Quali e quanti sono veramente i nostri sensi?
Alla scoperta dei sensi più particolari e del rapporto con le emozioni
A scuola ci hanno insegnato che abbiamo 5 sensi: vista, udito, olfatto, tatto e gusto. Ma la scienza oggi suggerisce che le modalità di percezione del nostro corpo e interazione con l’ambiente sono di più e il loro funzionamento è correlato alle emozioni.
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ToggleCosa sono e come funzionano i nostri sensi?
Possiamo definire i sensi come complessi sistemi biologici che ci permettono di percepire e interpretare le informazioni provenienti dall’ambiente circostante e dal nostro corpo, attraverso particolari organi specializzati, detti organi di senso.
I sensi funzionano grazie alla trasduzione, ossia la capacità di convertire stimoli fisici o chimici provenienti dall’ambiente in segnali elettrici, che il cervello può interpretare. Recettori specializzati (come i fotorecettori per la vista o le cellule ciliate per l’udito) “catturano” gli stimoli ambientali e gli trasducono, traducendoli in impulsi nervosi. Questi sono trasmessi attraverso i nervi al cervello, dove avviene l’elaborazione cerebrale, con l’interpretazione dei segnali in termini di percezione.
I cinque sensi classici
- La vista che ci permette di percepire la luce e i colori, attraverso gli occhi
- L’udito che ci consente di rilevare le onde sonore, tramite le orecchie
- L’olfatto col quale riconosciamo gli odori, attraverso il naso
- Il gusto che ci permette di distinguere i sapori, con la lingua e il palato
- Il tatto attraverso il quale possiamo percepire la pressione, temperatura e varie texture e consistenze, attraverso la pelle
L’educazione sensoriale con Fondazione Patrizio Paoletti
I sensi giocano un ruolo fondamentale nell’educazione, perché ci consentono di scoprire il mondo. L’educazione sensoriale è centrale in AIS Assisi International School di Fondazione Patrizio Paoletti, che valorizza l’esplorazione nell’apprendimento, all’interno di una progettazione didattica innovativa, che integra la PedagogiaPer capire cos’è la pedagogia, diamo una definizione di q... Leggi per il Terzo Millennio e il metodo Montessori. L’educazione sensoriale diventa educazione alla lettura, interpretazione e trasformazione del mondo, partendo dalla curiosità, dall’apertura e dall’educazione a una vita appassionata, col pieno coinvolgimento anche del corpo e dei nostri sensi, che è alla base del motto di Fondazione Patrizio Paoletti: Vivi appassionatamente!
I sensi sono le porte attraverso il quale il bambino esplora e conosce il mondo, nonché le basi per lo sviluppo delle intelligenze, poiché le competenze nascono dall’esperienza diretta e concreta. I sensi sono veri e propri strumenti di apprendimento e fondamentali nelle unità didattiche montessoriane:
- la vista partecipa alle attività che richiedono osservazione, come la generazione di mappe, il riconoscimento di forme e colori
- l’udito è stimolato da campanelli o scatole sonore, all’interno dei quali sono posizionati piccoli oggetti, il cui movimento genera rumori differenti
- l’olfatto si allena scoprendo i diversi profumi di spezie ed essenze o l’odore dei fiori in esperienze di giardinaggio multisensoriali
- il gusto si stimola proponendo assaggi e variazioni di sapori, anche attraverso giochi per indovinare e riconoscere il dolce, l’amaro o il salato
- il tatto è al centro dei percorsi sensoriali e di manipolazione fine, per la percezione di diverse texture o materiali naturali.
A tutte le età
L’educazione sensoriale è uno strumento di salute globale a tutte le età e fondamentale anche nell’anzianità, per contribuire a mantenere il cervello attivo, favorire la socialità e prevenire la neurodegenerazione. La stimolazione dei sensi e il loro coinvolgimento nella fruizione e pratica artistica è centrale nel progetto AIDA Alzheimer patients Interaction through Digital and Arts, coordinato da Fondazione Patrizio Paoletti, che scommette sull’innovazione digitale, museale e creativa per il benessere dei pazienti affetti da malattia di Alzheimer e dei loro familiari.
