Come è avvenuta la scoperta dei neuroni specchio?
La scoperta dei neuroni specchio è il risultato degli studi condotti tra gli anni ’80 e gli inizi del 1990, dal gruppo di ricerca diretto da Giacomo Rizzolatti e composto da Luciano Fadiga, Leonardo Fogassi, Vittorio Gallese e Giuseppe di Pellegrino, all’interno dell’Istituto di Fisiologia dell’Università di Parma, sul funzionamento del sistema motorio nelle scimmie.
I ricercatori non stavano cercando questo tipo di neuroni e arrivarono ad osservarli quasi per caso. Nello specifico, osservarono che alcuni neuroni presenti nella corteccia premotoria dei macachi si attivavano sia quando gli animali eseguivano azioni finalizzate a uno scopo, come afferrare o portare alla bocca, sia quando osservavano le stesse azioni eseguite da altri. Uno studio successivo dimostrò poi che una classe particolare di neuroni specchio dell’area premotoria veniva attivata non solo dall’esecuzione o dall’osservazione di una data azione, ma anche dal semplice ascolto del suono prodotto dalla stessa azione. I neuroni specchio vennero classificati come una nuova classe di neuroni motori capaci di integrare diversi stimoli sensoriali: l’azione fatta, vista, immaginata o sentita attraverso un rumore attiva gli stessi neuroni. Dopo qualche anno è stato possibile osservare i neuroni specchio anche nell’uomo, grazie ai progressi tecnologici e all’uso di strumentazioni in laboratorio sempre più sofisticate.