere d’arte o pubblicazioni scientifiche, può ispirare e influenzare positivamente gli altri. Il talento può essere un catalizzatore per il cambiamento sociale, un mezzo per esprimere idee e emozioni e per ispirare gli altri a scoprire e coltivare il proprio potenziale.

 

Bibliografia
  • Gardner H. (1987) Formae mentis: saggio sulla pluralità dell’intelligenza, Feltrinelli, Milano.
  • Howe, M.J.A., Davidson, J.W. and Sloboda, J.A. (1998). Innate talents: reality or myth?, Behavioral and Brain Sciences, 21 (3) pp. 399-407
  • Macnamara, B.N., Hambrick, D.Z. and Oswald, F.L. (2014). Deliberate Practice and Performance in Music, Games, Sports, Education, and Professions: A Meta-Analysis, Psychological Science, Volume 25, Issue 8, https://doi.org/10.1177/0956797614535810
  • Matteoli, M. (2022). Il talento del cervello. 10 lezioni facili di neuroscienze, Marsilio-Sonzogno, Venezia
  • Moltzen, R. (2009). Talent development across the lifespan, in International handbook on giftedness, Springer, Berlino.
  • Paoletti, P. (2019). L’intelligenza del cuore. BUR.
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