Sensi e meditazione
L’educazione sensoriale come “ascolto”, interiore ed esteriore, gioca un ruolo fondamentale anche nella meditazione, per esempio nella focused attention meditation, che prevede un’attenzione prolungata verso un oggetto, o nel Quadrato Motor Training, una pratica di meditazione in movimento, ideata da Patrizio Paoletti e studiata all’Istituto di Ricerca RINED di Fondazione Patrizio Paoletti, che richiede una costante capacità attentiva e di ascolto e che ha dimostrato importanti benefici a livello cerebrale, molecolare e funzionale, compresa la protezione della connettività cerebrale nella malattia di Parkinson.
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Alcuni sensi meno noti
Accanto ai cinque sensi classici, la scienza ha progressivamente aggiunto altri sistemi di percezione, come:
- il senso propriocettivo o la propriocezione, ossia la capacità di percepire il proprio corpo nello spazio e ci permette, per esempio, di toccare il gomito destro con la mano sinistra, tenendo gli occhi chiusi
- il senso vestibolare col quale possiamo mantenere l’equilibrio e percepire l’accelerazione nello spazio
- la nocicezione, ovvero la capacità di percepire stimoli nocivi come il dolore
- la termocezione, ossia la possibilità di percepire la temperatura, che è distinta dal normale tatto, con recettori specifici per il caldo e per il freddo
- l’ecolocalizzazione, ovvero la capacità di capire l’ambiente circostante a seconda del rimbalzo dell’eco nello spazio, che dipende dall’udito ma ha una funzione percettiva più simile alla vista
- l’elettrocezione, ossia la possibilità di percepire i campi elettrici, che è diffusa tra gli animali e, in forma rudimentale, anche nell’essere umano.
Abbiamo un “sesto senso”?
Il famoso “sesto senso”, una sorta di intuizione arcaica dell’uomo, potrebbe coincidere con la magnetorecezione o il senso geomagnetico, ossia la capacità di percepire i campi magnetici, in particolare quello terrestre. Una ricerca della Caltech – Institute of Technology della California, pubblicata su Science, testimonierebbe questo senso, tipico per esempio degli uccelli migratori, anche nell’uomo, che potrebbe tradursi in una maggiore capacità di orientamento.
Tuttavia, come “sesto senso” potremmo anche intendere la capacità intuitiva dell’essere umano o anche l’empatia, che ci permette di creare un ponte emotivo con gli altri esseri viventi, che può facilitare la connessione, la comunicazione, la collaborazione e il benessere condiviso.
Sensi ed emozioni
D’altra parte, il funzionamento dei sensi è profondamento influenzato dalle emozioni e viceversa, perché il sistema limbico, che elabora le emozioni, è connesso alle aree sensoriali del cervello. Le informazioni sensoriali influenzano le emozioni, come un profumo può riattivare ricordi ed emozioni correlate. E le emozioni stesse modellano la nostra percezione sensoriale, per esempio:
- La paura può restringere il campo visivo, per concentrare l’attenzione su potenziali pericoli
- La felicità può farci percepire i colori in maniera più vivida e vivace
- Lo stress e l’ansia possono renderci ipersensibili ai rumori o agli odori sgradevoli
- L’ansia amplifica la percezione del dolore, mentre la felicità l’attenua
Coltivare e accrescere la nostra intelligenza emotiva ci permette quindi anche di essere consapevoli di come il mondo interiore influenza la percezione del mondo attorno a noi e anche di contestualizzare e persino modulare coscientemente, in certa misura, le percezioni sensoriali. Sensi ed emozioni sono strettamente connessi e tessono insieme la nostra esperienza, generando e affiancando elaborazioni cognitive superiori, pensieri e sentimenti. Coniugando sensi ed emozioni, davvero “sentiamo” la vita, in una dimensione olistica e circolare che integra corpo, mente e mondo affettivo.
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