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L’agenda dei bambini: è giusto che sia piena di impegni?

Riscoprire il tempo dell’infanzia grazie all’equilibrio e al diritto alla noia

Tra corsi di inglese, sport e doposcuola, l’agenda dei bambini è sempre piena e l’infanzia rischia di diventare una corsa contro il tempo. Troppo spesso, oggi, ci troviamo dinanzi a una generazione iperstimolata, ormai lontana dalla pratica del gioco libero e dai benefici della noia creativa. Tuttavia, per garantire il benessere dei più piccoli, avrebbe senso ripensare il loro tempo, poiché anche il “vuoto”, talvolta, può rappresentare un’occasione di crescita. Come riuscirci? Definendo un’agenda a misura di bambino.

Il paradosso dell’arricchimento: tanti stimoli, poco respiro

Al giorno d’oggi, secondo l’ISTAT, il 68% dei bambini italiani partecipa regolarmente ad almeno un’attività extrascolastica e il 35% è coinvolto in tre o più impegni a settimana. In molti casi, l’agenda bambini inizia a strutturarsi già all’asilo, per poi intensificarsi durante le elementari.

Doposcuola, corsi di teatro, arti marziali, sport di squadra: l’offerta è sempre più ampia e affascinante. Tuttavia, cosa succede quando manca il tempo per giocare liberamente, fantasticare, annoiarsi? L’American Academy of Pediatrics riporta che un eccesso di attività strutturate può ostacolare lo sviluppo dell’autonomia e della creatività, rendendo i bambini più stressati, meno resilienti e meno capaci di autoregolarsi.

Una corsa contro il tempo, fin da piccoli?

Chiunque abbia un figlio tra i 6 e i 13 anni, oppure si trovi a lavorare a contatto con questa fascia d’età, conosce bene la scena: rientro da scuola, pranzo veloce, poi via con la divisa di calcio, con la tuta per la lezione di danza, oppure in piscina, o a lezione di inglese. E magari, dopo cena, è necessario ultimare i compiti! A fine giornata, il bambino è stanco, e il genitore con lui.

L’agenda dei bambini è piena, ma davvero tutto questo è utile e sano?

La società contemporanea ci spinge a voler coltivare talenti fin dai primi anni. L’intento è spesso nobile: offrire stimoli, far sbocciare passioni, rafforzare competenze. Tuttavia, tra aspettative, paure e voglia di “non restare indietro”, c’è il rischio di costruire agende che, spesso, somigliano più a quelle di un “manager” che a quelle di un bambino.

Per non trasformare l’infanzia in una corsa a ostacoli, serve uno sguardo più empatico: ascolto, dialogo e rispetto reciproco possono diventare la vera bussola per costruire insieme un tempo di valore.

Genitori multitasking, bambini più che performanti?

Dietro una fitta agenda dei bambini, spesso c’è una regia invisibile: quella legata alla genitorialità, spesso nella corsa al multitasking. Si cerca il meglio per i propri figli, certo, ma a volte si cede a un meccanismo competitivo che travalica i bisogni autentici dell’infanzia.

La psicologa Silvia Vegetti Finzi parla di “un’ansia da prestazione genitoriale” che si riflette sulla vita dei figli. Secondo lei, oggi li si vuole attivi, performanti, sempre impegnati. Dimentichiamo, però, che il gioco libero è il vero nutrimento dell’infanzia e che il tempo a disposizione è uno spazio per crescere, non una corsa da cronometrare.

 



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E se invece ci fosse un’ora di noia?

Si provi per un attimo ad immaginare una giornata tipo strutturata in modo diverso. Dopo la scuola, una merenda lenta, poi del tempo libero: costruzioni, disegno, giochi inventati, magari un po’ di “niente”, di “vuoto” generativo. Non sarebbe tempo sprecato, ma tempo prezioso.

Studi recenti dimostrano che la noia attiva l’area del cervello collegata alla creatività. Il pedagogista Daniele Novara sottolinea che la noia è un diritto: uno spazio in cui i bambini imparano a scegliere, a gestirsi, a creare. Un’agenda vuota non è sintomatica di una mancanza di stimoli, ma rappresenta una possibilità di scoperta.

