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Ricerca

Dislessia

Le prime ricerche sulla dislessia

Già nel 1676 abbiamo uno dei primi casi descritti di individui affetti da dislessia, ma una prima indagine specifica risale di fatto a studi fondamentali del 1896 e del 1897, svolti rispettivamente da Pringle-Morgan e Kerr. Le difficoltà sono state chiamate “dislessia” (dys-: difficile; lexis: discorso) a causa dei deficit di lettura simili a quelli riscontrati in seguito a lesioni cerebrali tra i lettori adulti precedentemente abili. Attualmente, si stima una prevalenza della dislessia evolutiva a livello mondiale compresa tra il 3% e il 7%.

Quali sono le problematiche di chi soffre di dislessia?

La dislessia è stata definita come “un’acquisizione carente dell’alfabetizzazione nonostante un’adeguata capacità intellettiva e una sufficiente esposizione scolastica“. Un’altra definizione ampiamente utilizzata deriva da un consenso tra l’International Dyslexia Association (IDA), il National Center for Learning Disabilities (NCLD) e il National Institute for Child Health and Human Development (NICHD), che definiscono la dislessia come:

un disturbo specifico dell’apprendimento di origine neurobiologica. È caratterizzata da difficoltà nel riconoscimento accurato e/o fluente delle parole e da scarse capacità di ortografia e decodifica. Queste difficoltà derivano tipicamente da un deficit nella componente fonologica del linguaggio, spesso inaspettato in relazione alle altre abilità cognitive e all’erogazione di un’istruzione efficace in classe. Le conseguenze secondarie possono includere problemi di comprensione della lettura e una ridotta esperienza di lettura che può ostacolare la crescita del vocabolario e delle conoscenze di base“.

Negli ultimi anni un’ampia ricerca ha stabilito che la dislessia sia da considerarsi non solo un disturbo specifico dell’apprendimento, ma anche una sindrome neurobiologica.

Infatti, seppure i deficit di lettura sono il criterio diagnostico principale, i soggetti dislessici possono presentare una varietà di altre difficoltà, come la ridotta capacità di sequenziare i suoni delle parole a livello uditivo e le lettere a livello visivo, una scarsa memoria a breve termine per le sequenze e una scarsa sequenzialità motoria che porta all’incoordinazione, alla goffaggine e alla scarsa grafia.

Poiché i deficit sensomotori sono spesso osservati anche in diversi disturbi dello sviluppo, alcuni ricercatori attribuiscono le carenze cognitive e motorie della dislessia ad anomalie sia funzionali che strutturali del cervelletto.

Quali sono le possibili cause della dislessia?

Sebbene non si conoscano con certezza le cause di questa condizione, si ritiene siano implicati  fattori sia genetici che ambientali. La dislessia può presentarsi in più membri della stessa famiglia; si accompagna frequentemente con disturbo da deficit di attenzione/iperattività (ADHD) e può anche manifestarsi in età adulta per effetto di lesioni cerebrali traumatiche, ictus o demenza.

Come viene diagnosticata la dislessia?

La  diagnosi della dislessia si effettua attraverso appositi test di memoria, ortografia, visione e capacità di lettura e viene distinta dalle difficoltà di lettura dovute a un insegnamento insufficiente o a deficit nell’udito o nella vista.

Il Quadrato Motor Training e la Dislessia

Il RINED, l’Istituto di Ricerca di Fondazione Patrizio Paoletti in Neuroscienze, Educazione e Didattica, ha effettuato numerose ricerche sulla pratica di movimento consapevole Quadrato Motor Training, ideata da Patrizio Paoletti, con il coinvolgimento di diverse popolazioni, tra cui soggetti dislessici. È stato rilevato come questa pratica abbia effetti positivi sui soggetti con dislessia e si ipotizza che ciò sia dovuto alla combinazione di aspetti cognitivi, emozionali e motori nell’esercizio, che agiscono sul funzionamento del cervelletto.

 

Bibliografia
  • Pellegrino, M.; Ben-Soussan, T.D.; Paoletti, P. A Scoping Review on Movement, Neurobiology and Functional Deficits in Dyslexia: Suggestions for a Three-Fold Integrated Perspective. Int. J. Environ. Res. Public Health 2023, 20, 3315. https://doi.org/10.3390/ijerph20043315
  • Morgan,W.P. A Case of Congenital Word Blindness. BMJ 1896, 2, 1378
  • Kerr, J. School Hygiene, in Its Mental, Moral, and Physical Aspects. J. R. Stat. Soc. 1897, 60, 613–680
  • American Psychiatric Association. Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders: DSM-5, 5th ed.; American Psychiatric Association, Ed.; American Psychiatric Association: Washington, DC, USA, 2013; ISBN 978-0-89042-554-1.
  • Lyon, G.R.; Shaywitz, S.E.; Shaywitz, B.A. A Definition of Dyslexia, Ann. Dyslexia 2003, 53, 1–14

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