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Da oltre 20 anni Fondazione Patrizio Paoletti ricerca il funzionamento dell’essere umano, divulga i saperi sulla mente e sviluppa nuovi approcci educativi fruibili per il benessere di tutti.

Cosa puoi fare tu:

Gruppo di adolescenti

Contribuisci al benessere psico-sociale di migliaia di adolescenti

Sostieni il lavoro di 1 ricercatore del nostro Dipartimento di Ricerca

Sostieni il nostro progetto didattico nelle scuole in Italia

OMS – Non c’è salute, senza salute mentale

In Europa 1 adolescente su 7 convive con il disagio psicologico e disturbo mentale

+ 40%: Negli adolescenti sono aumentati i casi di disturbo mentale, con autolesionismo, isolamento, abbandono e disagio scolastico

Il suicidio rappresenta in Europa la seconda causa di morte per i giovani

le testimonianze dei partecipanti
ai nostri progetti

Patrizio Paoletti

EMILY

Studente

“Grazie ai progetti di Fondazione Patrizio Paoletti ho imparato ad avere più fiducia in me stessa”

SAMUELE
Studente

“Con i metodi proposti da Fondazione Patrizio Paoletti sono riuscito a superare i momenti di difficoltà.”

FLORIANA
Mamma

“La ricerca di Fondazione Patrizio Paoletti mi ha offerto molte idee per aiutare i miei ragazzi e anche me stessa nei periodi più delicati.”


ELENA PEROLFI

Vice-presidente e responsabile progetti pedagogici e didattici della Fondazione Patrizio Paoletti

“Insieme possiamo aiutare gli adolescenti a prevenire il disagio e ad affrontare le difficoltà per proteggere il loro benessere.”


Il bullismo e il cyberbullismo rappresentano una vera e propria emergenza mondiale che merita tempo, attenzione, e risposte educative efficaci, tanto più per la sua incidenza sulla salute mentale degli adolescenti, già messi a dura prova dall’esperienza della pandemia.

I numeri del bullismo e del cyberbullismo in Italia

Il 15% dei giovani è stata vittima di almeno un episodio di bullismo

Dai 14 ai 26 anni, circa 1 adolescente su 2 ha subito atti di bullismo e cyberbullismo

Il 7,1% delle ragazze tra 11 e 17 anni che si collegano ad Internet sono state oggetto di vessazioni continue tramite Internet o telefono

I numeri del bullismo e del cyberbullismo nel mondo

246 milioni i bambini e gli adolescenti vittime del bullismo

1 studente su 3 ha sperimentato atti di bullismo

Il cyberbullismo ha coinvolto tra il 5% e il 20% della popolazione minorile

I PROGRESSI DELLA RICERCA SUL BULLISMO

  • Fine anni ’70

    Inizio della ricerca scientifica sul bullismo nelle scuole nei paesi scandinavi nei primi studi chiamato “mobbing”

  • 1993

    David P. Farrington distingue il bullismo da un’aggressione in generale, definendolo come comportamento intenzionale volto a danneggiare un’altra persona dal punto di fisico e/o psicologico, caratterizzato da ripetizione e squilibrio di potere

  • Anni 90

    il fenomeno del bullismo viene indagato scientificamente in contesti diversi da quello scolastico ed espanso per considerare la violenza verbale, i danni alle proprietà e il bullismo sociale finalizzato a danneggiare le relazioni della vittima con i pari

  • 2000

    Prima attestazione dell’espressione “bullizzare” in italiano, derivata dall’inglese bullying, per descrivere il fenomeno. Entra per la prima volta nel 2017 nel Vocabolario Treccani

  • 2000

    David Finkelhor, Kimberly J. Mitchell e Janis Wolak pubblicano il primo studio su vasta scala sul cyberbullismo, termine che sostituisce negli studi i precedenti flaming, kicking, spamming, trolling per descrivere gli atti di bullismo perpetrati tramite il web

  • 2009

    Claire P. Monks e colleghi propongono una lettura unitaria del fenomeno comparando le ricerche effettuate nei diversi contesti oltre quello scolastico, e in età diverse

  • 2017

    Il MIUR istituisce la Giornata Nazionale contro il Bullismo e il Cyberbullismo per sensibilizzare al tema dello studio e della prevenzione del fenomeno

I PROGRESSI DELLA RICERCA SULL’AUTOSTIMA

  • fine ‘800-inizio ‘900

    Tra fine ‘800 e inizio ‘900 William James, filosofo e psicologo americano, formulò una definizione psicologica di autostima come rapporto tra il sé ideale e il sé fattuale

  • Prima metà XX secolo

    John Dewey, filosofo e pedagogista americano vissuto nella prima metà del XX secolo, che influenzò profondamente la cultura del suo paese, riconobbe l’importanza dell’autostima nell’educazione e ha sostenuto che il processo di apprendimento dovrebbe essere progettato per promuovere la fiducia in se stessi degli studenti.