Meno corsa, più scoperta: come costruire un’agenda a misura di bambino

Trovare un equilibrio tra attività ed esperienze libere è la vera sfida. In molti casi, ridurre il numero di impegni può essere una scelta vincente, perché permette di vivere ogni esperienza con maggiore autoconsapevolezza e meno stress. Se un bambino ha solo due attività extrascolastiche a settimana, avrà il tempo di godersele davvero, senza dover correre da una parte all’altra.

Assecondare le passioni è un aspetto fondamentale. Un bambino che ama disegnare o suonare il pianoforte trarrà beneficio da un corso mirato, ma se il calcio o la danza non fanno per lui, non c’è nulla di sbagliato nel lasciar perdere. Troppo spesso genitori e tutori seguono le mode più che le inclinazioni reali dei figli, riempiendo le loro giornate di attività che non rispondono ai loro desideri più autentici.

Anche i ritmi personali vanno rispettati. Ci sono bambini che amano le giornate piene di attività, altri che hanno bisogno di tempi più distesi. L’agenda di un bambino dovrebbe adattarsi alle caratteristiche di chi la vive quotidianamente, non derivare da un’imposizione esterna.

Lasciare spazio al vuoto è forse la scelta più difficile per un genitore, abituato a considerare il tempo libero come un’occasione da riempire. Eppure, concedere ai bambini momenti di noia e di gioco spontaneo, magari all’aria aperta, significa dar loro la possibilità di sperimentare la creatività senza vincoli, di sviluppare autonomia, di scoprire sé stessi al di fuori di programmi prestabiliti.

La scuola può (e dovrebbe) fare la sua parte

Anche insegnanti ed educatori possono diventare protagonisti di una nuova cultura del tempo. Proponendo compiti modulabili, dando valore al tempo vissuto fuori dall’aula e promuovendo il dialogo con le famiglie, la scuola può aiutare a rendere l’agenda dei bambini un’opportunità e non un peso.

Alcuni istituti e realtà didattiche stanno iniziando a sperimentare orari più flessibili e attività extracurricolari basate sul gioco cooperativo e sulla scoperta, più che sulla performance. È un primo passo verso un tempo “a misura di bambino”, che riconosca il valore formativo anche di ciò che non è quantificabile in numeri e risultati effettivi. Ad AIS Assisi International School di Fondazione Patrizio Paoletti, per esempio, la progettazione didattica prevede veri e propri momenti di silenzio intenzionale e meditativo, per favorire il rilassamento e l’introspezione dei più piccoli.

L’aspetto più rilevante resta la scelta di riconoscere che l’infanzia ha un tempo proprio diverso da quello adulto. Esserne pienamente consapevoli potrebbe rappresentare il primo passo per immaginare nuovamente l’agenda dei più piccoli.

Un’agenda non deve essere una griglia da riempire, ma uno spazio da vivere. Tra impegni e passioni, tra regole e libertà, serve equilibrio. Forse, ogni tanto, avrebbe senso riscoprire il valore di un bel “oggi non facciamo nulla”.

 

 

Bibliografia
  • Anderson, A. J., & Perone, S. (2024). The kids are bored: Trait boredom in early childhood and links to self-regulation, coping strategies, and parent–child interactions. Journal of Experimental Child Psychology243, 105919.
  • Novara, D., Calvi, S. (2012). L’essenziale per creare. Mondadori
  • Perasso, G., Serantoni, G., Lillo, C., Maculan, A., Vianello, F., & Di Giuseppe, T. (2023). Teaching with What you Are: The Importance of Teachers’ Positive Resources and of the Neuropsychopedagogical Training Envisioning the Future on Adolescents’ Well-Being. A Correlational and Analysis of Variance Study. Human Development, Annual Volume 2023, online first. DOI: 10.5772/intechopen.112437
Sitografia
  • https://www.healthychildren.org/English/ages-stages/gradeschool/Pages/How-to-Understand-Your-Childs-Temperament.aspx. Accessed 7 April 2025. 
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