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Cosa significa davvero tornare a scuola?

A settembre in cartella ansia ed entusiasmo

Ogni settembre, milioni di bambini e adolescenti in Italia varcano di nuovo i cancelli della scuola. Il rientro non è mai un semplice ritorno alle routine quotidiane, ma rappresenta un vero e proprio rito di passaggio: nuovi insegnanti, forse compagni diversi, programmi che diventano via via più complessi. Ma che cosa significa davvero “tornare a scuola”? È solo un dovere, o anche un’occasione per crescere, relazionarsi e costruire il proprio futuro? La domanda interroga non solo gli studenti, ma anche i loro genitori, chiamati ad accompagnarli lungo un percorso sempre più ricco di sfide.

Numeri e tendenze del rientro scolastico in Italia

Secondo i dati del Ministero dell’Istruzione e del Merito (MIUR), nell’anno scolastico 2024/2025 sono stati circa 7,1 milioni gli studenti iscritti nelle scuole italiane: 2,3 milioni nella primaria, 1,6 milioni nella secondaria di primo grado e 2,6 milioni negli istituti superiori.

La spesa media delle famiglie per il corredo scolastico – zaini, quaderni, libri e materiali – anche quest’anno, si aggira intorno ai 500-600 euro a studente, solo per l’inizio dell’anno, con differenze marcate tra le regioni e tra le scuole statali e paritarie.

Un altro dato significativo riguarda il benessere psicologico: l’Osservatorio Nazionale sull’Adolescenza segnala che circa il 38% degli studenti tra i 14 e i 18 anni prova ansia al rientro a scuola, mentre nelle scuole primarie le emozioni prevalenti sono la curiosità e l’entusiasmo, pur accompagnate da timori legati alla separazione dai genitori e alla gestione della socialità.

Dinamiche di ruolo: studenti e genitori a confronto

Il rientro a scuola non è solo un evento organizzativo: coinvolge dinamiche psicologiche e sociali profonde. I bambini della primaria, ad esempio, sperimentano per la prima volta il senso di appartenenza a un gruppo esterno alla famiglia: la classe diventa una seconda “casa sociale” dove apprendere regole di convivenza, responsabilità e autonomia. I genitori, in questa fase, oscillano tra il desiderio di protezione e la necessità di lasciar crescere i propri figli, un equilibrio spesso delicato.

Nelle scuole medie il cambiamento si fa più netto: emergono i primi segni di identità personale e di confronto con il gruppo dei pari. Gli studenti vivono questa fase con oscillazioni emotive e motivazionali, mentre i genitori affrontano la sfida di rinegoziare il loro ruolo, passando da un controllo diretto a un supporto più “a distanza”.

Alle superiori, infine, il rientro a scuola porta con sé interrogativi esistenziali e scelte concrete legate al futuro: orientamento universitario o lavorativo, indipendenza, desiderio di autodeterminazione. Qui il ruolo dei genitori si riduce ulteriormente, trasformandosi in accompagnamento critico, tra ansie legate al rendimento e investimenti economici crescenti per garantire opportunità di formazione e crescita.


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Il rientro a scuola come specchio della società

Le dinamiche del ritorno in classe riflettono anche fattori sociali, psicologici ed economici. Sul piano sociale, la scuola rimane un luogo cruciale di inclusione e uguaglianza, ma emergono differenze significative tra chi può contare su risorse familiari e culturali solide e chi invece si trova in condizioni di fragilità economica o sociale. Sul piano psicologico, la letteratura scientifica evidenzia come i momenti di transizione scolastica siano tra i più delicati nella crescita, con un impatto diretto sull’autostima e sulla motivazione allo studio.

Dal punto di vista economico, il rientro mette in luce il divario tra famiglie: secondo l’ISTAT, il 13,8% dei minori vive in condizioni di povertà assoluta (2023), con conseguenze dirette sull’accesso ad attività extrascolastiche, tecnologie e materiali adeguati.

Nonostante le difficoltà, il rientro a scuola resta anche un’occasione preziosa: una palestra per crescere. La scuola italiana, pur con le sue criticità, sta sperimentando modelli più inclusivi e digitalizzati, investendo in nuove infrastrutture, ambienti di apprendimento innovativi e formazione docenti, come il programma  Teachers Outreach di Fondazione Patrizio Paoletti. Se i genitori avranno la capacità di sostenere i propri figli senza sostituirsi a loro, e se le istituzioni continueranno a ridurre le disuguaglianze, il rientro potrà trasformarsi da momento di ansia a occasione di entusiasmo condiviso.

Uno sguardo avanti: tra speranza e responsabilità

Un inserimento scolastico a settembre potrebbe essere più arricchente se le scuole investissero maggiormente in attività cooperative e progetti legati al territorio, come laboratori di gruppo, uscite didattiche con finalità sociali o esperienze di outdoor education. Alcuni istituti hanno già sperimentato queste pratiche, dedicando la prima settimana a momenti di accoglienza che puntano a rafforzare i legami tra studenti e docenti.

Anche la gestione degli spazi, ripensata con aule flessibili e ambienti più umani e collaborativi, può favorire un clima positivo. A questo si affianca il bisogno di una maggiore attenzione all’intelligenza emotiva da parte dei docenti. Un esempio concreto è, per esempio, il programma RULER, ideato dal Yale Center for Emotional Intelligence. L’intelligenza emotiva e le risorse interiori sono anche al centro del programma Prefigurare il Futuro, di Fondazione Patrizio Paoletti, che permette l’allenamento delle competenze cognitive, affettive e relazionali, con particolare attenzione alla resilienza, chiave per trasformare le sfide in opportunità e crescita.

Elena Perolfi, Responsabile dei progetti pedagogici, didattici e formativi di Fondazione Patrizio Paoletti, sottolinea la centralità della scuola come laboratorio di crescita interiore:

La ricerca neuropsicopedagogica ci mostra che nei momenti di ripresa i ragazzi hanno bisogno di riattivare motivazione, autoregolazione e fiducia per predisporsi alle relazioni, alle dinamiche di classe, alla nuova routine e per consolidare nuovi apprendimenti. La scuola rappresenta la possibilità di un vero e proprio laboratorio di trasformazione interiore, finalizzazione e resilienza. Proprio nei momenti di ripartenza, bambini e ragazzi vivono una condizione speciale, in cui è possibile ritrovare energia, continuità, struttura ma anche occasione di domanda interiore sul futuro e visione del domani.

La questione iniziale trova, dunque, una possibile risposta: tornare a scuola non è solo un ritorno, ma un nuovo inizio, ogni volta diverso. Genitori e studenti, seppur con ruoli differenti, percorrono insieme un cammino che richiede adattamento, fiducia e dialogo costante. La sfida dei prossimi anni sarà quella di trasformare la scuola in un luogo sempre più capace di ascoltare, motivare e accompagnare i giovani verso un futuro incerto, ma anche ricco di possibilità.

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Sitografia
  • https://www.istat.it/wp-content/uploads/2024/10/REPORT_POVERTA_2023.pdf
  • “Statistiche Ambito Scuola.” Portale Unico dei Dati della Scuola, https://dati.istruzione.it/opendata/approfondimenti/statistiche/?catalogo=Istruzione.

  • “PILLOLE PER LA STAMPA-RAPPORTO ANNUALE 2025.” https://www.istat.it/wp-content/uploads/2025/05/PILLOLE-PER-LA-STAMPA_RAPPORTO-ANNUALE-2025.pdf.

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