  • Anni 40

    Carl Rogers, padre della terapia non direttiva incentrata sulla pratica dell’ascolto attivo, negli anni Quaranta del ‘900 ha sviluppato la teoria dell’auto-attualizzazione, in cui l’autostima è un fattore centrale per il raggiungimento del pieno potenziale dell’individuo.

  • 1954

    Nella sua “Piramide dei bisogni”, nel 1954, Abraham Maslow, psicologo americano, sviluppò la teoria della gerarchia dei bisogni, in cui l’autostima è uno dei bisogni fondamentali dell’individuo.

  • 1969

    Un significativo avanzamento nello studio psicologico dell’autostima, si ha con “The Psychology of Self-Esteem”, 1969, di Nathaniel Branden. Nei suoi studi Branden pose l’accento sui concetti di fiducia e di valore, definendo, oltre ai fattori esterni, pratiche interne all’individuo mirate al mantenimento dell’autostima

  • 1984

    In neuroscienze, uno dei testi fondamentali è “Il cervello sociale”, 1984, di Michael Gazzaniga. In questo libro, l’autore esplora il ruolo delle emozioni nell’elaborazione delle informazioni sociali e affronta la questione dell’autostima e della sua correlazione con la attività dell’amigdala.

  • Anni 2000

    Intorno agli anni Duemila, Carol Dweck sulla mentalità di crescita e di Martin Seligman sulla psicologia positiva hanno contribuito significativamente alla comprensione dell’autostima come fattore chiave del benessere e del successo degli individui.

IL NOSTRO IMPEGNO PER IL BENESSERE DEGLI ADOLESCENTI

350.000

Ore di ricerca a sostegno
del benessere degli adolescenti

28.500

iscritti ai nostri webinar
sui temi dell’adolescenza

2.500

adolescenti e insegnanti raggiunti
direttamente dai nostri progetti educativi

La ricerca al servizio dell’umanità

Equipe ed approccio di ricerca multidisciplinare

La progettualità e le linee di intervento messi in campo da Fondazione Patrizio Paoletti si basano su un approccio di ricerca multidisciplinare organizzato secondo i principi della Pedagogia del Terzo Millennio (Paoletti, 2008) con lo scopo di orientare i singoli e le società verso il benessere e la pace.

Patrizio Paoletti
Patrizio Paoletti

Ideatore dell’Istituto di Ricerca in Neuroscienze Educazione e Didattica e fondatore di Fondazione Patrizio Paoletti.

Tal Dotan Ben-Soussan

Direttore dell’Istituto di Ricerca per le neuroscienze, l’educazione e la didattica (RINED) della Fondazione Patrizio Paoletti

Elena Perolfi

Responsabile dei progetti pedagogici, didattici e formativi della Fondazione Patrizio Paoletti

Tania Di Giuseppe

Psicologa psicoterapeuta, responsabile della ricerca psicopedagogica della Fondazione Patrizio Paoletti.

Marco Benini

Responsabile programma socio-educativi nazionali e internazionale della Fondazione Patrizio Paoletti.

I migliori saperi della mente per:

1

Imparare a gestire le emozioni

2

Acquisire strumenti per costruire oggi il futuro che desideriamo

3

Creare benessere attraverso le relazioni interpersonali

Testimonianza

È l’ambiente a fare la differenza ed è il gruppo che sconfigge il bullismo

Maria Teresa Cesaroni, direttrice del progetto “Allenarsi alla bellezza” con il quale la Fondazione lavora dal 2018 sullo sviluppo dell’intelligenza emotiva dei ragazzi nel cuore di Scampia (Napoli)

Fondazione Patrizio Paoletti per lo sviluppo e la comunicazione
Via Nazionale 230 – 00184 Roma
p.iva: 02730800543
Tel. 06 8082599 – Fax 06 92912688
fondazione@fondazionepatriziopaoletti.org

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