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Cosa sognano i bambini?

Il ruolo dei sogni nello sviluppo emotivo e cognitivo infantile

Cosa sognano i bambini? Il sogno accompagna costantemente il nostro riposo durante tutta la nostra vita, anche quando non ricordiamo di averne fatto uno, e questo vale anche per i bambini. Ma cosa sognano davvero i neonati e i bambini? E perché è importante per la loro crescita? Durante il sonno, in particolare nella fase R.E.M. (Rapid Eye Movement), il cervello manifesta un’attività elettrica molto intensa (in contrasto con il rilassamento muscolare generale che interessa, invece, il corpo): è proprio in questa fase che avvengono i sogni. Le onde cerebrali disordinate oscillano da stati di eccitazione a stati di quiete in brevissimi intervalli di tempo.

I bambini sognano fin da subito

Studi sui neonati hanno dimostrato che essi cominciano a sognare non appena ricevono i primi stimoli dal mondo esterno, ed è provato che ciò avviene già durante la gravidanza.

All’interno del grembo materno, infatti, vengono percepiti suoni, intonazioni della voce materna, sensazioni tattili, olfattive e gustative legate alla mamma. Nei neonati, la fase REM è molto intensa e rappresenta una parte importante del loro sonno quotidiano, che può arrivare fino a 18 ore al giorno, di cui circa 8 in fase onirica.

Il sogno come strumento di apprendimento

Ma cosa sognano i neonati e perché? Il tema affascina molti studiosi, ma, dal momento che i bambini non possono raccontare i propri sogni, è facile capire perché i loro contenuti sembrino così sfuggenti.

Ciò che è molto rilevante e che può essere invece osservato e studiato scientificamente è il comportamento che i bimbi assumono durante la fase R.E.M., nonché la loro attività cerebrale. Sulla base di tali osservazioni possono essere impiantate delle ipotesi sui contenuti e sulla funzione dei sogni dei bambini.

Studi neurologici dimostrano che i sogni aiutano il cervello a consolidare la memoria e le prime esperienze di vita. Durante la fase REM, infatti, i circuiti cerebrali si attivano riproponendo scene vissute durante il giorno: movimenti, emozioni, sensazioni.

Questa attività ha una funzione fondamentale: organizzare e rafforzare le connessioni neurali, contribuendo alla costruzione di una base solida per l’apprendimento e la regolazione emotiva.

I sogni parlano di emozioni

Nei neonati, i sogni non si manifestano come negli adulti. Nel sonno, i più piccoli si muovono molto, agitano gli arti, piangono e si lamentano, palesando una condizione che è stata denominata “pavor nocturnus”, stato di paura notturna, della quale non presentano tracce al risveglio.

Durante il suo sogno, il neonato assume molto spesso comportamenti simili a quelli che ha da sveglio (rossore del viso, sudorazione e simulazione di suzione del seno materno), come se reiterasse schemi istintivi di emozioni (di reazione emotiva) in risposta a reali situazioni di vita.



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I sogni crescono insieme a loro

Da questo punto di vista i sogni svolgerebbero, dunque, la funzione di rafforzare la memoria delle esperienze, e delle associazioni tra di esse, che il bambino fa quando è sveglio.

L’attività onirica genera così una prima organizzazione della massa caotica delle informazioni che raggiungono il cervello del neonato durante il giorno, assumendo così un importante ruolo biologico e psicologico nel normale sviluppo del bambino stesso.

Con il tempo, anche i sogni cambiano. Dai 5 agli 11 anni, i bambini iniziano a sviluppare sogni più simbolici e complessi, simili a quelli degli adulti. In questa fase, iniziano anche a raccontare ciò che sognano e possono essere stimolati a esprimere i loro sogni attraverso disegni o racconti, attività utili per sviluppare la consapevolezza emotiva e il pensiero simbolico.

L’importanza del sonno e dell’addormentamento

Aiutare i bambini ad addormentarsi bene è un gesto educativo essenziale. Il sonno non è solo riposo, ma un momento attivo in cui la mente del bambino elabora tutto ciò che ha vissuto. Conciliare positivamente il bambino con il momento del sonno significa favorire uno sviluppo sano ed equilibrato.

Una routine serena può facilitare l’ingresso nel sonno e migliorare la qualità dell’attività onirica. Al mattino, ascoltare i racconti dei bambini sui sogni può essere un’occasione educativa preziosa per rafforzare la relazione genitore-figlio, lavorare sull’autostima e stimolare l’intelligenza emotiva.

Perché i sogni aiutano a crescere meglio

I sogni dei bambini non sono solo misteriosi viaggi notturni: sono strumenti naturali di apprendimento, fondamentali per il loro sviluppo cognitivo, affettivo e sociale. La scienza oggi ci conferma quanto l’attività onirica sia collegata alla crescita e al benessere del bambino.

È molto importante sottolineare le ricadute che queste conclusioni possono avere in ambito educativo. Facendo luce sul ruolo che i sogni ricoprono nello sviluppo del neonato, la ricerca ci permette di comprendere facilmente quanto l’attività onirica influisca sulla memoria, sulle strutture cerebrali e, più in generale, sulla crescita dei bambini anche in età più avanzata.

Ecco perché, come adulti, dobbiamo prenderci cura del loro sonno: creare un ambiente sereno, rispettare i loro ritmi, accogliere le loro emozioni e incoraggiarli a raccontare ciò che provano.

Comprendere cosa accade nel cervello di un bambino mentre sogna ci aiuta a educare meglio, con più consapevolezza e rispetto per i suoi tempi e bisogni interiori. I sogni sono porte verso il mondo emotivo, occasioni per rafforzare l’identità e la memoria, e piccoli strumenti quotidiani per far crescere bene chi amiamo.

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