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Dalla sconfitta alla leggenda: il potere della prefigurazione

Come la mente umana plasma la realtà

“Volli, e volli sempre, e fortissimamente volli” è una celebre frase dello scrittore Vittorio Alfieri, che incarna lo spirito di chiunque intraprenda un percorso verso il successo. Il cammino verso il successo, infatti, è spesso costellato di sfide e, a volte, di sonore sconfitte. Eppure, è proprio dalla capacità di rielaborare queste cadute, di visualizzare un futuro diverso e di porre obiettivi ambiziosi che nascono le più grandi imprese. La scienza ci offre gli strumenti per comprendere come la mente umana possa plasmare la realtà, e la storia dello sport ne è un manifesto vivente.

La Generazione dei Fenomeni: il caso della Nazionale di pallavolo

Prendiamo, ad esempio, la pallavolo: quando si parla di lei, infatti, l’Italia è senza dubbio al primo posto. Ma questo primato parte da molto lontano, quando ancora la pallavolo non era uno sport nazionale nel Bel Paese.

Generazione di FenomeniRiavvolgiamo il nastro della storia e torniamo indietro negli anni, un anno prima delle notti magiche, nel 1989, più precisamente al 16 settembre 1989. Fino a quella data, la Nazionale maschile di Pallavolo non aveva mai vinto un titolo internazionale. Era una formazione talentuosa, ma mancava sempre “qualcosa” per dominare sulle squadre più forti. Poi, due mesi prima del crollo del muro di Berlino, l’Italia vince l’Europeo e da lì qualcosa è scattato. Quella che era stata una squadra dalle grandi potenzialità inespresse ha iniziato a vincere e non ha più smesso per un decennio di fila, conquistando il mondo e diventando la Squadra del XX secolo.

L’allenatore di quella squadra era Julio Velasco ed è stato l’artefice della trasformazione mentale di quella leggendaria squadra che ancora oggi viene ricordata come la “Generazione di fenomeni“. Lo stesso Julio Velasco, trent’anni dopo, si è ripetuto con la Nazionale femminile, soprannominate “Le ragazze terribili”, vincendo, a Parigi, il primo oro olimpico nella storia della pallavolo italiana e successivamente battendo il record mondiale di partite consecutive senza sconfitte.

Com’è stato possibile questo salto di qualità? Non è stata solo una questione di talento fisico o di allenamento tecnico. È stata una profonda trasformazione mentale, basata sulla prefigurazione e sulla definizione di obiettivi chiari e ambiziosi.

“Uno dei pregi di questo gruppo è la capacità di cambiare e di accettare le novità. Le abitudini sono le cose più difficili da cambiare”, dirà Julio Velasco, dopo la vittoria.

 


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La scienza degli obiettivi: prefigurare il futuro

Le neuroscienze ci insegnano che il nostro cervello non distingue nettamente tra un’esperienza vividamente immaginata e una reale. Quando un atleta (o chiunque altro) si dedica alla prefigurazione, ovvero alla visualizzazione dettagliata e sensoriale di un risultato desiderato, come la vittoria di un campionato, la ricezione di un premio o il superamento di un record, attiva le stesse reti neurali che si attiverebbero durante l’esecuzione dell’azione stessa.

Questo processo di riprogrammazione mentale avviene grazie alla plasticità cerebrale. La corteccia prefrontale, sede della pianificazione e del giudizio, interagisce con l’amigdala, centro delle emozioni. Questa “conversazione” cerebrale permette di:

  • Accettare il punto di partenza: riconoscere le sconfitte passate non come un limite insormontabile, ma come un dato di fatto da cui ripartire. La “Generazione di fenomeni” e “Le ragazze terribili” hanno saputo guardare al loro “non aver mai vinto” non come a un destino, ma come a una tappa da cui evolvere.
  • Riorganizzare gli obiettivi con chiarezza: definire traguardi specifici, misurabili, raggiungibili, rilevanti e con una scadenza (SMART). Per questi atleti e atlete e per i loro allenatori, l’obiettivo non era più solo “giocare bene”, ma “lavorare bene con le nazionali giovanili”, poi “portare i migliori nella nazionale senior”, poi “vincere l’Europeo”, dopodiché “vincere il Mondiale” e, infine, “vincere le Olimpiadi”, con una visione lucida e condivisa del successo.
  • Mobilizzare risorse interne ed esterne: la visualizzazione del successo genera motivazione, disciplina e la capacità di trasformare ogni ostacolo in uno stimolo. Il team ha trovato la forza nelle proprie capacità, ma anche nella coesione del gruppo, nel supporto del coach e nell’allenamento quotidiano, trasformando la frustrazione in energia positiva.

Il ruolo delle emozioni e la visualizzazione positiva

La capacità di porsi obiettivi ambiziosi e di prefigurarne il successo è legata alla gestione delle emozioni. La frustrazione, la rabbia, la delusione di una sconfitta possono inibire il potenziale. Invece di cedere a queste sensazioni, la “Generazione di fenomeni” e “Le ragazze terribili” hanno incanalato queste energie verso l’azione e la visione di un futuro vincente.

Fondazione Patrizio Paoletti, attraverso il programma educativo “Prefigurare il futuro“, lavora esattamente su questi principi. Promuovendo la trasformazione di un problema in una sfida e la visualizzazione positiva, il progetto insegna a pianificare il futuro con consapevolezza emotiva. Come afferma Patrizio Paoletti, le emozioni giocano un ruolo cruciale. Solo attraverso l’impegno e la continuità, si possono ridurre le oscillazioni emotive negative, favorendo una piena espressione delle caratteristiche dell’intelligenza emotiva: consapevolezza di sé, dominio di sé, motivazione, empatia e abilità sociali.

La storia della “Generazione di fenomeni” e delle “Ragazze terribili” è la dimostrazione scientifica che la mentalità di crescita, la capacità di continuare a imparare, a sfidare le convenzioni e a reinventarsi, indipendentemente dalle avversità, non hanno confini.

La prefigurazione e la definizione di obiettivi ambiziosi, dunque, sono i pilastri non solo per la performance sportiva, ma per il benessere psicologico e il successo in ogni ambito della vita. Senza dimenticare di aggiungerci… Fortissimamente volli.

 

 

Bibliografia
  • Fuchs, E., & Flügge, G. (2014). Adult neuroplasticity: more than 40 years of research. Neural plasticity2014.
  • Ben-Soussan, T. D., Berkovich-Ohana, A., Piervincenzi, C., Glicksohn, J., and Carducci, F. (2015a). Embodied cognitive flexibility and neuroplasticity following Quadrato Motor TrainingFront. Psychol. 6:1021. doi: 10.3389/fpsyg.2015.01021
  • Vercelli G., D’Albertas F. Antifragili. Fai della fragilità il tuo punto di forza e dell’incertezza un cavallo di battaglia, Urra Feltrinelli, Milano, 2021
Sitografia
  • https://www.olympics.com/it/notizie/julio-velasco-vittoria-olimpiadi-parigi-2024-pallavolo-italia
  • https://www.eurosport.it/pallavolo/volley-italia-campione-del-mondo-30-anni-fa-la-nascita-della-generazione-di-fenomeni_sto7970000/story.shtml
  • https://www.repubblica.it/sport/volley/2024/08/13/news/myriam_sylla_intervista_volley_oro_olimpiadi_parigi-423444566/
  • https://www.olympics.com/it/notizie/prime-volte-italia-parigi2024-oro-pallavolo-femminile
  • https://rebeccarossi.it/limportanza-di-cambiare-prospettiva/#:~:text=Il%20reframing%2C%20traducibile%20in%20italiano,che%20prima%20gli%20si%20attribuiva.
Immagini
  • Foto in evidenza su Freepik
  • Foto della Nazionale Italiana Maschile di Pallavolo da Wikipedia

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